Partorire a Londra, o anche no. La mia esperienza

Ultima modifica 7 Giugno 2021

Vivevo a Londra. Scopro di essere incinta, vado dalla GP, che è l’equivalente del medico di base. Le dico ho fatto il test, sono incinta. Bene, mi fa lei, è una bellissima notizia, nel suo paese probabilmente si affronta la gravidanza come una condizione da monitorare.
Qui in Inghilterra abbiamo un approccio diverso, milioni di donne al mondo hanno un bambino ogni anno, come ce la fanno loro ce la farà anche lei, quindi vada avanti con la sua vita normale e ci vediamo tra nove mesi.

londra

Eh? Ma cosa devo fare? Nulla, viva la sua vita normale.

Ma posso mangiare tutto? Sì certo.

Ma non mi fa un test per controllare che sia veramente incinta? Ha già fatto il test del supermercato, no? Se dice che è incinta è incinta.

Il primo incontro è andato proprio così e io sono rimasta senza parole.

Comunque un minimo di controllo me l’hanno fatto, dal quale per esempio è risultato che non ero immune alla Toxoplasmosi.
Che vuoi che sia? Lavi la frutta e l’insalata prima di mangiarle.
Già, perché se non fossi incinta e non avessi il problema della Toxo me le mangerei senza lavarle.

Intanto le amiche italiane lavano l’insalata con il bicarbonato, una foglia per volta almeno due volte, non mangiano insaccati (che c’entrano gli insaccati dice la mia GP?), non mangiano formaggi fatti col latte crudo (e quali sono?), e soprattutto conoscono almeno una persona che si è presa la Toxoplasmosi durante la gravidanza. Io cerco di stare nel mezzo.

Ecografie ne sono previste 2, una al terzo mese e la morfologica.

E basta. Però si fa tutto col servizio sanitario, niente ginecologi o ecografie private. Il servizio privato esiste, ma è per chi vuole spendere di più, e per le italiane ovviamente. Io non conoscevo nessun’altra che avesse avuto una gravidanza a Londra e che potesse consigliarmi.

Così, mi sono affidata al servizio pubblico. Con una sola eccezione. La villocentesi. Un’amica in Italia ha la ginecologa che ha fatto un periodo a Londra e mi segnala il guru della villocentesi, il medico (greco per altro), che l’ha inventata.

Decido che questa è una spesa che ha senso fare. Per circa credo 600 o 700£ vado in una clinica privata nella strada delle cliniche private più chic di Londra, con divani in pelle e quadri d’autore alle pareti.

Mi fanno un prelievo del sangue e un’ecografia, effettuano una stima di rischio, poi arrivano i risultati delle analisi, combinano i risultati e la stima di rischio aumenta. Un professorone controlla l’analisi fatta dalla dottoressa, mi danno un responso (sarà passata in tutto un’ora e mezza, massimo 2, ma non credo), posso decidere di fare la villocentesi subito o tornare, io decido di pensarci e tornare, ma potrei aver fatto tutto lì, in un pomeriggio.

Torno, il professorone mi fa la villocentesi e dopo un paio di settimane ho il responso. Questo praticamente per lo stesso costo di una amniocentesi ospedaliera fatta in Italia da un medico di qualsiasi livello di esperienza…

Torniamo al servizio pubblico. A quanto pare la mia non è una gravidanza regolarissima, c’è un certo fattore di rischio. Allora scattano le misure supplementari, un controllo al mese (che invece da noi è la norma). Mi sento seguita con molta competenza, senza ansie ma con accuratezza. Insisto e mi fanno un controllo della Toxo, ma è l’ultimo. Se non l’ha presa finora perché dovrebbe prenderla adesso?

Il corso preparto viene organizzato dall’ospedale di sera e partecipano tutti in coppia, tutti tranne le mamme single o con partner fuori per lavoro. Molto interessante, ben fatto, utile, sia dal punto di vista pratico, come funziona il parto, sia dal punto di vista emotivo, come mi preparo psicologicamente al parto. Ci spiegano tutti gli strumenti possibili e immaginabili per il trattamento del dolore, in ospedale si può fare qualsiasi cosa. La bombola del gas è affianco ad ogni letto.

Andiamo a vedere il reparto maternità. La sala parto è una stanza. Letto, televisione, bombola del gas. C’è a malapena lo spazio per girare introno al letto, è minuscola. Si viene trasferite in una sala chirurgica solo se c’è un urgenza, se no il letto, la televisione e il gas bastano e avanzano. Claustrofobica. E comunque io già so di non voler fare affidamento su mezzi vari per controllare il dolore, faccio invece yoga preparto tutti i sabati e ginnastica preparto a casa quasi tutti i giorni, e vado in piscina.

