Psicoecologia: downshifting e decrescita felice

Ultima modifica 21 Ottobre 2016


Verso un nuovo Rinascimento di Silvia Garozzo

E’ un libro denso di concetti importanti, spiegati in maniera molto chiara e fruibile che parla principalmente della salute mentale, delle cause delle patologie dei nostri giorni raccontate dalla psicoterapeuta Silvia Garozzo e introduce un nuovo interessante e possibile cambiamento di rotta.

Fino all’Illuminismo la malattia mentale era considerata una malattia dell’anima che stigmatizzava le persone che ne soffrivano. Solo dopo questo periodo storico vengono riconosciute cause organiche alla malattia mentale e proposta la farmacologia come cura. La vera rivoluzione è stata apportata dal pensiero di Freud che sosteneva che tra malattia mentale e normalità c’è continuità e che la persona portatrice di una patologia non è in balia di forze esterne, ma può intervenire attivamente sulla sua mente, andando a cercare tramite il metodo delle libere associazioni la causa del suo male, esternarlo, affrontarlo e risolverlo.

La Garozzo poi passa ad analizzare, a livello profondo, la società dei nostri tempi, causa della maggior parte delle patologie di salute mentale:

Il capitalismo ed il consumismo hanno provocato tutta una serie di rivoluzioni fondamentali nella nostra società, e a mio avviso, a tutta questa serie di rivoluzioni è seguito un incremento in quantità ed intensità di diverse psicopatologie che sono vere e proprie figlie dei nostri tempi. Di tutto questo riusciamo a renderci conto meglio ora, con la crisi del consumismo e con l’avvento dei nuovi movimenti socioculturali che spingono per una nuova rivoluzione dei valori ed un ritorno ad una qualità della vita più umana e sostenibile”.

Importantissimo è educare alle emozioni, insegnando ai nostri figli a riconoscerle, chiamarle con il loro nome ed esprimerle: “Le emozioni sono il faro che ci guida nella notte, ci indicano la strada per muoverci nel mondo: per ricercare ciò che ci fa bene (la gioia), per allontanarci dalle cose pericolose (la paura), per ristabilire i confini e difenderci (la rabbia), per capire cosa ci fa male (il dolore).

Dai continui controlli in gravidanza ai consigli degli Esperti Improvvisati su come gestire il sonno dei neonati o l’allattamento, le mamme sono bombardate da informazioni fuorvianti e spesso sbagliate. La psicoterapeuta ci invoglia a tornare a fidarci del nostro istinto atavico, riprendendo più volte l’esempio della vita primitiva nella giunga quando le donne erano mamme che vivevano in simbiosi con i loro cuccioli e gli uomini avevano la funzione di proteggere e nutrire la famiglia.

In particolar modo è molto utile conoscere la teoria dell’attaccamento di Bowlby per la costruzione della fiducia di base: quando il neonato piange per richiamare la presenza della madre, se la madre risponde, il neonato impara a fidarsi, a vedere riconosciuti i propri bisogni e il modo di prendersene cura. Se quando il bambino piange, la mamma non accorre perché ha letto un qualche manuale che le consiglia così, il bambino svilupperà una scarsa stima di se’ e del mondo, crescendo non autonomo, ma dipendente. La fiducia in noi viene costruita grazie ad una base sicura fornita dai genitori e al loro incoraggiamento ad esplorare autonomamente a partire da questa base, quindi se sosteniamo la sana dipendenza dei nostri figli quando sono piccoli, li renderemo individui autonomi da grandi. Tutto il bagaglio del bambino è basato durante l’ infanzia soprattutto sull’imitazione delle figure più importanti, come i genitori, i nonni, i maestri che vivono più a stretto contatto con lui ogni giorno. La relazione è il mezzo attraverso il quale ci costruiamo come individui, altrimenti non possiamo crescere bene. I nostri figli hanno bisogno di genitori che li ascoltino e li seguano attivamente con una presenza solida durante la crescita.

