Leggimi dentro, botta e risposta con Erica Villa

Ultima modifica 18 Giugno 2018

Oggi vi presento Leggimi Dentro libro di una ragazza molto speciale. Si chiama Erica Villa, ed è una ragazza disabile.
Io l’ho letto e poi ho cercato di leggere dentro ad Erica intervistandola.

Il libro parla delle diverse esperienze della sua vita, belle e brutte. La lacrima scende facilmente ma è un libro pieno di energia. Semplice e veloce come l’autrice.
Devo ammettere che questa intervista mi ha molto segnata.

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A differenza di personaggi popolari che ho intervistato Erica è più normale di quanto si possa pensare.
Anzi. Ha un’intelligenza davvero molto spiccata. È ironica, simpatica, vivace, allegra, spontanea.
Mi ha dato una bella lezione di vita.

Sua mamma 22 anni fa rimase incinta di due gemelle, Erica ed Elena. Sembrava che tutto andasse bene.
Ma all’improvviso due settimane prima della data prevista la mamma di Erica fu ricoverata con forti dolori.
In corsia chiamò più volte le infermiere ma non intervenne nessuno tant’è che partorì Elena da sola nel letto dell’ospedale. Erano le due di notte. Alle 8.30 fece un taglio cesareo d’emergenza per Erica ma Elena morì mentre nasceva la sorella.
I medici dissero subito che Erica non sarebbe stata mai in grado di fare nulla, che avrebbe passato la sua vita su un letto. Ma i genitori hanno subito iniziato con la fisioterapia.
Oggi Erica parla perfettamente, cammina con le stampelle e se non fosse per qualche problema fisico sarebbe una ragazza come tante. Anzi di più. Lei è fantastica e ve ne accorgerete quando leggerete il suo libro.

Durante l’intervista c’erano anche sua mamma e sua sorella Laura. Altre due grandi donne. Ecco il nostro botta e risposta.

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Nel libro ti rivolgi a Guen, chi è?
È un amico immaginario .

Non voglio raccontare il libro, ma voglio sapere di te. Perché lo hai scritto?
Perché voglio farmi conoscere, far conoscere la mia vita e avere una sorta di rivincita.

È stata difficile la tua vita finora?
Ho avuto molti amici come Nadia e Jacopo (compagni di scuola) ma anche molti nemici. Molti educatori fanno questo lavoro pensando che gli handicappati avendo problemi non han bisogno di nulla neanche di un’istruzione come si deve. Pensa che ho anche avuto problemi per la mia intelligenza perché le assistenti avrebbero avuto troppo lavoro a supportarmi. Bisogna dire la verità su come ci sentiamo perché devi sapere che anche certi genitori di ragazzi handicappati soprassiedono su certe ingiustizie perché hanno bisogno di strutture per i loro figli.

Hai raccontato queste cose a tua mamma?
Io prima raccontavo tutto e la mamma reagiva con gli insegnanti, poi ho imparato a dire tutto quello che penso in faccia alle persone. C’era un’educatrice che mi portava in bagno e mi lasciava li mezz’oretta prima di riportarmi in classe anche se avevo già finito i miei bisogni. C’era la bulla di turno che si puliva le mani dopo aver mangiato le patatine nei miei capelli …

A scuola però hai avuto amici indimenticabili vero?
Si e li voglio nominare nel caso leggessero questo articolo: Maria Chiara Pozzoni e Marco Angeloni insieme a due educatrici Delia e Sara.

Che messaggio vuoi lanciare ai ragazzi col tuo libro?
Ai ragazzi con problemi voglio dire che è importante dire sempre come si sentono. Anche se vivono momenti infelici possono sfogarsi come ho fatto io scrivendo.

Cosa ti piacerebbe avere dalla vita, cosa sogni ?
Il poter camminare, avere una famiglia un giorno. Trovare un ragazzo che stia con me e mi voglia bene…

Cosa aggiungere? Magari di prendere esempio da Erica?

Elisa Toscano

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