Nel frattempo comincio anche a sentire voci sulla malasanità inglese, la fretta di far uscire le persone per limitare i costi. Mi informo sui costi per il parto in clinica privata e mi prende un colpo. Rifletto sul fatto che avrò bisogno di aiuto e chiedere a mia mamma di venire a Londra forse è un po’ tanto. Verifico che l’ospedale (pubblico) della mia città non sia un ospedale col bisturi facile, non lo è. Così decido di partorire a casa mia, dove son nata io.

Lavoro fino a 6 settimane dal termine, in netto contrasto con l’usanza inglese di passare direttamente dalla sala riunioni alla sala parto, poi salgo su un aereo e faccio l’Italiana, che fino al parto si fa trattare bene e viziare ma poi partorisce nel dolore (breve però, anche grazie alla ginnastica preparto) in una sala che avrebbe potuto ospitare una squadra di partorienti.

Al momento delle dimissioni il pediatra di turno controlla la mia cartella e mi fa: “ Signora, ma il test per il citomegalovirus non l’ha mai fatto? “ Cito-che? Non l’avevo mai sentito nominare prima. “Vabbe’ ormai…Non si preoccupi, vada a casa.”

Tornando indietro rifarei tutto allo stesso modo.

Da allora per una serie di motivi non sono più tornata a vivere a Londra, sono rimasta in Italia, ma Londra e la mia vita all’estero fanno parte della mia storia, e di quella del mio bambino bilingue per gioco e per amore.

Così ho fondato Bilingue per Gioco e vivo un sogno, fare in modo che sempre più famiglie crescano con più lingue nella propria vita quotidiana.

Letizia 

6 COMMENTS

  1. Signora ma col dovuto rispetto,ma è sicurta di aver vissuto a Londra???Vivo a Londra da 4 anni,lavoro nel settore infanzia,conosco decine di donne incinte e che hanno già partorito a Londra (italiane e non)e mi creda non ho mai sentito nulla di simile alla sua storia!
    Ho avuto personalmente esperienze dirette con l’NHS,tutte positive!(ho avuto anche un ricovero al St.Mary Hospital e mi avrebbero trattenuta 2 giorni in più,sono stata dimessa perchè mi sono imposta,volevo uscire e ho firmato!) Per non parlare del mio GP (che è specializzato in ginecologia) l’unico a prescrivermi l’esame AMH (in Italia una ginecologa privata a 150€ a visita non sapeva nemmeno cosa fosse!!)e a farmi fare tutti gli accertamenti del caso e arendersi conto di cosa rischiavo!Sarò stata fortunata e lei no?!Io credo che proprio come dice lei,ha fatto l’italiana,quella che vive in questo caso,la gravidanza iper-medicalizzata,che oltre le 3 eco (sono 3 anche in UK!),ne fa decine privatamente etc Forse non si rende conto delle informazioni sbagliate e del terrorismo psicologico che traspare da questo suo articolo…La sanità pubblica inglese è per certi versi migliore di quella italiana,ho grandi termini di paragone per affermarlo!

    • Germana, è belllissimo sentire di esperienze così positive ma, mi creda, lei è davvero l’eccezione. 95 donne italiane su cento, volendo dare dei numeri, direbbero l’esatto opposto e non perché abbiano vissuto/voluto vivere una gravidanza medicalizzata, ma perché in UK non hanno ricevuto nemmeno il minimo che per legge viene fatto in Italia, in termini di controlli, analisi, etc etc (spesso con gravissime conseguenze). Ottimo per lei comunque e ci passi il contatto del suo GP! 🙂

  2. Sono un’italiana che vive a Londra gia’ da un po’ e ho una bimba di 4 mesi.
    In gravidanza sono stata seguitissima con controlli con l’ostetrica in media ogni 2 settimane.
    Non ho sborsato nemmeno un centesimo e al momento del parto mi hanno assegnato una stanza gigante con una midwife che era con me costantemente.
    La bimba aveva il battito rallentato e nel giro di qualche secondo sono arrivati 4 dottori….
    La sera volevo gia tornare a casa e mi hanno guardata come se fossi impazzita … Sono rimasta in ospedale 3 giorni …
    Una volta a casa l’ostetrica e’ venuta a casa per controllare che io e la bimba stessimo bene diverse volte.
    Ho avuto bisogno di diversi medicinali e sono tutti gratis per le donne incinte fino a che la bimba compie un anno.
    Forse l’unica pecca e’ che qui non c’e’ il pediatra di base per i bambini come in Italia ma si fa riferimento al GP. Questo non mi piace e ho quindi consultato un pediatra italiano privato qui a Londra per controlli regolari…
    Per il resto direi… Thumbs up!

