Le braccia della mamma

Ultima modifica 13 Novembre 2017

Le braccia della mamma hanno un compito fondamentale, si può dire che siano l’ago della bussola della famiglia.

Con le braccia avvolgiamo il pancione durante la gravidanza, le braccia si ancorano saldamente al letto per spingere fuori la vita tanto attesa, le braccia avvolgono come una coperta il neonato in lacrime, che subito si sente al sicuro, al caldo, circondato dall’odore della mamma, l’odore di casa.

Da quel momento in poi ai bambini basterà guardare cosa stanno facendo le braccia della mamma per capire la situazione.

Si piegano poggiando i polsi sui fianchi: la mamma è arrabbiata, meglio starle lontani, ma io ci provo lo stesso e faccio gli occhioni da cane bastonato.

Un braccio è piegato l’altro si alza: che paura, stavolta l’ho fatta grossa!
Arriva uno sculaccione o comunque il dito indice si alzerà come un parafulmine a impedire che quello sculaccione arrivi davvero, meglio chiedere scusa.

Si allungano come aste a prendere quel gioco lassù in alto che volevo tanto anche se non ci giocavo da tanto tempo, adesso mi serve, lo voglio!

Arrivo a casa e le braccia della mamma sono aperte, spalancate, pronte a chiudersi a molla intorno a me e so che non mi lasceranno mai più!

Sono piegate ad angolo e sono cariche di pacchi, sacchetti, borse. Eppure mi prende se cado e piango. Ma quanto sono forti le braccia della mamma?

Alle volte, mentre abbraccio la mamma arrivano gli altri della famiglia, ma lei ripete sempre “coraggio nelle braccia della mamma c’è spazio per tutti” e davvero ci entriamo tutti quanti!

Per addormentarmi, o se ho paura, le braccia diventano grembo e mi rannicchio al sicuro di nuovo dentro di lei e allora ancora mi avvolge quell’odore, l’odore di casa e finalmente mi calmo e riposo sereno.

Noi madri abbiamo un debito di gratitudine nei confronti delle nostre braccia, chiediamo loro tutto l’aiuto, sono la nostra più grande risorsa.

le braccia della mamma

Le usiamo come bandiere, piegate sui fianchi per sgridare, alzate per minacciare con l’indice, anche se qualche volta il braccio proprio non ne vuole sapere di resistere e cala sui sederotti rallentando all’ultimo centimetro per non fare davvero male, perché deve essere un mònito non uno sfogo.

Possibile che voglia proprio quel gioco, lassù sopra l’ultimo ripiano? In punta di piedi, coraggio braccia allungatevi come aste e con la punta delle dita piano piano ce la facciamo a prenderlo! Meglio di Elastigirl!

Che gioia vedere quel visino che ci corre incontro dopo una giornata lontani, braccia apritevi più che potete, e poi stringetelo forte per amare, ma piano per non soffocare.

Siete mitiche, braccia, nella stessa circonferenza che create unendo le mani c’è spazio per tutti, tutta la famiglia è racchiusa in questo cerchio infinito che solo voi sapete creare. Grazie, grazie di cuore.

Braccia, vi chiediamo uno sforzo immane, la macchina è parcheggiata lontana, la spesa da scaricare, come faccio col bambino a fare due viaggi? E se cade, vi prego non cedete, resistete, noi ve ne saremo grate, aiutateci a fare questo ultimo piccolo sforzo.

La sera, dobbiamo chiedere il massimo alle nostre care braccia, c’è da rimettere tutto a posto, preparare le cose del mattino, lavare dentini, mettere pigiamini, issare su lettini, rimboccare copertine. Forza, coraggio, il premio è quasi arrivato: ci sdraiamo nel letto e lasciamo che si rannicchino contro di noi, forza avvolgete quel piccolo corpicino e siamo di nuovo una cosa sola, il suo odore, l’odore di casa.

® Riproduzione Riservata

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