E’ colpa delle mamme

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

 

“Se una madre non si accorge che un figlio si droga, è una fallita. Dovrebbe suicidarsi.”

(giugno 2014 – Prefetto di Perugia A. Reppucci)

 

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Avrei potuto lasciare il resto del foglio in bianco. La frase si commenta da sola. Come dire:- Non abbassarti mai a discutere con uno stolto, ti batterebbe per esperienza e la gente potrebbe non capire la differenza tra voi  -.
Ed in effetti dopo questa dichiarazione, così è successo. Si è scatenata una gogna mediatica sui social network contro il Prefetto, che, a dire il vero, meritava certo di essere redarguito, ma purtroppo  moltissimi commenti sono scaduti nella volgarità della pancia, nell’aggressività di queste giornate afose e non si sono certo distinti dalla scempiaggine verso la quale si rivolgevano.

Era inevitabile? Forse. Ma visto che la violenza chiama violenza, e di tutto abbiamo bisogno in questo periodo lacerato negli affetti, tranne che di ulteriori colpi bassi, proverei a spezzare una lancia a favore del povero malcapitato.
Se pensiamo bene in effetti, quello che dice non è altro che cio’ che spesso è il sentire comune, la voce delle comari nei negozi, l’eco fumoso dei ritrovi da bar.
La società impone alle madri rigore, correttezza, compostezza, la presenza a casa oltre che in ufficio, le riunioni a scuola, le corse in auto per accompagnare il figlio allo sport “che gli fa tanto bene!”.

Il Prefetto ReppucciQuesto sentire comune strisciante, stratificato, secolare, quasi inespresso e scontato avvalla l’ipotesi che se il figlio cresce male, è senz’altro colpa della madre. Non ci sono sconti. Il Prefetto ha centrato una questione, senza volere, non gli attribuiamo certo questo spessore morale, che pesa enormemente sulle spalle delle madri e che non va sottovalutata.
Ma , a suo favore, c’è da dire che, con questa sua esternazione, ha puntato l’attenzione su un’altra piaga sociale: l’assenza dei padri. A volte. Non sempre. Quindi noi madri involontariamente ci siamo trovate “incastrate” in due ruoli: carnefici dei figli e vittime dei mariti mancanti.

Oserei dire, come al solito. Noi madri dobbiamo ormai sostenere sempre più ruoli. Dobbiamo essere, come usa molto in questo periodo, multiskill. Che fortuna è?
La domanda sorge spontanea. Per chi ci hanno preso? Robocop, wonderwoman,  la donna bionica erano frutto della fantasia o chi le inventò già sapeva cosa ci aspettava?

Per fortuna ho letto anche molti commenti di padri indignati perché totalmente tagliati fuori dalla considerazione del loro ruolo fondamentale all’interno dell’educazione e “scesi in piazza”  in difesa delle “loro” donne, a cui riconoscono il massimo rispetto.
Risultato? Il Prefetto è stato rimosso. E si è lamentato perché, parole sue, si è sentito ammazzato per una sua frase. Io lo vedo lì.

Improvvisamente non è più l’uomo mancato che mi era apparso in televisione, ma è un bambino dentro un vestito troppo largo, una cravatta troppo stretta ad impedire che il sangue affluisca al cervello. Seduto su un trono che non merita, con le sue gambette di pupo che penzolano in scarpe grosse come barche. E’ smarrito quest’uomo mancato. Gli occhi due fessure. Poverino. Era una talpa che viveva nell’oscurità e le luci delle telecamere gli riducono gli occhietti biechi.

Io lo vedo lì.

La bocca è solo un buco, una ferita. Cosa ti hanno fatto bambino, uomo mancato, per ridurti a dire queste oscenità? La tua bocca una ferita, sì, che sputa sugli sforzi ed i dolori di genitori imperfetti ma che ci provano ogni giorno.
Sì. Perché i genitori, caro Prefetto, ci provano.

Provano ad entrare in questa adolescenza degli anni duemila, dove è difficile distinguere il reale dal virtuale. Provano ad ascoltare musica che è rumore, per assecondare i gusti e non giudicare, per paura di perdere chi, fino all’altro ieri aveva in bocca il ciuccio ed oggi invece una sigaretta. Provano a scavare nella vita dei figli, rubando le password maledette di cellulari e social network, che dovrebbero tutelare la privacy, ma in realtà creano divari incolmabili. Provano a resistere e capire, quando i figli rientrano e  dicono:- lasciami stare, non ho niente- ma poi chiudono la porta della stanza e loro, i genitori, madri e padri, muoiono dentro un po’.

mamma come mi sono ridottoIn sintesi, caro Prefetto rimosso, proviamo profonda pena per un uomo mancato che ha peccato perché ha toccato la sacralità della nostra terra: le mamme. E quindi, visto che sei stato rimosso, ma non si sa per quanto, e comunque rimani sulla faccia di questa terra, vogliamo prenderti un po’ in giro. Vogliamo prenderti per quella parte anatomica che hai usato al posto della bocca. E facciamo un giochino.

E’ colpa delle mamme se c’è la fame nel mondo. Eh cavoli, basta partorire!
E’ colpa delle mamme per il buco dell’ozono. Usano troppa lacca!

E’ colpa delle mamme che si assentano dall’ufficio per curare i figli malati, ma è colpa delle mamme se vanno a lavorare e li lasciano soli!


Se volete proseguire voi  lettori, siete bene accetti, poi le raccogliamo e le inviamo all’uomo mancato.
Se invece avete altro da fare, vi capiamo benissimo. D’altronde noi genitori abbiamo cose ben più importanti a cui pensare. Noi stiamo preparando le nuove generazioni, affinchè siano migliori di tanti uomini mancati!

p.s. questo articolo è dedicato alle famiglie di ragazzi con problemi di droga. Non lasciate che dita puntate contro di voi, sguardi accusatori, porte chiuse, chiacchericci di strada vi riducano a lapidi tra i vivi. Continuate a lottare per i vostri ragazzi!

Michela Cortesi

 

 

1 COMMENT

  1. Il gesto del Prefetto è inequivocabilmente disgustoso perchè vero è che chiunque sia genitore cerca di fare e dare per i figli più di quello che può, lo sappiamo tutti noi genitori, quelli che vivono la genitorialità.
    Poi ci sono le difficoltà, gli errori, può capitare anche che ci sia una situazione per la quale si considera superficiale qualche segnale di allarme da parte dei nostri figli, può capitare che non si voglia vedere per il troppo dolore e qui il genitore non dovrebbe essere mai solo ma aiutato e supportato dalla scuola in primis e dalla famiglia tutta perchè un ragazzo che finisce nella dipendenza (e si badi non esiste sono la droga intesa come sostanza stupefacente) ne viene fuori solo con l’aiuto di tutto il suo mondo non solo della madre … non possiamo essere la causa e la soluzione di tutto, siamo obiettivi.

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