Ultima modifica 14 Ottobre 2019
E’ stato recentemente stabilito che la Marijuana che serve a scopo terapeutico verrà prodotta dallo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze.
Ci terrei a precisare, a scanso di equivoci, che questo non significa che l’esercito italiano provvederà al fabbisogno di tutti i teppisti quindicenni che sono soliti riempire i loro pomeriggi di noia fumando le loro “magiche sigarette”. No, non per questo motivo, ma per un altro: la marijuana, infatti può essere la base per alcuni medicinali molto utili per malati che hanno bisogno di lenire dolori prodotti da gravi malattie, come per esempio il cancro. O per malattie come il glaucoma, per esempio, morbo che se non curato correttamente può condurre a cecità.
Qualcuno avrà da obiettare che probabilmente l’esercito dovrebbe avere di meglio da fare che produrre cannabis, ma quale altro ente potrebbe essere così rigidamente sicuro? Chi potrebbe accertarsi in modo più ferreo che un parte della droga prodotta non venga rivenduta ai fini di spaccio con fini di lucro strettamente personali?
Inoltre procurarsi (per via legale,va da sé) medicinali cannabinoidi è per ora molto difficile e importarli dall’estero è davvero significativamente costoso. Quindi proprio ora che la moda del “Made in Italy” è così all’apice, mi pare positivo sfruttare l’onda e accogliere con gioia il successo che questa innovazione riceverà.
Si potrebbe qui iniziare a discutere su una via più radicale che si potrebbe intraprendere, ma ci vorrebbe almeno un altro articolo per parlarne.
Silvia Gamba