Mammo? No, genitore.

Ultima modifica 9 Gennaio 2019

Conosco una coppia che molti benpensanti non esiterebbero a definire “sui generis”.
Io, invece, credo che rappresentino semplicemente una genitorialità scevra da qualsiasi retaggio preistorico, un modello da seguire laddove esista la possibilità e soprattutto la volontà da parte del cosiddetto “sesso forte”.

papà

Lui è un professore, lei ha un lavoro impegnativo che la porta a rientrare a casa tutte le sere non prima delle 19:00. Hanno una bimba di sette anni.
E’ il papà che la porta praticamente sempre in piscina e a tutte le festicciole dei compagni di classe. Si mescola al gruppo delle mamme chiacchierando amabilmente di argomenti “da donna” senza perdere un briciolo della sua mascolinità.
E’ un uomo divertentissimo e autoironico. Capace di regalare a quanti lo circondano interessanti (ma mai supponenti) conversazioni che spaziano dal cinema d’autore ai libri, dalle mostre degli impressionisti a quelle dei futuristi, ai viaggi che ha fatto assieme alla sua compagna e alla figlioletta.

Vi dico soltanto che si sono avvicendati in una vacanza nei fiordi norvegesi quando la piccola aveva appena sette mesi. Ci sono genitori con figli della stessa età si spaventano persino all’idea di andare a una pizzata fra amici.

Hanno una casa enorme, coloratissima, stracolma di libri e di vita, una cucina viola glicine e i quadri nelle toilette, contrassegnate come “Il bagno delle donne” e “Il bagno degli uomini” con tanto di cartelli e figurette esplicative.
La stanzetta della piccola sembra una succursale del paese dei balocchi, ed è sempre pronta ad accogliere i pellegrini di passaggio.
E già, perché oltre ad occuparsi di sua figlia, questo papà si prende cura al bisogno anche di due/tre amichetti, splendida opportunità di cui ho goduto alcune volte.

Chiaramente gli ho ricambiato il favore, ma ditemi voi: quanti papà di questo genere conoscete?

Ora. Capisco che il fatto di essere un professore lo renda il soggetto ad hoc per sostituirsi all’occorrenza a sua moglie: le lunghe ferie estive e l’orario di cui gode sono ottimali per prendersi cura di un figlio, però conosco liberi professionisti con una flessibilità lavorativa non dico uguale, ma simile, che non si sognerebbero mai di fare il “mammo”.
O meglio, il genitore.

padre e figlia

Scambio di ruoli?
Confusione fra i sessi?
Ma quando mai!

Questa bambina chiama l’uomo che l’ha generata con il suo giusto nome, senza nessun caos di genere o ruoli.

Per lei è un abitudine stare quasi esclusivamente con il papà, è una cosa naturale.
In un anno di frequentazione piuttosto assidua l’ho sentita soltanto una volta lamentarsi perché le mancava la sua mamma.
Una madre fra parentesi attentissima, che soffre solo in minima parte del dannato senso di colpa che affligge qualsiasi donna lavoratrice, e che quando rientra a casa svolge il suo ruolo di genitrice con assoluta serenità.

E questo lo deve al mammo – pardon! – compagno che ha la fortuna di avere accanto.

Se state leggendo questo post mentre il vostro lui imbocca svogliatamente il cucciolo con l’aria di chi sta lottando per salvare l’umanità da un’invasione aliena, ditegli di affacciarsi un istante allo schermo del pc.

Non è detto che leggere queste righe lo trasformerà istantaneamente nel compagno ideale. Ma apprendere che esistono anche realtà diverse dal “Io Tarzan, tu Jane”, potrebbe forse scuoterlo dalla convinzione che crescere dei figli sia compito esclusivo di chi li ha partoriti con dolore.

Forse, e sottolineo forse, oggi sarà lui quello che si preoccuperà di andarli a riprendere a scuola. Portarli a catechismo, al corso di karate/danza o dal pediatra, che gli farà il bagnetto e infine leggerà loro la fiaba della buona notte.

E voi potrete finalmente farvi la ceretta perché i peli iniziano a perforare la trama dei jeans. O godervi un lungo bagno caldo, magari. O forse leggere le ultime dieci pagine del giallo che giace impolverato sul comodino da mesi. O anche nulla di tutto ciò.
Potrete semplicemente riprendere fiato.
Semplicemente.

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