Inventare storie con le Carte di Propp e simili

Ultima modifica 9 Maggio 2019

Mi sono sempre detta che mio figlio grande non ha fantasia.
E’ uno molto preciso e rigoroso, si attiene al reale, quasi allo scientifico, pur avendo 4 anni vedo che ha una mente razionale.
Ero quasi triste per questo.
Leggiamo molto, come potrebbe essere altrimenti?, io stessa invento per loro moltissime storie e mi sembrava impossibile che lui fosse così razionale.

Poi è successo. Ha iniziato a usare la fantasia.

Non per inventare storie, si vede che non è nelle sue corde, piuttosto per improvvisarsi documentarista del National Geographic (la sua natura è pur sempre quella di scienziato :P), ma io sono felice perché quel semino che ho piantato 4 anni fa, finalmente sta facendo spuntare qualcosa.

Allora ho tirato fuori le Carte di Propp.

Inventa storie - carte di propp

Se non sapete chi è Propp è un linguista e antropologo russo che all’inizio del ‘900 codificò le fiabe classiche.
Aveva notato che tutte le fiabe rispondevano sempre a uno stesso schema: eroe, antieroe, problema iniziale, prove che l’eroe deve superare, aiutante… e così via.

Le Carte di Propp si trovano in varie forme (cubo, carte da gioco eccetera) e hanno indicate, appunto, questi punti fermi, per così dire.

Ovviamente servono da spunto per poi creare una storia, ci sono mille modi in cui possono essere usate e sono anche, secondo me a partire dai 4/5 anni, un gioco simpatico da fare in famiglia o a una festa o in classe.

Ma inventare storie serve a qualcosa?

Secondo il mio modesto e inutile parere inventare storie è importante quanto leggerle.

Con la lettura, come abbiamo detto, il bambino si abbandona, si gode il genitore che legge, si identifica con i personaggi o le situazioni, capisce qualcosa di sè e lo applica come crede alla vita reale.

Con l’invenzione delle storie, diventa parte attiva, ma anche diciamo controllata, perché inventare storie non è vaneggiare o partire a braccio senza mai arrivare a una conclusione (in questo aiutano le Carte di Propp, perché servono a non perdere il filo), la storia può essere strampalata all’inverosimile, ma serve al bambino per dare un capo e una coda al suo racconto.

Inventa storie

Sempre il caro Rodari ci insegna mille modi di inventar storie, meno strutturate di Propp.

Ad esempio si può partire da un titolo di giornale modificato, o prendere due parole a caso scelte all’inizio del gioco e prese a spunto, o ancora partire da un errore su cui ridere sù e inventare una fantastica storia.

Inventare storie, però, prevede sempre la nostra attenzione, la nostra partecipazione. Prendetevi una serata, magari dopo cena, vi sedete tutti in salotto o in cameretta e a turno costruite dei pezzi!

Diventa molto simpatico, se i bambini sono più grandi, realizzare anche dei disegni del racconto, così da creare una sorta di albo!

In mezzo a tutti i cartoni animati, che comunque sono del parere che servano anche quelli se visti con criterio e non come parcheggio perenne, ai giochi in autonomia (o anche insieme), questo di inventar storie ci dice molto dei nostri figli.

Impariamo cosa è importante per loro.

Cosa li fa ridere, cosa vogliono mettere in risalto e, perché no, qualche volta cosa li spaventa o se c’è qualcosa che li turba.

Il tutto, però, ricordiamo, deve restare un gioco, non un’interrogazione o un’analisi dell’intelligenza dei nostri figli.

Il nostro compito, è magari intervenire con inserti logici per riportare la storia sul binario della sequenza logica, ed è bellissimo anche per noi adulti perderci nei vaneggiamenti alla Carroll per inventare storie in cui tutto è possibile e lecito!

Ecco dunque dopo Propp, lo scienziato, Rodari, l’esperto, Noi stesse: sassi inventa storie, carte tutte nostre, biglietti in un cappello, partire da una storia scritta per modificarla interamente … qualsiasi sia il metodo che sceglierete (o tutti e tre insieme) vi garantisco che sarà uno spettacolo star a sentire i vostri bambini!

Vi lascio con una considerazione sempre tratta da Grammatica della Fantasia

“Creatività è sinonimo di pensiero divergente, cioè capace di rompere continuamente gli schemi dell’esperienza. E’ creativa una mente sempre al lavoro, sempre a far domande, a scoprire problemi dove gli altri trovano risposte soddisfacenti …”

 

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