La vita da single è veramente meravigliosa

Ultima modifica 19 Dicembre 2015

Puoi passare dal silenzio meditativo delle sette del mattino all’aperitivo mondano delle sette di sera. Hai la possibilità di mangiare la pasta direttamente dalla pentola come farti preparare la cena a casa dal ragazzo appena conosciuto. Ti fai la ceretta in cucina e decidi di andare a vedere un film muto quando vuoi.

Ci sono un’infinità di possibilità in merito alla gestione del tempo libero e all’organizzazione degli spazi che permettono di realizzare le aspettative più impensabili.

mammasingle

Hai sempre desiderato l’amaca in salotto?
Ora nessuno ti impedisce di metterla.

Volevi tanto la zanzariera sopra il letto?
Non ti interessa sentire un’opinione diversa dalla tua.

Ecco, questa è la splendida vita della donna emancipata, single, che non deve rendere conto a nessuno, capace di decidere e di valutare.

La vita spericolata della mamma separata è leggermente diversa rispetto a questo concetto di libertà ed è esponenzialmente complessa all’aumentare del numero dei figli.

Gli appartamenti con due camere sono un lusso in città e tu, che immaginavi di poter far dormire tutta la tua prole nella stessa stanza, ti rendi conto che quel ragionamento non è affatto condiviso. Ti ritrovi così a passare le notti nel divano-letto in salotto perché da un lato non riesci ancora a proiettarti nella dimensione matrimoniale (relativamente all’alcova) e poi perché non puoi proprio permetterti quei sette otto metri quadrati in più che ti cambierebbero la vita.

Il bagno diventa il pomo della discordia, soprattutto in presenza di figlie femmine che si lamentano della presenza di un numero dispari di toilette, ovviamente inferiore a tre. A momenti ti trovi a fantasticare sulla presenza dell’elimina code al supermercato per stabilire la priorità nell’utilizzo del bagno, visto che nessuno riconosce il tuo ruolo di mater familias. In più non ci si rende conto che quella crema nel tubetto verde, eredità della vita coniugale e costata un’esagerazione, non può essere usata come pasta per modellare.

Non c’è da sottovalutare nemmeno l’aspetto logistico dell’allestimento della casa: cambiare una lampadina, la lavatrice che improvvisamente non funziona, fissare al muro i quadri comprati al mercatino. Insomma i migliori amici di una mamma single diventano trapano, avvitatore e gli oggetti vibranti in genere, che possono aiutare a risolvere un sacco di problemi pratici. E spirituali.

Ci sono da considerare anche gli slanci turistici, come portare i figli nelle classiche gite fuori città e guidare, nel traffico, con ogni condizione metereologica e la conseguente ricerca di parcheggio. Non contano le dimensioni dell’auto e nemmeno il numero dei sensori, se ci sono, perché i posteggi sono sempre inadatti e i metodi per parcheggiare possono essere stati inventati solo da un folle maschio sadico.

Comunque è altresì vero che, se ci pensate bene, queste cose molto probabilmente le gestivate già da sole anche nella vita matrimoniale. E quel “Cambia la lampadina a-m-o-r-e” magari andava avanti per settimane e in fondo vi piaceva brontolare e pensare che qualcuno prima o poi l’avrebbe fatto. Oppure anche solo la soddisfazione di sbrigare le faccende e farlo notare alla vostra dolce metà.

Qui invece si gioca in solitaria e se si porta a casa la vittoria non c’è nessuno fa il tifo, se non voi stesse. Le cose da fare non finiscono mai e il mantra del momento diventa “chi fa da sé fa per tre, nel mio caso proprio in modo letterale.

Io spero che le difficoltà di questa nuova vita vengano ripagate dall’insegnamento che cerco di dare ai miei figli. Vorrei che in modo tangibile capiscano quanto sia faticoso stare da soli, ma che in certi casi diventa una scelta sincera e doverosa, soprattutto con se stessi. Non si porta avanti un rapporto per inerzia o per paura della solitudine, piuttosto si impara a voltare pagina. Sicuramente la vita di coppia è meravigliosa, condivisa con la persona giusta, ma vorrei che non prendessero questo come unico esempio di vita.

