Le origini della Pasqua

Ultima modifica 29 Settembre 2016

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere una notizia interessante: pare che da un sondaggio fatto in Gran Bretagna solo il 20% delle persone intervistate sappia perché si celebra la Pasqua. Non so qui in Italia come siamo messi, ma mi sembra valga la pena spendere qualche parola sulle origini di questa festa e sulle motivazioni per celebrarla.

Per far questo bisogna fare un distinguo tra la Pasqua ebraica e quella cristiana.
Le vere origini della Pasqua si devono cercare nel lontano 1513 a.C. quando il popolo di Israele, con a capo il condottiero Mosè, lasciò l’Egitto dove era stato tenuto in schiavitù per molto tempo. Si narra che, dopo che il suo popolo fu colpito da ben nove piaghe, il Faraone si convinse a lasciare liberi gli israeliti i quali ricevettero il comando di preparare in fretta una cena da consumare in piedi consistente in pane azimo (cioè senza lievito, visto che dovevano prepararlo in fretta), erbe amare che avrebbero ricordato le amarezze subite in Egitto e agnello. Avrebbero dovuto anche scannare una pecora e aspergerne il sangue sugli stipiti delle porte perché quella notte sarebbe passato l’angelo della morte e avrebbe ucciso tutti i primogeniti, tranne nelle case dove avrebbe trovato questo simbolo di salvezza. Da qui, dall’ebraico pèsach, “un passare oltre” e dal greco pàscha, deriva appunto il termine Pasqua. Ancora oggi gli ebrei celebrano la cena pasquale, chiamato Sèder, e in quest’occasione cantano l’Hallel, un cantico basato sui Salmi 113-118 che ricordano questo atto di salvezza. Gesù era ebreo e come tale celebrò la pasqua ebraica durante la sua vita, infatti tutti ricordiamo la famosa Ultima Cena prima di essere arrestato e ucciso.

In effetti per i cristiani quei simboli del pane non lievitato e dell’agnello rappresentano il sacrificio che Cristo fece molti secoli dopo e quindi, a rigor di termini, quello che andrebbe ricordato sarebbe la sua morte più della sua resurrezione, cosa che invece viene festeggiata nella Pasqua della maggior parte delle religioni cristiane. Comunque non c’è dubbio che la risurrezione di Cristo è importantissima, il fulcro della fede cristiana. E’ però vero che al significato biblico dell’avvenimento sono stati aggiunti simboli e usanze che hanno origini non cristiane. Sembra che simboli come il coniglio pasquale o le uova trovino origine in antiche usanze fenice o nelle feste primaverili in onore della dea Eastre. Da cui il nome della Pasqua in inglese, Easter.

Quali che siano le sue origini, rimane il fatto che, per chi è credente, questa può essere un’occasione per rileggere con i nostri figli alcune parti dei Vangeli per ricordare insieme il grande gesto d’amore fatto da Gesù. In questo modo questo non rimarrà solo un periodo di vacanze scolastiche o una festa commerciale, ma sarà un modo per nutrire lo spirito. E in questi tempi di crisi economica, di incertezza politica e quant’altro, sicuramente questo farà molto bene anche a noi adulti.

Paola Biandolino

 

 

 

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