Lo Yoga in gravidanza

Ultima modifica 24 Agosto 2015

Se non sei una fan delle filosofie orientali in genere, se non ti sei mai avvicinata a discipline psico-fisiche alternative, se non sai nemmeno dove si trovi la palestra più vicina che tiene corsi di yoga e la sola parola “meditazione” ti fa sorridere anziché riflettere, allora l’unico modo in cui potresti iniziare a conoscere la filosofia dello yoga è più o meno questo: un mattino qualunque apri gli occhi, sorridente e panciuta più che mai, metti i piedi a terra e la prima parola che proferisci è  “ahi”… le gambe iniziano a far male, la schiena è a pezzi, ma ti trascini in cucina pensando “avrò dormito male”.

Pochi minuti e scoprirai che non è stato il cuscino,  non sono stati i tacchi rossi sfoggiati la sera prima, né le buste delle spesa che hai trascinato nel parcheggio del supermarket. No. È il nervo sciatico, che si sentiva escluso e ha deciso di infiammarsi e farsi ascoltare!

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Chiami il tuo dottore, tua madre, tua sorella ed ogni altra donna che conosci che è stata incinta prima di te, per sapere, informarti, chiedere consiglio su cosa fare. Fai iniezioni di vitamina B12, unico rimedio che il medico ti concede, oltre ad una minima dose di paracetamolo (uno dei pochi farmaci permessi in gravidanza). Bene! Risolto? Ma neanche per idea….la vitamina B12 è pure dolorosa quando viene iniettata, e la dose di paracetamolo te la sei giocata quella sera che hai dovuto portare la pupa alla festa ai gonfiabili. Che fare? Un minimo di ricerca in rete è d’obbligo… così ti imbatti in forum dove scopri che esistono donne che hanno sopportato il dolore per mesi, ad alcune è misteriosamente sparito dopo pochi giorni, altre hanno fatto massaggi con olii miracolosi, ma tutte, dico tutte, ti rincuorano affermando che al parto è tutto sparito….uau….una soluzione allora c’è. Devi aspettare il parto! ….avrai solo altri 3 mesi di dolore al fondoschiena!

Tu non demordi , continui a cercare e finalmente…ecco la soluzione: lo yoga!

Perché non ci avevi pensato prima? Perché non sapevi nemmeno dell’esistenza delle “asana”. Le “asana”!! (Come, cosa sono? Posizioni dello yoga, no?). Allora ti fai forza, vai in libreria e acquisti il manuale perfetto per metterti all’opera! Il titolo è semplice e d’effetto: yoga in gravidanza. Lo sfogli con attenzione, salti le prefazioni e i commenti e controlli che ci siano le figure, ovviamente, molte figure, tante fotografie di donne col pancione sedute in terra, con le gambe incrociate e le braccia per aria….ok! E’ perfetto.

A questo punto, se ti va male, potrebbe capitarti quello che è successo a me: libro in tasca, corro a casa, tappetino, musica, luce soffusa, vai…sono pronta.

Leggo termini a me sconosciuti, e posizioni praticamente “impossibili” (quella delle foto deve essere una super modella con la pancia “posticcia”…non si possono fare certe cose in gravidanza!)…in ogni caso, per evitare di compromettere la mia già precaria forma fisica e fare “infuriare” ancor di più la “sciatichetta nervosa”, decido di ritornare sulla prefazione, e comincio a leggere anche l’introduzione! Un po’ di storia sulla filosofia che mi accingo a praticare, sui vantaggi che apporta al corpo e allo spirito,  sulle tecniche da adoperare, sulla pranayama (la respirazione), bla bla… e sulle regole morali e di comportamento: le yama e niyama! regole e divieti! (regole? Divieti? Proibizioni? Obblighi?). Ci sarà un errore….perché dovrei seguire divieti, regole morali e di comportamento per mettermi seduta a cosce incrociate e braccia all’aria??

Un motivo c’è! Ed è cosa un po’ più seria.

Per adesso il problema della sciatalgia non l’ho risolto del tutto (ma non dispero, sono una donna fiduciosa io, magari mi farà comunque più effetto della dolorosissima B12), e non sono diventata d’incanto una devota dello yoga (tantomeno delle regole di privazione, specie quelle riguardanti il cibo!), ma mi sto divertendo veramente parecchio, soprattutto nel tentare “posizioni poco pratiche”, e sto scoprendo un mondo nuovo, fatto di pranayama, yoga mudra, yin e yang e la “posizione del gatto”.

Leida

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