Primavera, tempo di rinascita

Ultima modifica 14 Ottobre 2015

Senza dubbio, marzo è il mese per antonomasia più “femminile” del calendario, quello dedicato alle donne. Si parte dall’8 marzo con “La giornata internazionale della donna”, per ricordarne tutte le sue conquiste e, purtroppo, anche le sue discriminazioni, per arrivare all’equinozio di primavera, che quest’anno è arrivato in anticipo di un giorno, ovvero il 20 marzo.

Tuttavia, questo non è solo il periodo del risveglio primaverile, ma anche quello in cui i nostri “sensi” di donna si ridestano. Ci lasciamo andare ai flussi di un’inarrestabile energia, il caldo tepore del sole ci “ricarica” e con esso prende il sopravvento il nostro desiderio di dimenticare la stagione delle piogge e riprendere in mano la nostra vita dal punto di vista sia fisico, sia mentale. Insomma, è come se, con l’arrivo della primavera, fuori, qualcosa anche dentro di noi cambiasse.    colore[1]  

A volte, ci basta vedere il sole e sentirne il suo torpore sulla pelle, per metterci subito di buon umore. Altre volte no, anzi, perché il cambio di stagione porta in qualcuna debolezza e stanchezza o, forse, perché “una rondine non fa primavera”, direte voi. Tuttavia, è pur sempre vero che una rondine in arrivo, annuncia che ci siamo quasi. A cosa? A quella sorta di rinascita, che nella natura è di certo più appariscente: dopo il silenzio del letargo invernale, tutto ciò che ha vita riprende la sua voce, dal freddo si passa ai tiepidi raggi di fine marzo, le giornate si allungano e gli uccellini cinguettano più del solito, le piante spoglie e rinsecchite cedono il posto ai giardini in fiore, che iniziano a farsi largo per stupirci con colori e profumi. Bene, sono tutti segni tangibili che la bella stagione è alle porte.

Ovunque, è tempo di risveglio, anche per noi, che iniziamo a sentire la “vita”, luminosa e impetuosa, scorrerci dentro. È un autentico trionfo dei sensi, in particolare, della vista, seguito da olfatto, tatto, gusto e udito. Anche l’umore subisce un’impennata, ci sentiamo più sorridenti, energiche e la nostra voglia di “piacerci” e piacere cresce a dismisura, con la conseguenza diretta di voler prenderci più cura di noi stesse, allo stesso modo di come faremmo con le nostre piantine. Allora, via libera a sport, restyling e uscite fuori porta, con famiglia e amici.

Volendo metaforizzare il tutto, “tagliamo i rami secchi”, a vantaggio di forma e bellezza, “concimiamo”, ovvero diamo “nutrimento”, in qualità e quantità necessaria a soddisfare la nostra fame di vita, e, infine, aspettiamo con fiducia che i “frutti” maturino, perché «…Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l’aspetti….».

y1pfpuvicewzjfrbl3kgozzgh8[1]Ho sempre adorato queste parole, tratte da una trasmissione di Jack Folla, personaggio radiofonico ideato dallo scrittore Diego Cugia, e dedicate a tutte quelle donne che, in diverse occasioni, sono “rinate” a nuova vita, più forti di prima. Sono certa che ognuna di noi vi si riconoscerà e ricorderà tutti quei momenti negativi, in cui ha quasi pensato di sentirsi in trappola. Ma poi, come per magia, voilà, ha trovato la soluzione, ha dato una svolta alla propria vita, si è rimessa in gioco, come solo noi donne sappiamo fare, ritrovando quella forza e determinazione, che si erano momentaneamente sopite e che aspettavano solo il momento giusto per uscire dal letargo.

Ed ecco emergere donne “nuove”, con la forza di un uragano, esplosive, intrepide, senza macchia e senza paura, prima donne e poi madri, ago della bilancia della famiglia, donne spesso soggette a discriminazioni, ma pur sempre esseri umani, tali da essere rispettati, come un fiore primaverile, delicato e colorato, apparentemente fragile, ma in realtà dotato di grande forza e, per questo, capace di “attecchire” anche in terreni difficili.

Donne, queste siete voi, folli, innamorate, vere forze della natura: buona primavera e “rinascita” a tutte, chi più, chi meno.

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