Si torna a scuola. Anzi no! E’ ora di dire basta. Inizia a girare l’hastag #Misonorottolepalle

Ultima modifica 28 Aprile 2021

Il 7 gennaio le scuole superiori riprenderanno in presenza al 50%

Questa la comunicazione che il Dirigente Scolastico di una scuola la cui organizzazione e puntualità sono invidiabili (#liceoclassicocairoli di Varese) che noi genitori riceviamo il 30/12/2020 con annesso orario scolastico fino al 15/01/2021.

#anzino

Perché qualcuno decide che la scuola in presenza ricomincerà l’11 gennaio (e la scuola non manca, il 5 gennaio, di comunicarcelo).
Oggi è il 7 gennaio e mia figlia si ritrova a fare ancora dad davanti ad un PC per 6 ore (dalle 8 alle 14) con un padre che le dice “Tranquilla, da lunedì tornerai a scuola. Rivedrai i tuoi compagni e i tuoi professori. Potrai parlare con loro guardandoli in faccia”.
Io mi devo solo preoccupare di farle l’abbonamento settimanale del treno, verificando che gli orari siano compatibili con le sue entrate.
#anzino
Perché ascoltando il telegiornale e leggendo i quotidiani scopo che #regionelombardia ha deciso di rimandare il tutto.
Fino al 25 gennaio ci sarà ancora la dad.
E lo scopro ieri sera per lunedì.
Questa mattina troverò la comunicazione ufficiale del Dirigente Scolastico (ne sono certo, ho letto comunicazioni inviate la sera tardi o la mattina presto per evitare problemi organizzativi alle famiglie).

Il problema è che di questi #anzino, sinceramente, mi sono rotto le palle.

Sì, avete letto bene: mi sono rotto le palle!
E non perché, grazie a Dio, io non abbia ancora acquistato l’abbonamento per il treno o perché, fortunati noi, la scuola di mia figlia sia disorganizzata o manchevole (tutt’altro).

Mi sono rotto le palle perché certa gente ha dimenticato quale sia il suo compito principale: garantire il benessere, l’istruzione e l’educazione delle nuove generazioni.

Stiamo parlando di ragazzini di 14 anni che stanno affrontando un anno decisivo per loro: affrontare l’inizio del liceo. La scuola che inizia davvero (non me ne vogliano i professori delle medie) a formare gli adulti di domani.
Mi sono rotto le palle di vedere mia figlia davanti a un monitor per 6 ore al giorno.
Mi sono rotto le palle di vedere che, per mantenere delle relazioni sociali, debba stare in videochiamata con le compagne mentre sono in dad.
Mi sono rotto le palle di non poter nemmeno più fare battute su possibili innamoramenti che sono, a 14 anni, una tappa fondamentale del processo di crescita.
Mi sono rotto le palle di dover sopperire alle mancanze di un mondo adulto (del quale faccio parte e di cui certe volte mi vergogno) che ha dimenticato e sta dimenticando quali siano il suo ruolo e la sua responsabilità verso i nostri figli.
Come padre non mollerò nell’educazione di mia figlia, parando i colpi delle intemperanze di chi dovrebbe fare il proprio lavoro e utilizzando il vincolo come una risorsa per la sua crescita.
Come educatore non mollerò nell’educazione di altri ragazzi che, come mia figlia, si trovano in questa situazione.

Ma come uomo, come adulto, non smetterò di dire che mi vergogno di come altri adulti  (non) stiano affrontando la situazione attuale.

E di dire che mi sono rotto le palle!

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