Morto Paolo Villaggio. Il mio ricordo di Fantozzi

Ultima modifica 4 Luglio 2017

La notizia che era morto Paolo Villaggio è arrivata in un giorno di luglio caldo e anonimo.

Quasi a volere celebrare i personaggi più famosi che lui ha portato in scena.

Paolo Villaggio era ricoverato in una clinica romana. É morto per alcune complicanze dovute al diabete. Avrebbe fatto 85 anni a dicembre.

I funerali laici si terranno mercoledì alla casa del Cinema (ANSA).

Inutile dire che immediatamente dopo la notizia della sua morte tutti i giornali, tg e tv hanno cominciato a ricordarlo in ogni modo e maniera. Ieri sera qualsiasi palinsesto pubblico e privato ha mandato un suo film.

É morto Paolo Villaggio. L’attore che è stato prima Fracchia, e poi Fantozzi. E tale è rimasto nell’immaginario collettivo.

Sebbene la sua lunga carriera sia costellata di collaborazioni serie in film impegnati. Non per niente Paolo Villaggio ha lavorato con registi come Olmi, Fellini, Comencini, Wertmuller.

Ma il ragionier Ugo Fantozzi valica i film d’autore e ogni altra sua interpretazione.

Forse perchè Fantozzi eravamo tutti.

E perché certamente il personaggio è nato ispirandosi ai vizietti dell’italiano medio. Che quei vizietti magari li schifa al suo vicino ma che ha anche lui.

Ieri sera facendo zapping mi è tornata in mente la mia infanzia.

Fracchia prima, e Fantozzi in modo ancor più vigoroso, hanno segnato un’epoca. Non solo di televisione, ma anche di quotidianità.

Avete idea di quante scene e frasi quei film hanno coniato che sono rimaste nell’uso comune di tutto il popolo italiano?

Se vi dico “Com’è umano lei”?

morto paolo villaggio

Pensiamo solo che senza Fantozzi la corazzata Potemkin in Italia sarebbe conosciuta a tre professori di letteratura russa, mentre invece almeno la scena madre del film è stata vista da almeno due generazioni negli ultimi 40 anni.

E la nuvoletta?

O ancora “Tu mancia”, il rutto libero, le cose “mostruose”, Cita Hayworth la famosa attrice, il “Pina io ti stimo”.
Io credo che le citazioni tratte dai film di Paolo Villaggio, nella vita di quelli come me, nati intorno agli anni 70, si sprechino.
Pina innamorata del panettiere, la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, il supermegadirettore Egr Ecc sup Lup Mann.

I congiuntivi di Filini, anche questi vizio attualissimo in tempi di social dell’italiano medio che non riesce a coniugare.

La preparazione al mattino con colazione e messa in piega contemporanea per arrivare puntuale.
E mille altre frasi e situazioni che altro  non sono state che l’enfasi dei difettucci di noi tutti.
Adesso che è morto Paolo Villaggio, mi chiedo che mondo sarebbe stato il nostro senza il ragionier Fantozzi.

E per tornare al mio ricordo. Quando ho letto che era morto Paolo Villaggio mi è venuta in mente la mia infanzia. A quando vedevo i suoi film seduta sul divano di casa mia con la mia famiglia. La sera, dopo cena, tutti rigorosamente insieme. E ridevamo moltissimo tutti dei difetti e delle debolezze del ragionierino sfigato.

Pensare che Fantozzi, il ragioniere che ama la signorina Silvani e per questa sua infatuazione viene sfruttato da tutto l’ufficio, sopravviverà ad un uomo del calibro e della cultura di Paolo Villaggio sembrerebbe una beffa.

Ma tant’è, la grandezza di un attore, volendo, è soprattutto questa.

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