La risposta è nelle stelle

Ultima modifica 28 Giugno 2019

Non sono abituata a scrivere recensioni di film.
La scelta ricade quasi sempre sullo stesso genere (commedia o sentimentale), perché, dopo la nascita dei tre figli, le uscite al cinema sono state drasticamente ridotte e quando hanno ricominciato a esistere, è stato per vedere il nuovo cartone della Disney o giù di lì.
Ieri sera, però, ho visto un film che mi ha colpito e siccome sono dell’idea che quando qualcosa ti emoziona devi parlarne, allora eccomi qua.

La risposta è nelle stelle al cinema

“La risposta è nelle stelle”, tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks, è una storia semplice ma bella, che regala autentici picchi di emozione.

la risposta è nelle stelle
Racconta dell’incontro tra Luke (Scott Eastwood), un ex campione di rodeo in procinto di tornare sulle scene e Sophia (Britt Robertson), una studentessa pronta a intraprendere il lavoro dei suoi sogni a New York.

Tutto ha inizio da un cappello e da una scatola piena di ricordi e lettere.

Mentre i loro sentieri professionali e i loro ideali mettono a dura prova la loro relazione, Sophia e Luke fanno inaspettatamente la conoscenza di Ira (Alan Alda), i cui ricordi della sua decennale storia d’amore con Ruth (Oona Chaplin) influenzerà nel profondo la giovane coppia.

Due generazioni e due amori sotto la lente d’ingrandimento.

Due coppie che apparentemente non hanno nulla in comune, divise dagli anni e dalle esperienze, ma che il destino fa incontrare, nel più inaspettato ed emozionante dei modi. Un destino che ci ricorda quanto anche le decisioni più difficili possono essere l’inizio di un viaggio straordinario, perché i sentimenti e i segreti degli uomini percorrono strade impossibili.
Voci diverse quindi, presente e passato, gioventù e vecchiaia. Come sempre accade quanto i punti di vista sono differenti, lo spettatore finisce per preferirne più uno rispetto ad un altro.
E così, se il giovane Luke può far innamorare dei suoi occhi, del suo sguardo, del suo fisico, la figura che ho finito per preferire è quella dell’anziano e debole Ira.
Lui ha saputo emozionarmi e incantarmi, con le lunghe e romantiche lettere scritte alla sua Ruth, distruggermi con il racconto di quando, nove anni prima, la morte gliel’ha strappata dalle braccia, ma non dalla mente.
E’ la più normale delle storie, senza sesso e le consuete volgarità aggiuntive, cui fanno da sfondo rodei, natura mozzafiato, fattorie all’americana ma anche una spinta vivace verso l’arte e la ricerca del piacere (in senso lato) che mi ha entusiasmato.

Il finale è carico di ottimismo, fiducia e speranza, nonostante il velo di tragedia cali su quasi tutte le storie di Sparks.

La prova diretta che anche gli uomini, da qualche parte, lungo le strane linee del cromosoma Y, nascondano sensibilità e cuore e che alle belle persone, a volte, possano capitare belle cose.

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