Adolescenti. Una vita dietro allo schermo degli smartphone

Ultima modifica 28 Aprile 2021

“Sono capace di innamorarmi solo online”

Sono innumerevoli gli adolescenti che dichiarano quanto sopra.
Per adolescenti intendo non solo i ragazzi intorno ai 15 anni ma, soprattutto, quelli intorno ai 20.
Ci sarebbero già delle domande da porsi su questa questione: per adolescenza cosa si intende? Quali i limiti temporali? A 25 anni si parla ancora di adolescenza?

Dal mio punto di vista, considerando alcune dinamiche affettive e relazionali, la risposta è affermativa.

Psichicamente i giovani adulti appaiono fermi ad un’epoca precedente.

Questo comporta, ad esempio, dal punto di vista relazionale ed affettivo, l’adozione di modalità primitive di relazione con l’altro.
Questi giovani sono spaventati dal contatto con l’altro, non sanno come gestire la vicinanza, sono carenti di strumenti psichici utili a coltivare una relazione.
Quando penso alla parola “relazione” intendo una relazione di qualsiasi tipo: a partire dal semplice contatto, alla ricerca di un’amicizia, fino alla ricerca di una storia d’amore.

amore in internet

Ed è qui che entra in gioco il web!

Dietro ad uno schermo i giovani si sentono protetti, non minacciati dagli affetti, distanti quanto vogliono dall’altro.

Solo dietro ad un nickname e dentro in una chat possono esprimere i loro vissuti, condividere i loro pensieri, dialogare, esporsi.
Possono farlo solo così perché si sentono tutelati dall’illusione di indossare una maschera che nasconda il loro vero Se’ all’altro.

Solo così evitano di fare i conti con il timore di far entrare qualcuno nel proprio mondo. Solo così possono lasciarsi andare falsamente ai sentimenti, solo così possono addirittura “innamorarsi” e portare avanti una “relazione”.

Le varie virgolette portano proprio a farsi due domande sull’uso di quei termini: si può parlare di innamoramento considerando le relazioni online?

Si può parlare di relazione considerando tutte le limitazioni che il web impone?

Viene a mancare il contatto fisico, l’intimità, il sensoriale, inteso come tutte quelle cose che passano attraverso questo canale, come l’odore della persona che si ama e quant’altro faccia parte del non verbale.

Eppure solo così spesso possono innamorarsi, dentro un qualcosa di freddo ed anonimo, la chat, contenuti e protetti da un qualcosa di impersonale e asettico, lo schermo.

Questo non vuole essere un elenco di caratteristiche negative del web, ma semplicemente la constatazione di come le realtà cambiano, se pensiamo ad un passato in cui questo elemento terzo era assente in una coppia.

È importante che la famiglia, custode dei valori del passato, possa quindi ricordare cosa vuol dire innamorarsi dell’altro, senza  demonizzare le nuove realtà, ma mostrando l’esempio a fatti e parole.

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