Centro Italia, una vergogna senza fine

Ultima modifica 7 Febbraio 2017

Incapacità, trascuratezza o… cosa?
Non riesco proprio a capire, le prime scosse di questo infinito terremoto risalgono al 24 agosto 2016 e da allora cosa è stato fatto?
Nulla, assolutamente nulla, se non inviare i primi soccorsi, pochi comunque, disporre l’accoglienza negli alberghi della costa, ma qualcuno di quelle che dovrebbero essere le nostre teste pensanti ha mai fatto un quadro delle necessità? Stabilito quali e quante fossero le priorità?
Hanno pensato, si sono documentati, hanno stabilito un calendario al di la delle belle parole, delle assicurazioni?

centro_italia_sisma

No si sono sprecati nel dichiarare ‘non vi lasceremo soli’ ricostruiremo tutto, riporteremo il vostri paesi come sono sempre stati’ parole, parole solo parole, ma sapevano quello che dicevano, che promettevano?
Io credo proprio di no.

Sapete il mio primo professore di diritto usava dire che, non solo in diritto, ma nella vita quotidiana bisogna usare il buon senso del padre di famiglia, ma qualcuno lo ha usato?
Nooo…. al ministro dell’agricoltura è passato per l’anticamera del cervello che l’economia di quei paesi era basata sull’agricoltura e sull’allevamento? E che gli inverni li sono particolarmente rigidi e la neve cade in abbondanza SEMPRE?
Come pensava sarebbero sopravvissuti gli agricoltori, gli allevatori ed i loro animali senza ricoveri, senza case o stalle che li riparassero?…forse pensava che quest’inverno il clima sarebbe cambiato e che all’estate sarebbe seguita un’ altra estate.

Ma il tempo non è stato amico, il freddo pungentissimo è arrivato, e la neve sta cadendo copiosa come non si ricordava da anni. Metri e metri di neve che hanno sommerso le case, le stalle o quello che ne restava, spezzato i fili della luce, gelato l’acqua nelle tubazioni, chiudendo le strade, impedendo la vita.

E non possono dire che non so sapevano, che ne erano all’oscuro, perchè quei contadini, quegli allevatori lo hanno gridato al mondo per giorni interi.

Avevano lanciato le loro grida di aiuto, avevano detto a chiare lettere che ne loro, ne i loro animali avrebbero potuto sopportare il freddo polare, la mancanza di acqua, di luce, di energia per riscaldare almeno un poco le roulotte e le stalle diroccate dove erano costretti.
Nessuno ha risposto, il loro appello è caduto nel vuoto.
Poi, due giorni fa 3 nuove scosse oltre i 5 gradi della scala richter : ed è tragedia, un’altra tragedia annunciata.
Certo il terremoto non si può scongiurare, ma si ppossono porre dei rimedi, si può provvedere e non mi si dica che sia colpa della burocrazia.
Perché, chi ha disposto le regole che non permettono di utilizzare il denaro raccolto con le donazioni?
Sono soldi che privati, cittadini italiani e non, hanno inviato per i primi soccorsi e che non possono essere usati, che rimangono nelle casseforti delle banche fino a che por signori predispongano un piano, convochino una commissione, valutino attentamente cosa si debba fare.
Ma quando potranno iniziare?
Ah, e qui viene il bello, NON possono farlo sino a che la sottoscrizione non sarà conclusa ovvero fino a quando sarà chiaro l’esatto ammontare della somma raccolta!!!
Intanto la gente muore.

Massì, chissenefrega.
Che si arrangino, che vadano negli alberghi, che abbandonino terre, case e animali, in una parola che rinuncino alla vita.

Loro olpevolizzano la burocrazia, ma chi ha stabilito i criteri? Chi ha normato le raccolte e l’uso del denaro?
Non i burocrati, ma loro, i politici di turno.
E’ troppo facile accusare altri! E’ troppo semplice lavarsene le mani.

Ora è, forse, troppo tardi, troppi i paesi isolati, troppo poche le forze in campo, troppo difficile porre immediato rimedio ai danni, aprire le strade di montagna, portare aiuto e soccorso.
Ma ora non è tempo di accuse.
Ora bisogna unirsi tutti nel cercare rimedi, ora non è tempo di accuse.

Che chiedano scusa agli italiani, che sblocchino i fondi con decreto legge immediato.
Che mandino l’esercito, magari ritirandolo dalle missioni all’estero, se necessario.

La guerra per la vita è qui sulle montagne tra l’Abruzzo, le Marche, Il Lazio e l’Umbria.

Noi, continuiamo nel nostro piccolo a fare cio’ che possiamo.
Una cosa però voglio sottolineare: basta donare con i messaggi solidali, basta dare soldi attraverso le banche. Selezioniamo bene l’ente a cui donare.

® Riproduzione Riservata

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