Se sei adottato, per il codice penale vali meno

Ultima modifica 10 Ottobre 2017

Ancora una volta, prima di parlare di un fatto di cronaca nera, anzi nerissima, che è stato sulle pagine dei giornali sia cartacei che via web ho dovuto attendere che la rabbia sbollisse altrimenti avrei inanellato solo una serie di parolacce.
Ma veniamo al fatto di cronaca che penso tutti a grandi linee conosciate: nel 2013, Elizaveta Talpis, una signora moldava residente in Friuli, viene brutalmente aggredita e ferita dal marito Andrei contro il quale aveva già sporto numerose denunce per minacce e percosse.
Il figlio diciannovenne della coppia Ion, tentando di disarmare il padre, viene colpito a morte. Un ragazzo di 19 anni che per difendere sua madre ha pagato il suo atto con la vita salvando di fatto la vita della mamma.

Fatto già di per sé atroce tant’è che l’aggressore in prima istanza era stato condannato all’ergastolo dal tribunale, ma, c’è un ma che aggiunge atrocità all’atrocità… questo figlio era stato adottato in Moldavia dalla coppia. I difensori dell’omicida, decidono così di ricorrere in appello evidenziando il fatto che Ion non era un figlio naturale, ma era stato adottato.

bambini adottivi

Che cambia questo, viene da pensare.

Beh sappiate che, per la legge italiana, questo cambia tutto perché in base ad un articolo del nostro codice penale se l’omicidio viene commesso contro il coniuge, il fratello o la sorella, il padre o la madre adottivi, o il figlio adottivo non è prevista la massima pena detentiva cioè l’ergastolo.
Per questo motivo  la Cassazione ha annullato la sentenza emessa dai primi gradi di giudizio trasformandolo in una pena detentiva che va da ventiquattro a trenta anni.

Per il nostro codice penale, senza vincolo di consanguineità, non esistono le aggravanti che comporterebbero la pena massima.

Ora intendiamoci, la Cassazione non ha fatto altro che applicare la legge quindi impossibile lanciare anatemi contro i giudici; gli anatemi sono piuttosto da lanciare nei confronti di chi ha fatto tale legge.
Legge che risale al 1930.

Di fatto, per il codice penale, esiste ancora la distinzione fra figli biologici e figli adottivi per cui decade l’aggravante della consanguineità che prevedrebbe come pena applicabile l’ergastolo.

Bravi gli avvocati, hanno fatto il loro lavoro in maniera egregia.
Peccato che in questo modo un padre assassino se la caverà con una pena minima!

Non metto bocca sul codice penale italiano, non ne ho la benché minima competenza.
Metto solo l’accento su tutti gli anni di discussioni e di lotte per riconoscere il diritto dei figli di essere solo figli offuscati da una legge antiquata.

Siamo di nuovo a figli di serie A e figli di serie B a seconda che un figlio sia sangue del proprio sangue oppure provenga da un percorso diverso come è l’adozione.

Insomma, è decisamente meno grave ammazzare un figlio se questo è stato adottato e non fatto “in casa”! Giusto per continuare a sottolineare il fatto che solo la genetica rende figli.
È ancora una volta messa in dubbio la possibilità di legare vite e destini solo per il fatto di non aver portato in grembo. Niente conta la gravidanza da balena che un’adozione porta con sé, a niente servono tutti i percorsi che si fanno per arrivare ad abbracciare un figlio del mondo, nessuna importanza il progetto che comporta intraprendere questo cammino… contano solo ovulo e spermatozoo che si incontrano, a volte per caso, in un utero per essere figlio a tutti gli effetti, almeno per il nostro codice penale.

Un inciso: la corte europea per i diritti umani, lo scorso marzo, ha condannato il nostro paese a pagare una multa di 30 mila euro per non aver protetto in maniera adeguata la madre di Ion dalle violenze del marito…una ben magra consolazione per una madre che ha perso un figlio.

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