Il sostegno psicologico in gravidanza e per le neo mamme

Ultima modifica 4 Agosto 2020

Ogni donna è biologicamente e psicologicamente predisposta a creare nuove vite.

Le nostre mamme o, ancora di più, le nostre nonne ce lo hanno detto appena abbiamo comunicato la notizia della nostra gravidanza.
” Non preoccuparti, andrà tutto bene, le donne partoriscono dai tempi dei tempi…”.

Eppure non ci sentiamo mai preparate a quello che accade all’interno del nostro corpo.

Ancora di più a ciò che accadrà non appena avremo partorito.
La nascita di un bambino e l’emergere della genitorialità sono eventi che implicano una riorganizzazione personale molto profonda.
Attivano l’esigenza di uno spazio nel quale poter elaborare il proprio modo di essere e ciò che si sta per diventare.

sostegno psicologico in gravidanzaIl sostegno psicologico in gravidanza e per le neo mamme

Nessun evento nella vita di una persona adulta provoca, infatti, tanta gioia e allo stesso tempo tanti dubbi e tante paure come diventare genitori per la prima volta.

Inoltre, noi madri ci chiediamo se saremo brave, se sapremo come allattarlo, se saremo capaci di prenderci cura di lui e di farlo star bene.

Di sicuro la maggior parte dei genitori non farà che seguire il proprio intuito.
A volte, però, si possono incontrare difficoltà nel gestire i nuovi vissuti e i nuovi aspetti della sua routine quotidiana.

La coppia in un momento iniziale è spesso completamente rivolta e concentrata verso il nuovo arrivato. Diventa in questi casi complicato ritagliarsi uno spazio fisico e psicologico per stare insieme senza di lui.

Molto spesso la donna vive la gravidanza e soprattutto le prime fasi di vita del neonato in solitudine, anche in presenza di un partner affettuoso.

La ragione di ciò è anche sociale. Quella rete che una volta veniva spontaneamente offerta dai rapporti con il vicinato o dalla presenza di una vita familiare “allargata” oggi non sempre è presente.
La coppia genitoriale si appoggia molto alla famiglia di origine, ma sembra assente in molti casi un riferimento all’esterno della vita familiare, una “piazza” dove incontrarsi e condividere momenti di vita quotidiana.

Talvolta quella rete che manca nella vita dei neo-genitori viene sostituita dai social network, gruppi di mamme che forniscono sostegno, danno consigli, condividono emozioni e vissuti. Da lì possono nascere nuove relazioni, ma anche semplicemente trovare degli spazi di contenimento e ascolto, anche solo virtuale, che talvolta non si ritrovano nella propria quotidianità.

Gli studi sull’infant research hanno evidenziato il ruolo che l’ambiente di accudimento ha sull’organizzazione psichica del neonato e si sono rivolti principalmente all’indagine di tutti quei fattori che possono alterare l’equilibrio di questo ambiente.

La depressione materna è uno di questi fattori.

Pensate che rappresenta un problema di grande rilevanza sociale poiché colpisce, nel post partum, il 10-15% delle neo-mamme. (Righetti; Casadei, 2005).

Studi italiani e internazionali mettono sempre più in evidenza come interventi di sostegno alla genitorialità, soprattutto con l’applicazione dell’Home Visiting in collaborazione con figure professionali come quella dell’ostetrica, nelle prime fasi di vita, risultino preventivi del rischio di depressione materna e facilitino lo sviluppo di relazioni primarie sensibili e accuditive.

La presenza di uno spazio di comprensione e sostegno con una figura professionale specifica come quella di uno psicologo può essere utile durante la gravidanza.
Consente di aumentare la consapevolezza del proprio percorso ed entrare in contatto con aspettative, ansie ed emozioni legate al diventare mamma.
E’ utile anche dopo la nascita del bambino, quando è ancora più forte il bisogno di una figura che fornisca supporto, attivi uno spazio di ascolto e riflessione sulle proprie risorse e potenzialità.

Compito dello psicologo diventa allora quello di “facilitare” e, a volte, “contenere” il percorso del divenire genitori.
E’ fondamentale offrire un sostegno psicologico che mira sia al miglioramento della propria qualità di vita, sia alla prevenzione di tutti quei disagi (es. ansia da parto; depressione puerperale ecc.) che possono emergere ed esprimersi in una fase così delicata.

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