Fondi per l’innovazione: come l’aria per i docenti

Ultima modifica 20 Giugno 2019

Simona Malpezzi, rappresentante del PD per l’istruzione, scrive su Agenda Digitale che il Governo, con la legge 107 (quella che ha riformato la Scuola Italiana), sta puntando all’innovazione tecnologica e didattica.
L’iniziativa italiana rientra nell’obiettivo europeo fissato nel 2012 per il 2020: l’Europa , confrontandosi con il mondo in fatto di preparazione degli studenti e capacità tecnologiche e imprenditoriali degli stessi, si è accorta di essere indietro e quindi ha chiesto agli stati un impegno serio a riguardo.

Da un lato, infatti, la scuola ha perso sempre più esplicitamente il suo tradizionale monopolio sul sapere. Fonti di conoscenza concorrenti – Internet in primis – la incalzano con la ricchezza e la facilità di accesso dei loro contenuti. Dall’altro, l’approccio scolastico alla conoscenza – lineare, argomentativo e organizzato – entra in conflitto con le nuove logiche dell’ipertestualità, della reticolarità e modularità portati dalla digitalizzazione.” Questo dice la Malpezzi.tastiera

Solo che… solo che…

In realtà l’innovazione tecnologica era già in piedi 10 anni fa, gli insegnanti erano pronti a partire, ma mancando i fondi, la barca con le vele al vento si è arenata anno dopo anno.
Insegnanti pronti ad utilizzare aule multimediali si sono trovati con vecchie carrette impossibili anche da accendere.
Ecco, manca un po’ l’analisi di questa realtà in ciò che dice la deputata Simona Malpezzi.
Non c’erano mai i soldi e rinnovare le licenze costava; mettere in rete i computer costava; mantenerli in attività costava. In pratica, con i tagli fatti alla scuola, mancando carta igienica e soldi per le supplenze, i dirigenti hanno dovuto fare delle scelte.

Quindi, se non siamo in linea con la didattica innovativa di altri stati come la Finlandia, non è tanto perché gli insegnanti non si sono aggiornati, non si sono adeguati ai tempi o non hanno lavorato con la tecnologia, ma perché non sono stati investiti soldi per gli strumenti e il loro mantenimento.

Pensavano bastasse dargli un po’ d’acqua al mattino?

Come un motore che si è ingolfato e che nessuno, prima d’ora, ha mai deciso di sbloccare.
Piccola esemplificazione: in Comune arriva un nuovo software per il protocollo e con lui un computer più potente, e con lui uno schermo più grande, e con lui un formatore, e con lui un corso di formazione per n. 2 persone.

A scuola 13 computer in un’aula e per 5 anni non si vede un manutentore, né si può acquistare un software, i computer hanno perso il software per essere messi in rete, col risultato che l’insegnante deve impostare il lavoro per ogni pc e passare dietro ad ogni bambino a correggere-riavviare-sistemare-risolvere pasticci: tempo 2 ore . Tempo di lavoro effettivo 15 minuti.

Diciamo che la scuola italiana, per anni e anni, è stata portata a perdere aderenza con la realtà e, se in questo decennio appena trascorso, moltissimi docenti hanno sentito l’esigenza di riagganciare ragazzi al presente e alla tecnologia impostando una didattica innovativa, non lo hanno fatto aspettando i soldi del governo, ma spendendo i propri.

Le nuove logiche dell’ipertestualità, della reticolarità e modularità portati dalla digitalizzazione…” sono già piuttosto diffuse nel mondo della scuola: da anni queste logiche sono una necessità e moltissimi insegnanti, consapevoli, hanno iniziato ad utilizzare i propri strumenti aggiornandoli e collegandoli alle LIM per impostare una didattica per competenze attraverso l’apprendimento cooperativo.
Ecco, più che un’esigenza per la scuola italiana, l’innovazione che si vuole portare è un’esigenza per gli insegnanti…un’esigenza, come l’aria, per rendere l’idea.

Come in tutti i posti di lavoro c’è anche chi non prende iniziativa, chi non vuole utilizzare risorse personali, chi non vuole cambiare. Per questo da insegnante apprezzo la macchina che si sta facendo partire a livello nazionale.

Dico solo di riconoscere anche il lavoro meraviglioso di tanti colleghi che da anni mettono in pratica nuove metodologie didattiche rinnovando il modo di fare scuola…forse un po’ troppo silenziosamente.

Il rinnovamento della didattica nel senso delle competenze tecnologiche e multimediali, sia in entrata che in uscita, si sta espandendo da diversi anni ed è arrivato ad interessare seriamente il professor Tullio De Mauro e pure Piero Angela che a Superquark  ne ha mandato un video di presentazione.
Piattaforme digitali come EdMondo (e molte altre) per far incontrare i ragazzi anche nello studio pomeridiano sono risorse già sfruttate dal 2012.
Era solo per dire che le nuove risorse previste dal Governo, preziosissime,  si inseriscono in una realtà già avviata…basta darle un po’ di risalto e riconoscimento.
Ridare dignità alla scuola è un obiettivo meraviglioso, ma anche riconoscere la dignità con cui è andata avanti per anni con 4 lire non sarebbe male.

Ylenia Agostini 

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