Aerosol: i 4 migliori trucchi per farlo piacere ai bambini

Ultima modifica 20 Maggio 2020

Spesso i medici fanno ricorso all’aerosolterapia per risolvere con maggiore efficacia nei loro pazienti problemi  legati all’apparato respiratorio (come l’asma, il catarro, la tosse, il raffreddore o altri tipi di infiammazione delle vie aeree).

Aerosol

L’aerosol, infatti, riesce a raggiungere i vari organi del sistema respiratorio con molta più facilità rispetto a qualunque altra tipologia di somministrazione di farmaci grazie a uno specifico apparecchio composto da:

  • un’ampolla, di vetro o di plastica, dove vengono introdotti i farmaci (secondo dosi ben stabilite);
  • un nebulizzatore, che ha la funzione di trasformare la soluzione di farmaci introdotta in particelle così minuscole da sfuggire alla gravità;
  • e una mascherina, collegata al macchinario da un tubicino, attraverso cui si respira la nebbiolina curativa evitandone la dispersione.

Quando però il medico è un pediatra e il paziente è un bambino la situazione si può fare davvero drammatica, soprattutto per i genitori, i quali solo con grandi difficoltà (e neanche sempre) riescono a far rispettare le prescrizioni ai loro piccoli, trovandosi di frequente, e senza esagerare affatto, ad affrontare vere e proprie scene da film horror con pianti, urli, capricci e fuggi-fuggi infiniti.

Vediamo allora 4 ottimi trucchi per cercare di far piacere il tanto odiato aerosol ai bambini.

  1. Rendere il clima sereno

La prima cosa da tenere sempre bene a mente è che i bambini sono molto più furbi di quanto si possa immaginare e soprattutto hanno una spiccata sensibilità. Quindi se vi percepiranno impacciati, tesi o, peggio ancora, nervosi il quadro generale non potrà che peggiorare.

Siate piuttosto ben predisposti e dolci. Trasformate questo momento in un’occasione di condivisione (e non di punizione, come potrebbe apparire al piccolo), magari coinvolgendo con entusiasmo un altro membro della famiglia (ma anche un peluche o una bambola) nel far, naturalmente per finta, l’aerosol.

Così facendo vostro figlio, si sentirà più tranquillo, a proprio agio e penserà che se tutti intorno a lui non vedono l’ora che arrivi questo momento, non sarà poi così male.  Vedrete che risulterà maggiormente collaborativo durante l’intera operazione (che dura all’incirca 10-20 minuti).

E anche se dovesse lamentarsi un po’ cercate di rimanere pazienti e comprensivi, rispettando i tempi di cui necessita il piccolo per familiarizzare con lo strumento. Va bene essere autoritari e insistere affinché finisca la terapia, ma senza arrabbiarvi!

  1. Scegliere il tipo di apparecchio e il momento giusto

È importante sapere che esistono in commercio due principali tipologie di aerosol:

  • quello a compressione, più rumoroso;
  • e quello a ultrasuoni, che i bambini sopportano meglio perché più silenzioso ma non adatto a tutti i tipi di patologie e di farmaci.

Si consiglia dunque, se si ha la disponibilità economica, di comprare entrambi i modelli in modo da utilizzare con i figli piccoli, quando possibile, quello più silenzioso. È comunque consigliato optare sempre per quello più opportuno secondo il parere del pediatra.

Inoltre anche la scelta del momento in cui intraprendere la terapia non è da sottovalutare, ad esempio:

  • nel lattante, sarebbe meglio farlo dopo aver soddisfatto tutte le sue necessità approfittando di quando dorme;
  • per i bambini più grandicelli, invece, evitare di farlo quando sono particolarmente straniti a causa della malattia o di qualche altro evento destabilizzante.
  1. Giocare

Questo punto in realtà è molto soggettivo: non esiste un suggerimento che abbia validità universalmente per quanto riguarda il tema del gioco poiché ogni bambino ha i propri rituali di divertimento all’interno del nucleo familiare.

Ad ogni modo qualche idea per rendere l’aerosol un’attività più gradevole potrebbe essere quella di inventarsi che ci si trova a bordo di un’astronave, o che si tratti di uno strumento magico che fa sparire le medicine cattive, o ancora il classico giochino dell’aereoplanino.

Se tutto questo non dà risultati confortanti poiché il bimbo ne è totalmente terrorizzato, si potrebbe, in alternativa, inventarsi un altro gioco: far finta che ci possa trasformare in un personaggio dei cartoni animati, magari proprio il suo preferito, l’importante è ricordargli che la trasformazione avverrà solamente con l’accensione dell’apparecchio.

Insomma l’essenziale è far navigare la fantasia!

  1. Distrarre

Anche la tecnica della distrazione non è affatto male.
Ci si potrà far aiutare da un libro (tramite una bella lettura se il bambino è un po’ più grande) o dalla tecnologia ad esempio andando su YouTube per cercare e mettere una canzoncina, preferibilmente allegra, oppure il cartone animato preferito da ascoltare in cuffia (a volume comunque non troppo alto) in modo che copra un po’ il rumore dell’aerosol.

L’importante in ogni caso è:

  • non enfatizzare troppo il momento che deve risultare come uno dei tanti svolti nell’arco della giornata;
  • e non perdersi d’animo. Se il pediatra ritiene utile la terapia, non bisogna rinunciare solo perché il bambino fa i capricci. Ricorda che va fatta per il suo bene.

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