La prima volta da zia

Ultima modifica 29 Settembre 2016

Parliamo tanto del nostro mondo “mammesco”, delle nostre esperienze da donna-nuova, della gravidanza prima e dei nostri figli poi, abbiamo paura di “perderci”, di non riconoscerci più come donna, moglie e amante, lavoratrice, amica, e quindi cerchiamo di non tralasciare mai nulla, nessun aspetto del nostro nuovo mondo! Eppure qualcosa ci sfugge: quando nasce un bimbo, nascono una nuova mamma, un nuovo papà, certo, ma anche nuovi nonni, nuovi zii e zie, (a dire il vero, pure bisnonni e prozie!)… e noi ci siamo mai chieste: cosa succede in loro? “Cosa ha provato mio padre? Cosa pensava mio fratello quando ero in sala parto? Cosa faceva mia sorella aspettando fuori dalla porta?”

Io ho chiesto a mia sorella di raccontarsi da zia. E lei mi ha risposto così:

La mia prima volta … da zia!

Mi presento: io sono Zia Dana! Non “una zia”, ma “la zia”! (l’unica che ha!)

Mentre scrivo Lei è qui che, sul mio letto, accerchiata da collane e bracciali, interpreta Biancaneve addormentata in attesa di bacio “rigenerante”, che ovviamente spetta a me! Lei è: la “polpetta”, che da 3 anni fa vivere a zia Dana le sue strane, per certi versi timorose, prime volte! Quando è arrivata certo non credevo che avrei rivissuto ciò che di più bello c’è nella vita: la sensazione di sentirsi sereni e “bambini”. Cantare come Cenerentola, dormire come Aurora e sognare come Alice. Vero è, però, che io nel paese delle meraviglie ci sono andata per la prima volta, mano nella mano con lei, quando ho cominciato ad essere zia.

C’è da considerare che nelle nostre giornate, oltre alle prime volte in cui abbiamo giocato, riso, ballato e cantato … zia Dana ha vissuto anche le sue prime pappe, i suoi primi pannolini e ha sentito le prime angosce ogni volta che Lei piangeva o non stava bene. Insomma, tutto ciò che per la prima volta sente una mamma quando vive il suo bambino, è ciò che ho vissuto io quando mi trovavo di fronte alle prime volte da… zia.

Includo in queste straordinarie nuovissime esperienze, un bagaglio inesauribile di canzoni, un’infinita serie di principesse che quotidianamente interpreto, sfilate di moda improvvisate nei corridoi di casa e concerti di musica rock organizzati tra il divano e la cucina! Immaginate poi, che con la zia si può fare tutto ciò che mamma non vorrebbe, e quindi prendono il via: frasi e slogan su quanto siamo “dive”; assalti ai “beni preziosi” di casa; stuzzichini prima di pranzo; gelati stampati sulle magliette e via così. Cenerentola certo sarebbe contenta di sapere che ho utilizzato il suo segreto per spiegare alla mia “polpetta” che con le giuste scarpe al piede si può fare di tutto… e altrettanto  Ariel, quando le ho detto che con la propria voce si può incantare il mondo!

Eh si, lo so, gli insegnamenti di una zia, alla sua prima volta, sicuramente non sono il massimo in termini di psicologia infantile, tanto meno così educativi come ci si dovrebbe aspettare! Ma che volete farci , io quando sto con lei divento davvero Cenerentola, sono davvero uno qualunque dei sette nani, e canto davvero come una sirena (su questo non credetemi!!). Ma quando la sua mamma e il suo papà mi hanno chiesto di mettermi alla prova nella mia prima volta, io ho capito che sarei cresciuta con lei, e che forse nella mia prima volta qualche bonaria “sbavatura” e comica incertezza potevano anche starci! Diciamo quindi che se a volte sei l’amichetta dell’asilo con cui colorare o il principe da baciare, una zia è prima di tutto semplicemente, comicamente zia! A metà strada tra una bambina e una donna-non-mamma! E scusate se è poco!

Tanto poi ci pensano i genitori a dirle cosa deve e non deve fare. Io la parte della cattiva, mai!

Dunque:  lasciateci cantare, giocare e soprattutto sognare! Nella sua “prima volta” una zia torna un pò bambina, sognando con le favole, e diventa un pò più donna, imparando cosa significa amare qualcuno che, se anche non ti appartiene completamente, è comunque parte di te.

Leida Leg

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