Si può essere felici da soli, in due, con il cane, il gatto oppure in condivisioni familiari più ampie e non convenzionali.

Ci vuole solo tanto amore, rispetto, rossetto e un pizzico di ironia.

Sara Uliana

3 COMMENTS

  1. Bell’articolo. Io sono una mamma single da più di 3 anni di un bimbetto di 4 e mezzo. Fortunatamente il padre è presente, anche se è per scelta sua che non siamo più una famiglia. Lavoro full-time per le stesse esigenze economiche e vedo mio figlio 3/4 ore al giorno e non tutti i giorni, fortunatamente però la domenica è “nostra”. Ultimamente sento molto il peso della solitudine, anche perché praticamente non ho amiche libere e, se non sono con il piccolo, finisco per starmene in casa da dola. O al cinema da sola, O a spasso da sola. L’aspetto pratico di essere solo in due è evidente: un’armadio tutto mio e niente cambio di stagione, meno lavatrici, meno da stirare, basta discussioni sulle cose rimandate all’infinito. L’aspetto lampadina e trapano non mi spaventa (anche perché ho 2 fratelli che posso interpellare, nel caso del trapano, con la lampadina me la cavo), mi spaventa il non sentirmi amata come mi meriterei. Mi mancano le coccole, gli abbracci, i buongiorno, i buonanotte, i pensieri all’improvviso, gli auguri per il compleanno, il bacio sotto il vischio, fare l’amore, le scuse dopo una discussione, condividere qualcosa d’importante. Ma ci devo fare il callo, chissà che un domani possa piacere di nuovo a qualcuno e, magari, decida anche di restare con me. Stavolta davvero.

  2. Ciao Serena! Grazie mille per la tua testimonianza, emotivamente intensa. Hai colpito in pieno quello che tutte noi mamme single sentiamo: il peso di questo letto mezzo vuoto. E ci troviamo a fantasticare sul Principe Azzurro che però invece del cavallo bianco dovrebbe arrivare con una familiare… Visto che non dovrebbe innamorarsi solo di noi donne, bellissime e meravigliose, ma anche del nostro pacchetto amoroso fatto di tabelline da ripassare e film di animazione da guardare.
    Io sono una inguaribile romantica e una convinta ottimista. Arriverà anche il nostro momento. Io alle favole ci credo. Sempre. E devi continuare anche tu! Perché anche se poi non dovesse andare esattamente come avevamo immaginato, almeno abbiamo vissuto ogni giorno in modo totale e intenso, insegnando ai nostri figli il valore dell’Amore in cui loro devono credere, nonostante la nostra esperienza. O forse proprio per il nostro esempio di forza e di perseveranza. E crediamoci sempre. Vivremo così felici e contente anche noi!

  3. Ciao Sara…mi sono imbattuta nel tuo articolo mentre cercavo sul web testimonianze di donne nella mia stessa situazione, cioé sola con un bambino.
    Io ho deciso di troncare la storia con il mio ex semplicemente perché’ non ci amavamo piu’ da tempo, avrei voluto farlo prima ma avevo paura della solitudine, con la nascita di Francesco invece ho capito che non volevo continuare a stare con un uomo che non amavo e non stimavo più e ho trovato il coraggio di lasciarlo, dopo l’ennesimo litigio mi ha mandato gentilmente a quel paese e l’ho preso alla lettera, andando via con il mio bambino di poco più di un anno.
    Dopo tre anni però ancora mi chiedo se ho fatto bene…il mio ex come donna non mi manca ma mi manca quando mi trovo come oggi alle festicciole dove gli altri bambini sono accompagnati da mamma e papà, mi manca quando per fare una gita devo cercare la compagnia di qualcuno, quando si esce con gli amici e mi devo sdoppiare per seguire il mio bambino e nel frattempo cercare di fare due chiacchiere con gli altri..mi chiedo se non sarebbe stato meglio trovarsi un amante e continuare a vivere con il mio ex dando a Francesco almeno un’apparente famigliola felice…

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