Ultima modifica 22 Aprile 2015
Il quarantenne papà Yu Xukang, divorziato da nove anni, e suo figlio dodicenne Xiao Qiang vivono in una zona rurale, anzi, direi impervia, della Cina Meridionale, sulle colline della città-prefettura di Yibin, provincia del Sichuan. Ogni mattina, su sentieri polverosi e accidentati, tra muretti a secco e alberelli smagriti, l’uomo accompagna il figlio a scuola. E cosa ci sarà di strano in questo? Nulla, se non fosse che la scuola dista da casa poco più di 7 km. Facendo un rapido conto, tra andare a scuola, tornare in paese a lavorare, ritornare a scuola per riprendere il figlio e riportarlo a casa, siamo praticamente a 29 km. E non è poco, considerato che tutta la strada è percorsa a piedi. Ma non è tutto. Il ragazzino, infatti, è disabile e il padre se lo carica, ogni mattina, sulla schiena, adagiato dentro un canestro di vimini, tenendogli le mani per evitare che cada all’indietro.
E io che mi lamento di portare lo zainetto o il triciclo di mio figlio per 200 metri di strada? Da questo momento in poi, prometto di non lagnarmi più.
Nonostante Xiao sia disabile, è il primo della classe e suo padre ne è tanto fiero: «Sono orgoglioso – dice – che Xiao Qiang sia il migliore della classe e sono sicuro che farà grandi cose. Il mio sogno è che un giorno si iscriva al college».
Una storia commovente, ritratto di una realtà dolceamara ma, soprattutto, di un gesto d’amore, che sta facendo il giro del web e che – ce lo auguriamo – potrebbe far scattare l’intervento del governo cinese.
Intanto, la storia non è passata inosservata dal regista francese Pascal Plisson, che ne ha fatto un film chiamato “Vado a scuola”, perchè, come lui, tanti altri papà sono costretti ad attraversare foreste e fiumi per consentire ai propri figli di avere un’istruzione adeguata.
Quella di questo piccolino omino maratoneta è una delle tante storie, sparse nel mondo e, magari, ancora nascoste, d’amore di un genitore verso il proprio figlio, che varrebbe la pena di raccontare anche ai nostri figli.