    • Care ragazze, italiane e non, voglio scrivervi la mia esperienza solo per puntualizzare che a Londra vivono piú di 10 milioni di persone, ed è pertanto impossibile anche solo immaginare che ci sia uno standard comune. Sono un medico ospedaliero, e sono incinta. Al parto manca ancora molto, ma mi hanno giá ben chiarito che le ecografie saranno due, a meno che non sorgano problemi. Esami virali, per ora, nessuno. Visto che è la mia seconda gravidanza, e sono d’accordo sul non spendere milioni di pounds inutilmente, mi comporto come se fossi negativa al toxoplasma, cosi come lo ero la prima volta. L’assistenza del mio GP è talmente scarsa che non ho avuto neppure l’esenzione per maternitá. L’ho scoperto invece dalla mia dentista, ed ho preso appuntamento. In quando a figure professionali per ora (18 settimane) ho visto solo la midwife, che mi ha prelevato il sangue senza dirmi i risultati. Me li dará tra 15 giorni (totale di tempo che sará passato dal prelievo: 1 mese e 20 giorni), ma io per fortuna ho accesso ad alcune analisi dall’ospedale ed ho scoperto che sono anemica, cosí ho iniziato a prendere il ferro. Avrebbe dovuto dirmelo un medico o infermiera diversa dalla sottoscritta, ma visto che non l’hanno fatto mi sono arrangiata. Non so come continuerá, ma so che nell’ospedale in cui dovrei partorire, ed in cui lavoro, non sono capaci di assistere un parto in cui la madre è emodinamicamente instabile -infezioni, emorragie- e non c’è una terapia intensiva neonatale. Sto pensando ovviamente di cambiare ospedale, e questo si puó fare facilmente nel sistema inglese. D’altra parte, vorrei fare qualche attivitá fisica leggera e coccolarmi un po’, ma figuriamoci! Corsi preparto sono assolutamente non seguibili per il personale sanitario, con i nostri orari randomizzati. Yoga vicino casa? Anche quello orari incompatibili. Non posso cercare lontano da casa perchè ho una bambina di due anni. Oltretutto, perchè mi paghino una maternitá decente dovró lavorare fino all’ottavo mese. Spero di esserne in grado. Conclusione: East London è un sito povero, ed il trattamento va di conseguenza. Ho sentito che negli ospedali del centro fanno molti piú controlli in quanto a infezioni. non so se è vero. D’altra parte, mi resta oscuro come diagnoticato il diabete gestazionale, visto che non fanno screening. Se dá sintomi è ben tardi per trattarlo. Per quello non ho ancora pensato a una soluzione, proveró a chiedere alla midwife. Con pazienza e tolleranza, comunque, sembra che si possa sopravvivere. L’importante della gravidanza, dopotutto, è la sicurezza, la salute della mamma e del bambino. Il resto sembra tanto importante durante i magici 9 mesi, ma guardando indietro saranno soltanto 9 mesi speciali.

  3. Ciao a tutte mammine! io ho assolutamente bisogno di confrontarmi a ragazze con la mia esperienza qui a Londra inizio con il dire che sono incinta al 6 mese o almeno dovrei perche la clinica privata dove sono voluta e dovuta andare mi ha detto un numero e l ospedale pubblico che mi segue un altra e un altra ancora essendo diversa la dottoressa ogni volta. Anche io sto avendo la stessa pessima esperienza ed e vero in italia a confronto ti coccolano qui sono molto sbrigativi io pur non avendo grosse possibilita mi sono rivolta ad un privato 2 volte. Ma bando alle ciance e da 1 mese e piu che dico al mio gp che ho la diarrea e lui non mi da risposte e dice che gli esami vanno bene. ma io continuo ad andaare al bagno (una volta al giorno) con diarrea. Vi prego qualcuno puo consigliarmi rispetto a questo e anche rispetto ai corsi preparto, mia sorella in italia li ha iniziati al 5 mese, dove devo chiedere?grazie mille

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

GLI ULTIMI ARTICOLI

More article