Inserimento a scuola per i minori adottati

Ultima modifica 4 Settembre 2017

Mancano pochi giorni dall’inizio della scuola mi sembra utile cercare di illustrare la figura dell’insegnate di riferimento per gli alunni adottivi che le scuole hanno la possibilità di nominare all’interno del plesso scolastico. Con le linee guida e le buone prassi per l’inserimento a scuola dei minori con storia adottiva, il ministero dell’Istruzione scende in campo con vari strumenti per agevolare tale inserimento.

In cosa consiste la figura dell’insegnante referente e quando ci si può rivolgere a questo insegnante?

Iniziamo con il dire che il ruolo dell’insegnante referente si esplica in due direzioni: verso l’interno, con funzione di riferimento per gli insegnanti che hanno alunni adottati nelle loro classi; e verso l’esterno, con funzione di cerniera tra scuola, famiglia, servizi socio-sanitari del territorio e altri soggetti che sostengono la famiglia nel post-adozione.

adozioni_scuola

Si tratta di un docente formato sulle tematiche adottive a cui le famiglie possono rivolgersi sia prima delle iscrizioni sia nella fase d’inserimento.
A questo proposito molto utile è strutturare un incontro in tempi rapidi tra insegnanti e genitori per mettere a punto un eventuale piano didattico personalizzato (Pdp), piano che comunque può essere messo in atto in qualsiasi momento dell’anno qualora un allievo con storia adottiva dovesse presentare difficoltà sia relative al suo inserimento all’interno della classe che alla capacità di seguire le lezioni o di riuscire a mantenere un atteggiamento sereno durante le ore passate a scuola.

In caso di minori inseriti negli ultimi anni della primaria o in classi successive, un suggerimento ulteriore è quello di prevedere un «compagno tutor» e, dove se possibile, un «facilitatore linguistico».
Proprio per la grande importanza della relazione tra scuola/famiglie, soprattutto nella fase di prima accoglienza, è nata la figura dei docenti referenti per l’adozione.

Scendiamo ora nei particolari sul ruolo ed i compiti di questa figura, che molte scuole hanno già provveduto a nominare ricordando però che le linee d’indirizzo invitano le scuole a farlo, senza che ciò costituisca un obbligo!

Da qui si deduce la necessità da parte dei genitori, al momento del primo contatto con la scuola, di informarsi se sia stato nominato il referente per l’adozione al quale potranno chiedere un colloquio per ricevere informazioni riguardanti l’organizzazione scolastica, il Piano dell’Offerta Formativa della scuola e i progetti in esso contenuti, le risorse e gli strumenti disponibili per facilitare l’inserimento dei minori adottati.

Sempre al docente referente (o al Dirigente scolastico, nelle scuole in cui questa figura non è stata nominata) andranno comunicate tutte le informazioni utili per il migliore inserimento del bambino/ragazzo allo scopo di decidere insieme sia sulla scelta dei tempi che rispetto alla classe in cui l’alunno andrà introdotto compito che comunque spetta al dirigente scolastico.

A tale scopo è stato introdotto un Allegato, il n. 1, delle Linee d’indirizzo (Scheda di raccolta informazioni a integrazione dei moduli d’iscrizione) che propone una scheda di raccolta di informazioni pensata per la scuola primaria, che può essere utilizzata dai referenti come traccia, e anche dai genitori per avere un’idea preventiva delle informazioni che è bene comunicare.

Qualora si avessero informazioni relative alla scolarizzazione pregressa e l’eventuale valutazione degli operatori dei servizi e/o degli Enti autorizzati sulla situazione psicoemotiva e cognitiva del bambino (indispensabile nel caso in cui si richieda la deroga all’iscrizione alla prima classe della primaria al compimento dei sei anni) è utile fornirla anche alla scuola per poter inquadrare al meglio il bambino ed aiutarlo quindi in maniera completa ad inserirlo nella classe adeguata.

Successivamente il referente per le adozioni insieme all’insegnante di riferimento della classe fungerà da riferimento per il bambino/ragazzo ed dovrebbe avere il compito di raccogliere informazioni utili a prendersi cura dell’alunno nel miglior modo e a stabilire se vi è la necessità di elaborare un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Anche in questo caso le Linee d’indirizzo hanno un allegato che può essere utilizzato come traccia (Allegato 2 – Primo colloquio insegnanti-famiglia).

E’ preferibile tuttavia che, come suggerisce la dott.ssa Livia Botta Psicologa e Psicoterapeuta, Ricercatrice presso ANSAS – le informazioni vengano raccolte durante un colloquio libero piuttosto che in forma di domanda-risposta, e che il referente o l’insegnante di classe provvedano in un secondo tempo a trascrivere i dati ricavati dall’incontro.- in modo, a mio avviso, di mettere sia i genitori che gli insegnanti referenti in un clima di collaborazione piuttosto che di mera indagine.

Va da sé che il ruolo di tramite e di coordinamento del referente è fondamentale nella fase del primo ingresso ma che questa figura di supporto non esaurisce la sua funzione in questo primo periodo, perché il referente dovrebbe collaborare e monitorare l’andamento dell’inserimento e del percorso formativo dell’alunno; dovrebbe, con il consenso dei genitori, accompagnare il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuola.

Questi sono i compiti fondamentali del referente nei confronti delle famiglie adottive.

Certo è che il corpo docenti non è sollevato dalle normali responsabilità di attenzione e sensibilità in presenza di un’adozione. Partecipando a momenti di formazione mirata sulle tematiche adottive oppure mantenendo in classe un atteggiamento equilibrato, evitando cioè di sovraesporre gli studenti adottati o dimenticarne le specificità stimolando in classe occasioni per parlare delle diverse tipologie di famiglia esistenti oppure predisporre percorsi didattici personalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento dei singoli.

Un suggerimento che ritengo utile è che le famiglia leggano e usino le linee guida fatte dal Miur perché spesso siano proprio noi i primi a non conoscerle in modo da essere preparati riguardo ai diritti/doveri nostri e dei nostri figli a scuola consapevoli che, affinché questo rapporto sia utile, è fondamentale una collaborazione reale fra scuola e famiglia.
Laddove la scuola non si fosse ancora attivata e non dovesse risultare adeguatamente sensibilizzata rispetto al tema dell’alunno adottato, è fondamentale diventare i fornitori di informazioni in maniera attiva portando a conoscenza del protocollo esistente, promuovendo incontri sull’argomento magari appoggiandosi ad una associazione di genitori adottivi che da sempre sono molto attivi e preparati riguardo alle problematiche che possono insorgere a scuola.

Siate voi genitori per primi “referenti di riferimento” per la scuola là dove di cultura scuola-adozione ce ne è poca in modo da far crescere la sensibilità di un ambiente così importante per la crescita dei nostri ragazzi.

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