Impariamo il Giapponese. Le parole della scuola (elementare)

Ultima modifica 10 Ottobre 2019

In Giappone, la scuola elementare rappresenta un nuovo inizio per tutti i bambini.

I bambini salutano l’asilo, il suo mondo giocoso, e cominciano a studiare sul serio.
Anche gli orari cambiano. Dopo le prime due settimane di adattamento i bambini passano a un orario scolastico che comprende cinque momenti di studio al giorno.
In Giappone, con tutte le responsabilità (ovviamente proporzionate all’età), la stanchezza quotidiana dei piccoli si fa sentire.

Impariamo il Giapponese

Oggi vorrei insegnarvi alcune parole chiave che riguardano la vita quotidiana nella scuola elementare giapponese, basandomi sulla nostra esperienza di “primini”.
Spero che il mio racconto vi piacerà.

Impariamo il Giapponese. Le parole della scuola (elementare)

impariamo il giapponese

Randoseru (ランドセル)

E’ il nome della borsa che tutti i bambini delle elementari giapponesi usano.
E’ grossa e abbastanza pesante, a volte non permette nemmeno di infilare i documenti in formato A4. All’interno si mettono i libri e i quaderni necessari per la giornata, e anche tutte le altre cose necessarie.

Se ve lo state chiedendo, il nome della borsa viene da una parola olandese, “ransel”, che significa “zaino”, ma in realtà tutto l’insieme ha una connotazione molto più militare.
La forma dello zaino ricorda lo zaino dei militari che era stato introdotto nell’epoca Edo (alla fine del 1800), e tra alterne vicende è arrivato fino ai giorni nostri.

impariamo il giapponese

Seifuku (制服)

La scuola giapponese conosciuta all’estero è quella che ci è arrivata attraverso i tanti fumetti, e i cartoni animati che hanno accompagnato la crescita di tante generazioni.
Fra questi, un ruolo non indifferente è stato giocato dalle tante storie ambientate fra i banchi di scuola (e le attività extra scolastiche).
E tutti ricorderanno i protagonisti, ragazzi con giacche e pantaloni blu e camice bianche, e ragazze con completi dello stesso colore, ma con un’immancabile gonna a pieghe.

Durante i primi anni di scuola, di solito, le uniformi sono indossate dagli studenti delle scuole private. Qualche volta può succedere di vederle anche nelle scuole pubbliche a partire dalle scuole medie.
Come ricorderete, anche mio figlio fa parte dei tanti piccoli che hanno cominciato la scuola elementare lo scorso aprile: dopo aver frequentato per tre anni un asilo privato che richiedeva le uniformi (una scelta pratica, questo asilo era a cinque minuti da casa nostra), continua ad indossare l’uniforme anche adesso che è passato alla scuola pubblica (ma di solito le richieste per la scuola elementare sono molto più limitate).

All’inizio ero piuttosto scettica, non credevo che queste uniformi fossero tanto comode.

Anche se mantengo tutt’ora delle perplessità, mi sono resa conto che le uniformi sono un vantaggio per noi, genitori. Ormai non dobbiamo più esagerare con gli acquisti per rendere il guardaroba del bambino “competitivo” e possiamo gestire le giornate in modo più semplice. Ma le uniformi sono un vantaggio anche per i bambini.
Di solito sono resistenti, e quindi possono accompagnare i bambini durante i loro giochi, e durano a lungo, quindi anche il bambino più esigente finisce per accettare l’uniforme come parte del “mondo” in cui si è ritrovato.

Kyu-shoku (給食)

Con questa parola si indica la mensa scolastica giapponese.
Certo, un aspetto è il mangiare tutti insieme con i compagni di classe, ma la mensa giapponese non è solo questo.

Gli studenti giapponesi devono occuparsi anche di tutti gli aspetti pratici: portare in classe il cibo, distribuire piatti e posate, e – per ultimo, ma non meno importante – occuparsi del servizio, distribuire il cibo sui piatti prima di cominciare a mangiare.
I bambini più piccoli hanno visto all’opera i ragazzi dell’ultimo anno durante le prime due settimane di scuola.

Ora svolgono, a turni, i vari servizi necessari per il funzionamento della mensa.
Tutti indossano un grembiule e un berretto per evitare contaminazioni, e chi distribuisce il cibo porta anche una mascherina. Mio figlio svolge i suoi compiti insieme ai compagni, il tutto non sembra pesargli più di tanto.

L’unico problema è il pasto vero e proprio: pur essendo bilanciato, ha poco sapore.

E questo è solo l’inizio.
Ci siamo addentrati nella scuola elementare giapponese, chissà che cosa ci aspetta?

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