Discalculia, impariamo a riconoscerla

Nell’ambito scolastico si sente spesso parlare di disturbi dell’apprendimento, con molte idee confuse a riguardo. I bambini D.S.A. spesso risultano svogliati, pigri, con poca voglia di fare.

Nei colloqui con le insegnanti vengono rivolte frasi ai genitori, come questa: “ Il suo bambino ha la capacità, ma non ha la volontà!”. Questa affermazione lascia il tempo che trova in quanto, l’attenzione viene posta SOLO sul bambino che non segue e per niente sull’ insegnante che preferisce evitare di mettersi in discussione e riflettere sul fatto che non riesce a catturare l’attenzione dei ragazzi.

discalculia

Ogni volta che ad un genitore viene riferita una cosa del genere, oltre a restare molto amareggiato, capita che poi sgrida il proprio figlio e se è “grande”, ci sono delle punizioni. Bisogna fare molta attenzione perché anche le punizioni possono creare degli stati d’ansia che peggiorano il problema.

Studi molto recenti fanno capire che la discalculia ha una base neurologica diversa dalla dislessia e che interessa una parte molto inferiore della popolazione. Il disturbo è presente fin dalla nascita, ma si manifesta in modo più evidente con l’ingresso del bambino nella scuola dell’obbligo.

In alcuni casi, può essere evidenziato già nella scuola dell’infanzia e anche prima, basterebbe avere degli occhi molto attenti e preparati, ma spesso per un genitore la cosa non è proprio così facile e scontata, soprattutto perché c’è poca informazione. Può essere determinata da lesioni nella parte posteriore dell’emisfero sinistro, ed è indipendente dal livello di istruzione o dal quoziente d’intelligenza.

Questo implica che anche un ingegnere potrebbe diventare incapace di eseguire operazioni aritmetiche in seguito ad un incidente stradale che va a ledere le aree interessate, oppure che un bambino inabile al conto, possa mostrare elevate capacità in altri ambiti. La discalculia è una difficoltà specifica dell’apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.
I numeri sono in quantità inferiori rispetto alle lettere, infatti abbiamo dieci cifre contro le ventuno lettere. La combinazione sia di lettere che di numeri è alquanto complessa in quanto si basa sul valore posizionale. Per questi bambini, infatti, non c’è differenza tra 15 e 51 oppure tra 316 e 631, in quanto, pur essendo in grado di denominare le singole cifre, non riescono ad attribuire un significato preciso alla loro posizione, all’interno dell’intero numero.

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Alla base ci sono difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione delle sequenze che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri, il numero 9 viene confuso con il 6; il numero 21 con il 12; il 3 viene scritto al contrario così come altri numeri. La capacità di numerare è presente, senza grosse difficoltà in senso progressivo, cioè di procedere da zero in poi (1-2-3-4-5…), assente o con molte difficoltà quella di numerare in senso regressivo, partendo cioè da una determinata cifra e andando indietro ( 6-5-4-3-2-1-0), in alcuni casi capita che si calcola all’indietro bene, escludendo però un numero in particolare come le decine, per esempio. Una tappa successiva è quella di memorizzare la tavola pitagorica, alquanto difficile e complesso come compito, a cui segue la difficoltà di eseguire correttamente e a mente moltiplicazioni e divisioni anche di poco valore.

Anche alla base della discalculia ritroviamo carenze relative alle abilità percettivo-motorie, ma, non di rado, le difficoltà logico-matematiche sono attribuibili anche a una carenza di esperienze concrete.
Fin dalla primissima infanzia il soggetto deve conoscere il mondo, manipolare gli oggetti, raggrupparli secondo criteri, fare con essi costruzioni a mano a mano sempre più complesse. Alla scuola materna e nel primo ciclo di scuola elementare queste esperienze sono fondamentali, l’uso del materiale concreto (oggetti, immagini, blocchi logici, regoli in colore, multi base) è indispensabile per guidare il bambino verso la conquista dei concetti fondamentali.
L’uso dei simboli, la memorizzazione delle regole esecutive e delle cosiddette “tabelline” vengono dopo e devono essere conquistate con gradualiatà e non posson essere interiorizzati attraverso metodi superficiali che si dimenticano facilmente.

Un bambino discalculico potrà avere difficoltà a giocare a dama, a volte bisognerà spiegargli le regole moltissime volte, se spostare voi le pedine al posto suo, inizialmente, questo lo aiuterà a capire meglio, perché il suo orientamento nello spazio è diverso dal nostro. Una regola base è conservare sempre la massima calma e cercare il più possibile di mantenere un contatto visivo, così evitiamo che si creino stati d’ansia che impediscono l’apprendimento.
Quando un bambino discalculico sta cominciando ad imparare ad allacciarsi le scarpe, si noteranno anche qui delle difficoltà a partire dai gesti più semplici, e questo succede quando c’è l’associazione di due o più elementi.

Uno va prima e uno dopo, ma quale dei due ?
Per loro è indifferente, non riescono a distinguere.

Ovviamente questi due casi sono più incisivi, casi di discalculia più leggera non impediscono di giocare a dama o di allacciarsi le scarpe, ma comporta delle difficoltà più prettamente scolastiche. Quando si parla di discalculia occorre fare chiarezza con i termini di uso comune, anche nel mondo della scuola.
Gli insegnanti sono abituati a parlare di abilità logico-matematiche, ma in realtà in diverse attività legate alla matematica, come la lettura e la scrittura dei numeri o l’apprendimento delle tabelline, occorre essere efficienti nel richiamo e nell’associazione delle componenti numeriche da trattare, senza per questo essere dei buoni logici.

Si parla di discalculia, riferendosi a quelle abilità aritmetiche che non coinvolgono esclusivamente il ragionamento logico, come nel caso di dover decidere quale numero è più grande di altri, ma che comportano invece l’automatizzazione delle procedure di base, come la lettura e scrittura delle cifre, la memorizzazione delle tabelline e delle procedure per eseguire i calcoli.

Il Q.I di questi bambini è normale, quindi non c’è nessun deficit in questo, anche se il problema maggiore è che molte volte i disturbi dell’apprendimento sono tra loro collegati. Diagnosticando la discalculia, sarà possibile, che ad essa vi siano associati altri disturbi dell’apprendimento come dislessia e /o disortografia.
Oltre alle difficoltà di cui vi parlavo prima, si possono trovare anche carenze relative alle abilità percettivo -motorie piuttosto che difficoltà legate alla memorizzazione, molto spesso però le difficoltà logico-matematiche possono avere origine anche da una carenza di esperienze concrete.

La discalculia è un disturbo dell’apprendimento che viene ufficialmente riconosciuto da veramente pochissimi anni rispetto alla sua compagna dislessia, per cui anche il riconoscimento può essere più complesso.

Sabrina Stendardo

2 COMMENTS

    • Grazie Simona, informare e conoscere un disturbo, è fondamentale…Solo in questo modo permettiamo a tutti i bambini di crescere sereni. Buona serata!

      Sabrina

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