Ultima modifica 14 Giugno 2017
Il manager che si allena alla scuola di guerra? Inutile, superato. Oggi la metafora sportiva – o vinci o perdi – non vale più. Almeno nel mondo del lavoro, che è cambiato. Quel che serve è un nuovo leader positivo che faccia vincere tutti, motivando i collaboratori e aiutandoli a crescere. La mamma.
E’ la tesi di un libro, Maam – La maternità è un master edito da Bur scritto da due giovani autori, Andrea Vitullo e Riccarda Zezza.
“La nostra tesi è che il congedo di maternità è un periodo in cui si imparano delle competenze, che possono poi essere trasferite nel lavoro” spiega Riccarda Zezza, che insieme al collega organizza corsi di formazione. Tra i loro clienti hanno già aderito, tra le altre, Luxottica, Nestlé, Pirelli.
“Chi, meglio di una madre, insegna agli altri a crescere?” Spetta alle aziende quindi saper riconoscere e utilizzare al meglio queste qualità da leader del terzo millennio, che si trovano già in casa. Ci riusciranno? Speriamo. Intanto vediamo le 10 competenze che imparano le neomamme, secondo le indicazioni dell’autrice.
Prendere decisioni: la mamma decide tutto, per tutti (anche se non vorrebbe). Il numero di decisioni da prendere al volo (piccole e grandi!) aumenta a dismisura, lei sa selezionarle. E impara anche a non disperarsi quando sbaglia.
Ascoltare con attenzione: la mamma impara in fretta che un ascolto attento ripaga con risposte più veloci e su misura, accorciando il tempo di arrivo alla soluzione. Una maggiore attenzione, che inizialmente sembra allungare i tempi, aumenta così l’efficienza e migliora il risultato.
Intuire ed essere capaci di empatia. I segnali che mandano i figli sono tanti e diversi: quando non parlano bisogna saper leggere gesti e impressioni, ma anche quando parlano è raro che si esprimano con chiarezza (e in italiano). Un ottimo allenamento per l’intuito, capire il messaggio subliminale di un figlio (ammesso che ci si riesca).
Gestire le crisi: sin dal primo giorno di vita del bambino, il numero di grandi e piccole crisi che una mamma deve affrontare sale alle stelle. Un allenamento che aiuta a ridimensionare le situazioni, a reagire velocemente, e a coordinare più persone alla rapida ricerca di una soluzione.
Dare priorità: con la maternità tutto diventa più difficile e complesso. Eppure si riesce a non annegare: si stabiliscono nuovi equilibri e ci si abitua a riconoscere subito, tra le molte cose che succedono, qual è urgente e importante e quale ciccia.
Motivare: convincere un bambino a mangiare la verdura o caricare la lavapiatti è una missione impossibile: se una madre ce la fa, e per di più con le buone, giusto che le vengano affidati compiti professionali di pari responsabilità. Vuol dire che sa prendere le persone per il verso giusto, e motivarle al meglio.
Ottimizzare il tempo, andare al sodo, essere multitasking? Di più. Il numero di cose da fare in famiglia si moltiplica in modo esponenziale. Paradossalmente questo risolve un piccolo problema di perfezionismo che spesso le donne hanno: rendendole più brave a gestire il tempo, lasciano perdere i dettagli. E quando tornano al lavoro, basta chiacchiere in riunioni inutili.
Delegare, di necessità virtù. Una mamma deve imparare a delegare per sopravvivere, sennò soccombe. La fiducia è una cosa seria.
Essere creativa: il bambino riporta la mamma a una dimensione del gioco e della fantasia che, se usate sul lavoro, possono fornire soluzioni inaspettate e innovative, risolvendo anche situazioni molto difficili. Un disegno aiuta più di una planimetria.
Avere una visione. Pur nei grandi e piccoli cambiamenti quotidiani, la mamma “vede” la strada che sta tracciando per il proprio figlio.
In tutte queste capacità di stare nel presente, ma al tempo stesso di avere una rotta verso il futuro, c’è tutta la forza di una “natural born leader”.
E con il libro Maam – abbiamo anche una guida per capirci meglio.
Viva la mamma.
Paola Lovera