Bianca&Grey e la pozione magica – recensione

Ultima modifica 17 Luglio 2018

Telegrande! ecco come si chiama il cinema per Filippo.
Non ci era mai stato, e questo è il modo in cui gliel’ho spiegato.
Gli ho detto che saremmo andati a vedere un cartone speciale su una tele grande.
Grandegrande? mi aveva chiesto. E io grandegrandegrande, gli ho risposto.

Non credo però che se l’aspettasse così grande, lo schermo. Perché quando si è illuminato, mi ha guardato con due grandi occhi pieni di stupore.  Non vi dico la tenerezza nel vederlo così, stupito, davanti alle prime immagini che gli sono apparse davanti agli occhi.

Siamo andati a vedere Bianca & Grey e la pozione magica, un film d’animazione russo che racconta le storie di lupi e pecore. E’ questo quello di cui si parlava, anche per Filippo: lupi, tanti, e pecore, tante. Poi ci sono anche i lupi che diventano pecore, per poi tornare lupi.
O meglio: c’è un lupo che beve acqua e poi diventa pecora. Poi beve ancora acqua e ritorna lupo.

Bianca&Grey

Questa è la storia che abbiamo visto, per Filippo e i suoi due anni.
Che ci sia qualcosa di più di questo è facile intuirlo: c’è una terra incantata e un gregge di pecore che abita in un un piccolo villaggio circondato da prati verdi.
Ma c’è anche un branco di lupi, che si accampa poco lontano. E c’è un capobranco, Magra, che annuncia che il suo successore sarà il trionfatore in una sfida in cui vincerà il più coraggioso tra Ragear, potente e sanguinario, e Grey, buffo e goffo. Poi c’è la bella lupa Bianca, di cui Grey è innamorato.
E infine c’è, chiaramente, una pozione magica, capace di trasformare in agnelli i lupi.

E, come spesso succede, una storia ben capace di adattarsi a diversi livelli di lettura, a seconda di quelle che sono le età e le capacità interpretative dei bambini.

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A Filippo il film è piaciuto molto, così come gli è piaciuta la sua prima esperienza al cinema, quella telegrande che si è illuminata in una stanza buia. Certo è che non ha colto i messaggi che il film si proponeva di veicolare, primi fra tutti l’importanza di creare le condizioni per una convivenza pacifica e l’accettazione di se stessi e dei propri difetti, erano troppo difficili per i suoi due anni.

Ma questo non gli ha impedito di dirmi, dopo gli ottanta minuti del film, ancoramamma!

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