Ultima modifica 24 Agosto 2016
Nel Giorno della Memoria spesso, giustamente, si parla e ci si ricorda delle barbarie subite dai milioni di ebrei e di molti altri nei campi di concentramento.
Ma c’è qualcosa d’altro da ricordare. Qualcosa che spesso viene taciuto e di cui pochi sono a conoscenza. Parliamo del ruolo che ebbe la classe clericale nell’ascesa di Adolf Hitler prima come cancelliere e in seguito come dittatore, con tutte quelle che furono le conseguenze.
Ebbene tutto questo fu possibile grazie agli intrighi politici di un cavaliere papale, Franz Von Papen, il quale schierò l’Azione Cattolica e i grandi industriali contro il comunismo per unire la Germania sotto Hitler.
In cambio di questo “favore” Hitler nominò Von Papen vice-cancelliere e inviò una delegazione capeggiata dallo stesso Von Papen a Roma per stipulare un concordato tra lo Stato nazista e il Vaticano.
Questa la sequenza dei fatti secondo gli annali e le testimonianze dell’epoca:
“Il colonnello von Papen [vicecancelliere di Hitler] e il capitano Goering [“braccio destro di Hitler”] sono stati ricevuti da papa Pio con la pompa e la cerimonia spettanti al loro rango. Il vicecancelliere . . . portava le decorazioni di ciambellano segreto del papa . . . domani von Papen e il capitano Goering riceveranno la comunione dalle mani del papa”. — Times di New York, 13 aprile 1933, pag. 1.
“Alla fine di giugno von Papen ha fatto visita al papa chiedendo un nuovo concordato per tutta la Germania e auspicando l’influenza del papa sui cattolici tedeschi affinché abbandonino le loro organizzazioni politiche e si conformino alla nuova Germania”. — Americana Annual del 1934 (Eventi del 1933), pag. 272.
“Subito dopo il concordato (5 giugno 1933) con l’Austria . . . ne è stato concluso un altro (20 luglio) con la Repubblica Tedesca”. — New Catholic Encyclopedia, Vol. 11, pag. 415.
“Questa stretta di mano [concordato con la Germania] col papato, la più grande forza morale nella storia del mondo”, esultò il cardinale di Baviera, von Faulhaber, nella lettera di congratulazioni che scrisse di suo pugno a Hitler, “è un’impresa che rappresenta un’incalcolabile benedizione”. — Kirche und Nationalsozialismus: Dokumente 1930-1935, Hans Müller, 1963, doc. 77, pag. 170.
Durante le celebrazioni che accompagnarono questo concordato il cardinale Pacelli, che sarebbe poi diventato papa Pio XII, conferì a Von Papen l’alta onorificenza pontificia della Gran Croce dell’Ordine Piano.
Nel suo libro The Gathering Storm (1948), Churchill riferisce come Von Papen usasse questa reputazione da ”buon cattolico” per ottenere il favore ecclesiastico nell’annessione dell’Austria allo stato nazista.
Nel 1938, in occasione del compleanno di Hitler, il cardinale Innitzer ordinò che tutte le chiese austriache esponessero la bandiera con la svastica, suonassero le campane e pregassero per il dittatore nazista.
Ecco, credo che sia giusto ricordare che ci furono responsabilità precise da parte di qualcuno così come ci furono invece ecclesiastici sinceri e gente comune che a tutto questo disse NO con immenso coraggio e che per questo pagarono amare conseguenze. E’ giusto ricordare anche loro che furono ugualmente vittime e martiri.
Paola Biandolino