Conservazione del cordone ombelicale: informare meglio, sprecare meno

Ultima modifica 16 Marzo 2016

Ad oggi, in Italia, la percentuale di cordoni ombelicali non raccolti, che quindi finiscono tra i rifiuti biologici, è del 95%. Sono dati ADUC, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, che evidenziano un grosso spreco: la dispersione di un patrimonio immenso che, sia che si scelga la strada della donazione sia che si decida di conservare privatamente attraverso una banca cordone ombelicale, potrebbe essere estremamente utile per il trattamento di molte patologie per il nostro bambino e per la nostra famiglia oppure, nel caso della donazione, per un soggetto terzo.

Spesso a scoraggiare i genitori in merito a una presa di posizione è la gran quantità di informazioni circolanti, sovente contraddittorie, a volte poco chiare, non di rado provenienti da fonti male informate. Istituire canali informativi che forniscano informazioni imparziali, chiare, veritiere, potrebbe essere il primo passo verso una diminuzione dello spreco e nella direzione di un miglior servizio offerto alle famiglie, che meritano di poter prendere una decisione tanto delicata e importante nella maniera più consapevole ed informata possibile.

Innanzitutto è necessario tenere sempre presenti alcune semplici informazioni di base. E’ bene sapere, per esempio, che sono diciannove le banche pubbliche attive sul territorio italiano (un numero che costituisce il 10% del totale mondiale) e che in alternativa a queste è possibile rivolgersi a biobanche private situate all’estero, che conservano e mantengono disponibile il campione raccolto per un eventuale trapianto autologo (in cui le cellule raccolte vengono impiantate nel donatore stesso) o allogenico intra familiare (in cui le cellule sono impiantate in un famigliare, come avviene nella maggior parte dei casi1).

E’ fondamentale nella scelta della biobanca essere in formati sul numero di campioni raccolti, che è indicativo dell’esperienza della struttura. Delle diciannove banche pubbliche italiane, sono soltanto otto quelle che accolgono ogni anno più di 1200 campioni. Questi numeri evidenziano anche una sovrabbondanza di queste strutture, per la maggior parte non certificate GMP (Good Manufacturing Practice, la maggiore certificazione internazionale sulla qualità delle procedure seguite). Attenzione anche agli orari: il servizio pubblico di raccolta delle staminali cordonali è generalmente attivo soltanto dal lunedì al sabato in orario diurno.

Tra le false informazioni circolanti, è bene infine sfatare il falso mito secondo il quale il trapianto autologo di cellule staminali sarebbe inutile poiché ad essere impiantate sarebbero le stesse cellule malate. E’ una affermazione assolutamente parziale, che prende in considerazione esclusivamente l’ambito emato-oncologico, senza considerare le proprietà antinfiammatorie e rigenerative delle staminali cordonali2. Lo stesso ministero della salute favorisce con un decreto3 la conservazione di cellule staminali a scopo autologo in caso di famiglie soggette al rischio di figli con malattie genetiche, sancendo così l’efficacia di questo tipo di trattamento.

La possibilità di conservare il cordone ombelicale è una chance unica, che può essere colta soltanto al momento della nascita. Valutare serenamente pro e contro di tutte le strade percorribili è un diritto di tutti. Perché ogni scelta così importante deve essere informata, consapevole, convinta.

Per maggiori informazioni: Sorgente

Note

1 Fonte EBMT – European Group for Bone and Marrow Transplantation

2 Francese, R. and P. Fiorina, Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol. 136(3): p. 309-22.

3 Decreto ministeriale 18 novembre 2009

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