Fecondazione, la necessità di spostare i limiti

Ultima modifica 18 Giugno 2018

 

Spostare limiti è cosa assai difficile, sempre. Che siano limiti mentali, fisici, territoriali.

Fecondazione assistita

Spostare i limiti significa demolire le proprie barriere, ciò che ci demarca, quello che divide noi stessi, dal resto del mondo. Dall’altro, dal concetto altrui, dall’altrui opinione. Significa, cedere, tollerare, mitigare le nostre idee, pur rimanendone convinti, senza volerle imporre agli altri.

La fecondazione eterologa, ovvero la fecondazione in vitro ottenuta per mezzo di donazione di gameti, ha bisogno di questo. Spostare i limiti delle convinzioni convenzionate e imparare a comprendere, prima ancora che a diffondere, la cultura della donazione.

Cambiare la cultura, forse, è cosa ancora più difficile che spostare i limiti mentali.

Dopo la sentenza n. 162 del 2014 della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, il giubilo di moltissimi, si scontra, ancora, con la chiusura dei resistenti che si ostinano, senza speranza, a capire che ormai, finalmente, il dado è tratto. Viviamo una stagione di tensioni rilevanti che non risparmiano nessuno: conflitti, emarginazione, sopraffazione. Eppure, eppure, anche davanti a una vittoria dei diritti che, quando si conquistano, sono patrimonio di tutti, ancora, c’è qualcuno che grida allo scandalo.

Questo fa si che, una pratica così importante sia soggetta a mille umiliazioni, a disposizioni diverse da regione a regione, a livelli di confusione tali, da inficiare i presupposti giusti di una grande conquista scientifica.

E questo, temo, sia la giungla da districare, il prezzo da pagare per anni ed anni di ottusa rigidità, legislativa e mentale.

Solo gli sciocchi non accolgono positivamente la decisione di spostare il limite degli anni, i parametri di età della donna per accedere all’eterologa. E’ stato, infatti, spostato il limite massimo dell’età dei 43 anni, secondo il principio di uguaglianza con l’omologa e quello di buon senso con la natura. Infatti, la fertilità di una donna, cambia da donna a donna, come la fine della capacità di procreare naturalmente.

mammaincinta

Ci sono donne che rimangono incinta anche in menopausa, proprio, grazie, allo scombussolamento degli ormoni che non seguono più i tempi canonici dell’ovulazione e quant’altro. Certamente sono casi rari, casi limite, appunto, dove il limite è deciso dalla natura.

E se la natura è disposta a cambiare, se sposta confini, straripando fiumi, lacerando la terra, cambiando impercettibilmente minuto dopo minuto, sotto i nostri piedi, è giusto che l’uomo, come ha sempre fatto dalla notte dei tempi si adatti ai suoi cambiamenti.

Chiamasi legge di Darwin.

Raffaella Clementi

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