L’uomo è un animale sociale che per vivere bene ha bisogno di relazioni, scambio, confronto che sono per lui nutrimento per l’anima. Un tempo le famiglie vivevano con nonni, fratelli e zii nella stessa abitazione, i ragazzi avevano più figure di riferimento con cui confrontarsi, gli anziani non erano mai soli e la comunità era uno spazio di aiuto e arricchimento per tutti. Oggi purtroppo i nuclei familiari sono ristretti e isolati, i genitori passano più tempo a lavoro che in famiglia, i bambini a scuola o con le baby-sitter, gli anziani da soli o con le badanti. Con il consumismo l’importanza delle relazioni è passata in secondo piano rispetto al lavoro, alla carriera, ai soldi e all’apparenza. Siamo funzionari del progresso,compriamo un sacco di oggetti inutili a noi stessi e ai figli per compensare mancanze e assenze. In realtà ci mancano le relazioni, gli affetti, i legami, il prendersi cura di noi. Invece di camminare all’aria aperta compriamo cyclette o facciamo il tapis roulant. E’ tutta un’assurdità inventata da noi stessi per rincorrere il lavoro perfetto e la vita perfetta basata sull’apparire e non sull’essere. L’autrice sostiene che non sia la vita che fa per il genere umano. Tutto è concentrato sul lavoro e sul suo guadagno perché la società dei consumi la fa da padrona. Siamo arrivati all’assurdo: andiamo a lavoro per avere soldi per pagare altre persone che stiano al posto nostro con i nostri cari, mentre noi siamo a lavoro. E’ un cane che si morde la coda, un meccanismo perverso che ci fa concentrare più sul denaro e i ruoli di lavoro che sugli affetti e le relazioni con i nostri familiari. La riflessione che l’autrice ci porta a fare con questo testo è: ma davvero vogliamo vivere cosi?o ci siamo allontanati di molto dal fine iniziale?

Sta a noi prendere l’occasione della crisi per ristabilire il giusto ordine di valori. Forse è questa l’unica grande nota positiva del periodo critico che stiamo attraversano.. L’autrice parla di un nuovo movimento socio-culturale chiamato downshiftingche incita a vivere in modo più semplice, sbarazzandosi dei numerosi oggetti inutili che accumuliamo intorno a noi, per liberarci dal materialismo e dal consumismo e ridurre il lavoro straordinario e lo stress per ritrovare un equilibrio fra lavoro e tempo libero e rincentrare le soddisfazioni personali sulle emozioni e i legami, anziché sugli oggetti acquistati o sulla ricerca del successo.

L’autrice dice:

Se noi cambiamo vita, la nostra salute psicofisica migliora. E noi abbiamo proprio bisogno di cambiar vita. Non solo e necessariamente lasciando il lavoro, non solo in ambito lavorativo. Dobbiamo intervenire su tanti aspetti della nostra vita. Abbiamo necessità di passare tempo tra noi, di lavorare meno, meglio, di passare tempo con i nostri bambini, recuperando la gioia di condividere le cose con loro, di guardare il mondo attraverso i loro occhi. Di passare del tempo con i nostri anziani. Di far sì che i nostri bambini stiano con loro. Che loro stiano con noi. Di smettere di fare le cose per gli altri e farci fare dagli altri le nostre cose. Puliamo noi le nostre case, teniamo con noi i nostri bambini, cuciniamo noi i nostri cibi e risparmiamo così e così recuperiamo una minor necessità di guadagnare e lavorare. Curiamoci di più del nostro ambiente. Usiamo energie rinnovabili, risparmiamo sulle altre. Non consumiamo acqua inutile. Raccogliamo i nostri rifiuti differenziandoli. Ricicliamo. E soprattutto smettiamo di comprare cose inutili.”

Lo stile di vita che conduciamo è la base per cui si sviluppano molte patologie come i disturbi d’ansia, la depressione, i disturbi psicosomatici. Ad esempio, i disturbi d’ansia sono causati dal fatto che viviamo perennemente in tensione. Lo stile di vita che molti di noi conducono, soprattutto nelle grandi città, ci porta ad aumentare l’arousal cioè l’attivazione psicofisica che in situazioni di pericolo innalza il livello di adrenalina per fronteggiarlo, ma nella vita quotidiana viene stimolato continuamente senza motivo.

L’autrice in questo testo approfondisce molti altri argomenti come il dolore, la malattia, il lutto, i disturbi della personalità, le dipendenze da droga e altro, le psicosi, il suicidio, gli psicofarmaci che per mancanza di tempo non descriverò. Per mia natura sono interessata a questi temi di salute mentale e mi è piaciuto approfondirli attraverso esempi tratti sia dalla vita personale che dalla vita lavorativa di una voce competente come quella della psicoterapeuta Silvia Garozzo. Lo stile con cui l’autrice si rivolge ai suoi lettori è immediato, comprensibile, senza l’uso di termini troppo tecnici, ma preciso in modo da chiarire ogni dubbio sulla confusione terminologica che c’è in questo campo. Inoltre mi ha colpito il suo modo di sfatare miti, leggende e false credenze in ogni campo umano dalla gravidanza all’allattamento, alla gestione del dolore e della malattia mentale. Purtroppo siamo spesso preda di pregiudizi e un’apertura mentale e una conoscenza maggiore dell’argomento non può che migliorarci come persone.

Titolo: Psicoecologia Salute mentale, downshifting e decrescita felice Verso un nuovo Rinascimento

Autore: Silvia Garozzo

Editore: Aldenia Edizioni
Pagine: 
156
Prezzo: 
14 euro
Anno di pubblicazione: 
2013

Voto: 4 stelline su 5

Federica Sole


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