Dialogare con i bambini fin da piccoli

Ultima modifica 4 Aprile 2016

Il dialogo è l’ingrediente fondamentale dei rapporti interpersonali, in particolare di quelli affettivi che crescono, si rafforzano, superano ostacoli e difficoltà proprio in virtù della spinta a comunicare.

In famiglia il dialogo è il mezzo attraverso cui raccontare e condividere con gli altri le esperienze che viviamo, pensieri ed emozioni, per confrontarsi, per conoscere e farsi conoscere, per affrontare e risolvere problemi ed incomprensioni.

Se vogliamo che anche i nostri figli sviluppino questa positiva spinta al dialogo, alla condivisione e al confronto, è importante educarli in tal senso fin da piccoli.

In quale modo?

Partiamo da noi stessi. Essendo noi genitori il più importante modello di apprendimento, se siamo noi per primi a sviluppare un buon dialogo in famiglia, allora è molto verosimile che i bambini si abituino a loro volta a farlo.

Numerosi studi hanno evidenziato che figli cresciuti in famiglie in cui vi è dialogo e comunicazione, sono a loro volta più inclini al dialogo.

Ad esempio, quando alla sera la famiglia si riunisce attorno alla tavola, potremmo creare l’abitudine di raccontare la giornata vissuta. Può essere un “gioco” utile sia per condividere anche con i figli le proprie esperienze sia per stimolarli a raccontare a loro volta.

Quando raccontiamo, non ci limitiamo alla cronistoria di quanto accaduto, bensì arricchiamo i nostri racconti con pensieri, riflessioni ed emozioni.
Inoltre facciamo attenzione a coinvolgere anche i piccoli quando parliamo, così da farli sentire partecipi ed importanti e moduliamo il linguaggio in funzione loro: frasi semplici, brevi e chiare.

Possiamo stimolare i piccoli a parlare incentivandoli anche con domande, senza rischiare di diventare troppo insistenti. Quando, invece, sono loro a chiedere, diamo attenzione e importanza alle loro domande e di rispondere, se e quando siamo in grado di farlo.

Per allenare i piccoli al dialogo, può essere molto utile anche abituarli a commentare ciò che fanno (ad esempio, nel gioco), ciò che disegnano o ciò che possono vedere (in tv, ad esempio).
In questo modo i bambini si allenano a tradurre in parole ciò che sperimentano, arricchiscono il loro vocabolario e con l’aiuto di mamma e papà, possono creare un pensiero proprio in virtù di ciò che vivono.

Inoltre quando brontoliamo i nostri figli per qualcosa, cerchiamo di andare al di là del “no” e di spiegare loro il motivo in modo semplice e chiaro: in questo modo il piccolo si sente considerato e gli diamo la possibilità anche di comprendere il motivo del divieto.

Abituare i bambini a comunicare significa non solo stimolarli a raccontare e condividere ma anche e soprattutto sviluppare nei loro confronti un ascolto partecipe e interessato, che comunichi un sincero interessamento verso nei loro confronti e di ciò che dicono. Questo implica sintonizzarsi su di loro ed eliminare fattori di distrazione (televisione, cellulare o altro), così da creare uno spazio di attenzione dedicata.

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