Il nostro saluto ad Andrea Camilleri

Ultima modifica 18 Luglio 2019

Raramente il nostro magazine ha scritto per salutare personaggi noti o pubblici che lasciavano questa terra per un mondo migliore.
Per Andrea Camilleri, vale decisamente la pena fare un’eccezione.

Buon viaggio Maestro Andrea Camilleri

Il nostro saluto ad Andrea Camilleri

Un po’ perché la sottoscritta è siciliana, e in redazione qualche altra penna è nata in terra di Trinacria, tant’è che avevamo anche raccontato di un “viaggio nella terra di Montalbano”. Un po’ perché una perdita così non si può non omaggiare con qualche riga di saluto.

Eccoci a renderle omaggio, caro maestro Camilleri.

Lei che ha saputo esportare una Sicilia che non era solo Cosa Nostra e arancini.

Che ha fatto diventare un commissario scontroso e poco avvezzo alle pratiche poliziesche regolari uno di casa, in ogni casa italiana.

Che questo commissario, diverso sui libri da quello televisivo, era stato per lei come un figlio. Cresciuto per quasi 20 anni insieme a noi spettatori e lettori.
Non ci sono parole che possano essere riassunte qui in poche righe per ricordarla maestro.
Perché sono troppe quelle che lei ha scritto e ci ha donato in questi lunghissimi anni di carriera artistica.

Se ne va a 94 anni un padre della letteratura italiana.

Una volta, intervistato, Camilleri disse “la vita è breve anche se campi fino a 110 anni”.

E un po’ vero è. Soprattutto se hai tanto da dire.
E lei maestro aveva sempre tanto da dire.
Inutile ripescare tutte le sue frasi più celebri. Sarebbe sempre e comunque riduttivo, e io non saprei quale scegliere.

Io ho deciso di ricordare Andrea Camilleri quando raccontava la sua intimità.

Il nostro saluto ad Andrea Camilleri

Quando intervistato da Marzullo confessò il suo amore per la canzone Polvere di Stelle perché le ricordava la sua prima fidanzata, che no, non era la moglie perché era troppo piccolo per fare seriamente.

Quando sempre a lui raccontò di quel suo incubo ricorrente di voler ammazzare qualcuno che però non aveva un volto definito.

Del suo amore per i gatti e per i nipotini.

Dell’affetto della sua assistente Valentina che rimane un fantasma agli occhi del pubblico, e che è stata però proprio gli occhi del maestro negli ultimi anni della sua cecità.

Che diceva che il più bel pregio di un uomo è essere una persona per bene.

Che la libertà è l’assoluto e il potere è niente.

E che gli sarebbe piaciuto essere centenario solo in pieno possesso delle facoltà mentali.

Diciamo, caro maestro, che stava quasi per arrivare a quell’obiettivo.

Andrea Camilleri ci lascia una produzione ricchissima di libri (destinati sembra a diventare ancora di più dopo la pubblicazione di alcuni volumi postumi ).

Di lavori televisivi, di interviste da rivedere e riascoltare, ci lascia anche un racconto Disney del commissario Salvo Topalbano alias Topolino. Non scritto da lui, ma ispirato ovviamente al suo personaggio principe.

E ovviamente ci lascia come patrimonio nazionale il commissario Montalbano.

Ecco, in effetti anche se non fossi stata siciliana avrei scelto comunque di salutare così Andrea Camilleri.

Perché Camilleri ha fatto conoscere la sua terra al mondo, ma Camilleri è e resterà di tutti.

Arrivederci maestro, è stato bello conoscerla

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