Imparare a stare a tavola fin da piccoli

Ultima modifica 9 Gennaio 2020

La tavola può diventare un momento critico per molti bambini, e quindi per i loro genitori. Non tanto e non solo per l’avversione e la difficoltà a mangiare alcuni cibi o per la scarsa appetenza, ma anche perché il momento della tavola implica due cose non adorate dai bambini: stare seduti e la durata.

Infatti agli occhi di un bambino, che solitamente mangia quantità più piccole e vive il cibo come una sottrazione di tempo al gioco, la durata del pasto può sembrare infinita.
Inoltre implica stare seduti senza possibilità di muoversi: altro aspetto non semplice per i piccoli, che spesso a quest’età hanno “l’argento vivo addosso”.

Tuttavia i bambini hanno bisogno di essere “allenati” a saper stare a tavola fin da piccoli, per apprendere le regole sociali e sviluppare buone capacità di adattamento sia a casa che fuori.

Come fare?

In primis, se possibile, cerchiamo di consumare almeno un pasto al giorno tutti insieme. In questo modo abituiamo il piccolo al momento della tavola come spazio di condivisione familiare.
Coinvolgiamolo nell’apparecchiatura commentando quello che mettiamo, facendoci aiutare laddove possibile (tovaglioli, pane, cucchiai…) e cercando di rendere la tavola colorata e stimolante anche ai suoi occhi.

Consiglio di tenere la televisione spenta per evitare evitare distrazioni per grandi e piccini.  Non portate giochi a tavola, in modo da scindere il momento del pasto da quello del gioco.

stare a tavola

Siamo noi che possiamo intrattenere i bambini a tavola ed abituarli a viverlo come un momento sereno.

Possiamo creare un’atmosfera leggera, divertente e piacevole, dandogli attenzioni, coinvolgendoli nei nostri dialoghi e occupandoci di argomenti che li interessano.
In questo modo sarà più semplice favorire la loro disponibilità a trattenersi, in quanto spazio piacevole di condivisione che li vede coinvolti e al centro delle attenzioni familiari.

Nonostante ciò è possibile che qualche bambino possa provare a scendere e ad andare in giro, soprattutto quando non è più interessato a mangiare.

In tal caso, suggerisco di trovare un compromesso.

Non è possibile immaginare che il piccolo aspetti a tavola per l’intera durata della cena, soprattutto se i tempi si dilatano; tuttavia è altresì vero che non può neanche fare un ripetitivo sali-scendi dalla sedia.
Allora in questi casi, in modo amorevole ma fermo, bisogna spiegare che è possibile scendere dalla sedia solo quando si è finito di mangiare.
Unica eccezione per la frutta o il chicco, se vogliamo che la conclusione del pasto sia condivisa con gli altri familiari e quindi in tal caso, concordiamo di attendere che gli altri finiscano.

Il periodo dell’attesa può essere gestito proponendogli un gioco o un’attività tranquilla (libro, colorare, disegnare…) che può fare anche a tavola, così da trovare il modo di intrattenersi ulteriormente sconfiggendo la noia.

L’atteggiamento appreso a casa può essere poi generalizzato anche ad altre situazioni fuori casa, a casa di amici, al ristorante.

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