E fa discutere il caso di una coppia di Crema che era andata a Kiev, in Ucraina, per far nascere un loro figlio con la tecnica dell’utero in affitto, usando però il seme del marito e pagando diverse migliaia di euro, ma che, tornata in Italia si è vista togliere il bambino, in quanto da noi questa pratica è vietata.
Quando il bambino è stato registrato come figlio dei due anche in Italia, qualcuno ha detto che la donna non era mai rimasta incinta ed è stata fatta la segnalazione e la denuncia per alterazione di Stato.
Il Giudice ha dovuto disporre di affidare il bambino ad una struttura protetta.
Attualmente sono sotto processo. La prima udienza si e’ tenuta il 22 ottobre scorso, e la prossima si avra’ il 14 gennaio.
Inoltre, dal test del Dna effettuato è emerso che anche la paternità è dubbia: “Se così fosse, i nostri assistiti sarebbero stati truffati dalla clinica ucraina e sarebbero due volte vittime”, ha detto uno dei legali della coppia, Giovanni Passoni.
A pochi giorni dalla nascita del Comitato “Di mamma ce n’è una sola”, ad opera della deputata del Pdl Eugenia Roccella, un nuovo caso di “utero in affitto” torna a far discutere.
Voi cosa ne pensate?
Io credo che il problema non sia la maternità surrogata, né la fecondazione eterologa, ma il fatto che un figlio, un bambino, una persona, diventi una merce di scambio con tutte le conseguenze morali che ciò comporta. Si paga il seme e/o l’ovulo, si paga la gestante e ci si porta a casa un figlio. Ma che succede se questo nasce gravemente malato? Si rescinde il contratto e si abbandona il neonato al suo destino? Lo si lascia al “fornitore” come una merce difettosa?
Io non posso rispondere per altri ma per me stessa e ti dico che non “darei indietro” un bambino anche se malato. E allora quando lo adotti non è la stessa cosa? Io ho amiche che hanno adottato dei bambini e poi hanno scoperto essere malati..non per questo li hanno rifiutati..anzi..li amano e li proteggono con un amore infinito!