Signor FuturoMinistro, bastano 2 ore per capire la scuola

Ultima modifica 20 Giugno 2019

Caro Futuroministro e cara Futuraministra della pubblica Istruzione, è stata postata su Facebook questa graziosissima domanda  agli insegnanti

“Cosa vorreste dire al prossimo Ministro?”

Ho risposto di getto “Che passi due ore con me, a ricreazione offro anche il caffè”.
A parte la rima completamente involuta, lo penso davvero.
Parliamo della morte di Stephen Hawking il 14 marzo, il giorno del Pi greco, che coincide anche con il centotrentanovesimo anniversario della nascita di Einstein.

lettera futuro ministro istruzione
“Maestra, lo sai che quando ero piccola ho chiesto alla mamma se poteva essere che mentre un bambino nasceva un’altra persona poteva morire, lei mi ha detto sì… e io non ci ho creduto? E invece è così…”
Resti appesa a queste frasi.
Non sai cosa dire, sorridi e annuisci, ma in un momento di lucidità senti che probabilmente ciò che le serviva lo hai già detto; le hai aperto poco prima la consapevolezza che, mentre parla, una persona nasce e un’altra lascia la Terra. Nitidamente senti che le si svuoterà lo stomaco a ripensarci, e chissà se l’accetterà pian piano come una realtà meravigliosa e terribile insieme?

In questi momenti tocchi con mano che gli studenti non sono vasi da riempire, ma persone che impastano la loro già immensa esperienza con ciò che accade a scuola.. .e veramente è un poveraccio chi pensa che possano assimilare ogni cosa allo stesso modo e attraverso gli stessi canali.
… mentre qualcuno ti viene vicino “Mae posso andare in bagno? E’ superurgente…” capisci che ogni giorno, vuoi o non vuoi, li aiuti a prendere consapevolezza di categorie che non avevano scoperto e le intrecceranno a modo loro.
E che tutto questo merito dell’onnipotente “travaso culturale”, che qualcuno pensa di mettere in atto in classe, effettivamente non ce l’hai. Questo è meraviglioso.

E poi arriva la terza A , perché i nostri bambini cambiano classe a metà mattina. Gli angoli tematici di Montessori, conosce? No Finlandia, Italia… e lei signor Futuroministro non sa fino in fondo quanto faccia bene alla nostra testa e a quella dei bambini il “cambiare” e l’entrare in un altro piccolo mondo per apprendere meglio tutti.

Dicevo, arriva la terza A e parli dell’Equinozio che in Italia è stato il 20 marzo alle 17,15.
“Ma maé, ma… non doveva essere a mezzanotte!? Anzi no… quando sorge il sole?”
Ladomandaperfetta. Senti la musica de “Lo squalo” in sottofondo.

Te la dovevi aspettare, perché in seconda gli dici che all’Equinozio il giorno è uguale alla notte, poi se lo ricordano in terza e non arrivano a far quadrare i conti… se l’amica primavera ti arriva a pomeriggio inoltrato.

“Maé posso in bagno, facciosubitomanoncorrodai….”
E’ il momento di tirare fuori il terminatore, cioè quella linea di confine affascinante e misteriosa che circonda la terra e che rende perfettamente uguali la porzione di terra alla luce e quella in cui è notte.
“Sì, quando il terminatore è perpendicolare all’Equatore… cioè forma con l’Equatore 4 angoli… come?”
“Rettiiii!!!” misto a “Novantagradiiii!!!” misto a “Ugualiiiiii!!!”  ” Allora in quel momento c’è l’Equinozio di primavera”

Mentre una persona normale sente solo un improvviso frastuono fastidioso, una maestra o un maestro avvertono 3 risposte perfette (è un superpotere che abbiamo solo noi, poi se però ci parlano alle 13.36 ci escono le zanne dello smiltodonte, sapevatelo).
“In Italia erano proprio le 17.15, mentre a New York erano le 12.15, mentre a Pechino erano le 23.15.
“Maé, ma sono i fusi orari questi!” “Aaaaah ecco!”
“Ma se io prendo l’aereo per New York allora vado contro il tempo?”
“Sì, poi però quando atterri ripassi nello stesso punto…come su un tapìs-roulant”.
Categorie spazio-tempo in pericoloso rimescolamento…

Io:”Posso andare in bagno?”

E Signora Futuraministra, le dicevo appunto che bastano due ore per assistere a tutto questo: per vedere gli occhi sbarrati nel momento in cui comprendono che siamo un granello di polvere di gesso, quella con cui si sporcano le mani, in una galassia, e il loro sorriso quando gli racconti il mito dello spruzzo di latte uscito dal seno di Era per giustificare la meraviglia della Via Lattea.
Bastano 2 ore.

Bastano 2 ore, perché la scuola è sempre così: viva, assetata di conoscenza, piena di sorprese e meraviglie a catena… mentre qualcuno chiede di andare in bagno.

Poi la ricreazione con 25 bambini che mangiano e saltellano e sbattono e noi, noi che ci va di traverso il caffè “NONCORREREEE…..ECCOHAISBATTUTOCORRIAPRENDEREILGHIACCIOFAIVEDEREMAMMACHEBOTTA

Eh sì, noi davanti a 25, con i superpoteri da maestra e maestro ci proviamo, ma non ci bastano.
Non Le do nemmeno un consiglio, perché dopo 2 ore lì, saprebbe cosa fare.

Il mantello stropicciato e strappato ancora ce l’abbiamo… venga, così magari lo rammendiamo insieme davanti ad un caffé, mentre le spiego anche qualcosa sulle storie immense, anche nel dolore, in cui entriamo ogni giorno.
Bastano 2 ore.
Se poi avesse già insegnato, allora niente.

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