Per riuscire nella vita ci voglio impegno e positività

Ultima modifica 30 Agosto 2018

La preoccupazione principale di noi mamme è che i figli stiano bene, che siano in salute e che crescano.
Pertanto ci prodighiamo ad intervenire prontamente quando sentiamo qualche colpo di tosse di troppo o la temperatura corporea sale. Quando sono inappetenti o magari non crescono abbastanza di peso o in altezza.
Preoccupazioni legittime per genitori attenti e desiderosi che i figli siano in salute.
Ma la salute non riguarda solo le condizioni fisiche.

Se vogliamo figli sicuri dobbiamo farli crescere in maniera positiva

Se vogliamo che i nostri figli siano bambini (oggi) e adulti (domani) sereni e sicuri, capaci di reagire alle difficoltà e agli imprevisti della vita (che sicuramente ci saranno, è nella legge intrinseca dell’esistenza), di guardare a se stessi, alla propria vita e al futuro con fiducia e col sorriso, sicuri delle proprie risorse e orientati a pensare e a cercare la risoluzione dei problemi anziché subirli passivamente e finire per esserne schiacciati, allora è giusto e forse doveroso chiedersi che cosa possiamo fare perché ciò si realizzi.

bambini positivi

L’ottimismo di apprende

Così come si imparano i comportamenti, così avviene anche per l’atteggiamento mentale, ovvero il modo di vedere e porsi nei confronti di situazioni, persone ed esperienze.

Martin P. Seligman nel suo libro “Come crescere un bambino ottimista”, spiega come la capacità dei nostri bambini di essere positivi e sicuri dipenda in buona parte dall’educazione che ricevono e dal fatto di avere dei genitori a loro volta positivi.

Dinanzi alle stesse esperienze e realtà, si può reagire in modo diverso.

Davanti ad un gioco che non funziona, c’è il bambino che prova e riprova a farlo funzionare. Magari osservandolo nei minimi dettagli e cercando di trovare il problema, al massimo ricorrendo all’aiuto della mamma o in questi casi, più spesso del papà.
Ci sono altri bambini, al contrario, che subito si demoralizzano, lasciano il gioco a malincuore e magari piangono per la situazione avversa.

La situazione è la medesima, ciò che cambia sono le reazioni, che a loro volta, sono conseguenza di un approccio mentale diverso.

il primo è un bambino che confida nella possibilità di trovare una soluzione (pensiero positivo) e quindi reagisce cercando di individuare il problema e si sente abbastanza tranquillo e sereno al riguardo. Il secondo pensa che il problema sia irrisolvibile o che lui non possa farci niente (pensiero negativo), quindi si rassegna e subisce l’evento.

Reagire alle difficoltà

Gli psicologi parlano di “sistema immunitario psicologico”, per riferirsi alla capacità di reagire ai problemi e alle avversità. Affrontare la vita con fiducia, avere sicurezza nelle proprie capacità e vivere sereni.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che bambini e adulti con un atteggiamento mentale positivo – orientati a vedere il famigerato “bicchiere mezzo pieno” – citando una popolare metafora – sono meno inclini a sviluppare sentimenti ansiosi e depressivi.

Come possiamo crescere bambini positivi, e quindi sicuri?

In primo luogo, iniziamo con il dire che la prima forma di apprendimento è l’imitazione e che i bambini apprendono prima di tutto osservando e ripetendo comportamenti e atteggiamenti dei genitori.

Ecco perché è importante che noi genitori ci sforziamo di imparare ad essere positivi e fiduciosi. E’ molto più probabile che riusciamo a trasmettere questo atteggiamento positivo anche ai nostri figli, che quindi lo interiorizzano e lo fanno proprio.

Un altro aspetto molto importante, su cui spesso noi genitori inciampiamo, è quello della comunicazione che usiamo con i nostri bambini.

L’importanza di stimolare i bambini fin da piccoli

Se dinanzi ad uno sbaglio o ad un errore, che è inevitabile che facciano, assumiamo un atteggiamento critico e/o magari punitivo, addirittura con generalizzazioni assolute (“sbagli sempre”, “non fai mai”…), rischiamo di trasmettere un messaggio distruttivo.

Se, al contrario, sottolineiamo prima l’aspetto positivo (“bravo, ci hai provato”, “ci sei quasi riuscito”) e poi riprendiamo quello negativo/lo sbaglio che vogliamo che correggano o modificano (“però così non funziona, proviamo…”, “però attento che così…”), il messaggio è comunque chiaro.

Il bambino capisce ciò che non va bene ma l’intervento è più costruttivo, con un impatto sia emotivo che in termini di autostima decisamente diverso.

E’ importante stimolare i bambini, fin da piccoli, a provare a reagire ai problemi e alle difficoltà che si vengono a presentare.

Incentivarli a trovare autonomamente la soluzione e quindi a reagire, al fine di educarli a crescere sicuri e sereni.

Infatti spesso può capitare, soprattutto se siamo mamme apprensive e ansiose, che quando i nostri figli si avventurano in qualcosa, interveniamo con frasi del tipo “attento, altrimenti ti fai male”. Quante di noi  alle prime difficoltà o non appena chiedono il nostro aiuto, ci precipitiamo in soccorso sostituendoci a loro, senza renderci conto che in questo modo inibiamo la loro spinta all’autonomia anticipando possibili esiti negativi.
Cosa più importante inviamo messaggi di disistima e di scarsa fiducia nelle loro capacità.

Citando le parole di una grandissima donna e scienziata che ci ha lasciato tempo fa, donando a tutta l’umanità un inestimabile patrimonio di ricchezza culturale e scientifica, la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, per riuscire nella vita ci vogliono due capacità: impegno e positività.

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