Prima comunione… e consumismo perfetto!

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Ci siamo quasi.
Il 14 maggio il mio ometto proseguirà con una tappa importante il suo cammino spirituale con il ricevimento della prima comunione.

Dovrebbe bastare questo e dovremmo eventualmente parlare del significato religioso.
Ma no care amiche. Io voglio e ringrazio per avere uno spazio dove sfogare la mia indignazione di fronte a tutto lo sfrenato consumismo e vergognosa esibizione di una serie di cose che chiamerei bassezze e che proprio nulla hanno a che vedere con la religione e il suo significato.

Tutto potrebbe iniziare da quando dico ad altre mamme che a distanza di un mese io ancora non ho prenotato nessun posto per il pranzo post-cerimonia. Ah le faccia delle mamme…
Occhi sgranati e incredulità più che se avesse visto un asino rosa volare .

Già perché le ammiraglie del consumismo sono già salpate da mesi (da mesi giuro) per accaparrarsi il posto perfetto.

Quel posticino perfetto per invitare duecento persone di cui non gli importa più niente dal giorno dopo ma che si devono invitare per forza. Si giuro, dicono proprio per forza.
Calma calma è presto per vedere anche voi l’asino volante e sgranare gli occhi. Si va per gradi verso il fondo…

E dopo il posticino perfetto?
Scelta del menu da 10 portate possibilmente che costerà tre volte tanto solo perché è per la comunione.
Se ci vai il giorno dopo ti fanno un prezzo diverso. Più basso ovviamente. Ma stesso menù.
Si la stessa presa in giro che avviene per i matrimoni. Ovviamente il posticino perfetto prevede che ci vengano anche atri bimbi se no come lo tieni a tavola la creatura e tu come fai a rilassarti dopo tanto stress da preparazione del grande evento ?

Ma il peggio arriva ora.
Ora si deve pensare al vestito. Eh si, altrimenti  la creaturina come brilla in mezzo a tanti??
Portiamoci dietro il bimbo o la bimba col muso (e non capiscono perché le povere mamme manager ..) per duecento negozi per trovare l’abito a bomboniera per le bimbe e il vestito gessato per i bambini.
Ovviamente spendendo una piccola fortuna.
Si infondo che importa se in chiesa avranno tutti un abito uguale e al pranzo ti toccherà urlargli di non rotolarsi nell’erba del giardino tanto agognato che se no rovini il super vestito?
Assurdo paradosso? Non per le mamme manager ovvio.

La ciliegina sulla torta della comunione è la bomboniera.
Immancabile oggettino che può costare anche quello parecchio, spesso inutile e che finirà in un cassetto o, più facilmente, dopo ingozzamento dei cinque confetti, scaraventato nella pattumiera del cugino di terzo grado che hai dovuto per forza invitare ma che sa che non ti rivedrà più fino alla cresima o al prossimo matrimonio e quindi se ne frega bellamente…

Lo avete capito che non sono dello stesso tipo io eh??
Io prenoterò in tempi umani, invito giusto i parenti a cui tengo davvero e faremo un bel pranzetto in un posto carino dove il bimbo non correrà solo intorno al tavolo o nell’erba ma si godrà la famiglia cercando di capire bene il significato di ciò che ha fatto in chiesa e del perché ci siamo riuniti a festeggiare.

Insomma il vero significato della parola comunione intesa come condivisione e non come sfoggio e esibizione.

In fondo Gesù non vestiva di stracci e mangiava pane azimo?
Ah la sua bomboniera-ricordo è stato farsi crocifiggere per tutti noi.
Provate a non dimenticarlo mamme mangaer…

® Riproduzione Riservata

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