Spot di Barbie, i papà giocano con le bambole

Ultima modifica 18 Gennaio 2018

Lo scorso 22 gennaio la Mattel ha pubblicato su youtube l’ultimo spot di Barbie.

Nuovo spot di Barbie, i papà giocano con le bambole

Spot di Barbie

Lo spot mostra una serie di coppie di papà e figlie, che si raccontano e raccontano il loro rapporto.

Uno di questi dice “I’m a man’s man” che in italiano suonerebbe come “sono un vero uomo”. Non per questo però, sottolinea, non gioca con le Barbie insieme alla figlia.

Lo spot di Barbie è una novità nel campo della comunicazione.

In America è stato lanciato durante una partita di play off della NFL, una sorta di nostra semifinale di campionato di calcio.

https://www.youtube.com/watch?v=6JHC7YzNJc0&list=PL5BsRl9zFaeRzF_PAuCQj3f4A1d_jRj48&index=1%20%20Playlist:%20https://www.youtube.com/playlist?list=PL5BsRl9zFaeRzF_PAuCQj3f4A1d_jRj48

La campagna è stata realizzata dall’agenzia americana BBDO, con sede a San Francisco, e patrocinata anche da alcune piattaforme di comunicazione sociale (la nostra Pubblicità Progresso).

E’ il seguito della pluripremiata campagna “Imagine the Possibilities”, che sottolinea l’importanza del gioco con Barbie. Un percorso che conduce alla scoperta di se stesse. Dopo avere negli ultimi anni colmato il gap tra la bellissima bambola patinata e le normo-donne, con l’ultimo spot di Barbie la Mattel mette insieme papà e bambine nel gioco.

La Barbie è nata negli anni ’50, e i suoi modelli si sono ispirati alla società, che da quegli anni ad oggi ha subito parecchie mutazioni. Lo scorso anno ad esempio la Mattel ha prodotto nuove Barbie che si discostano dallo stereotipo di bambola (e di donna) che ha dominato per decenni sugli scaffali dei negozi di giocattoli.

Tre nuove corporature (alcune meno alte, altre più in carne) e 7 diverse tonalità di pelle.

Spot di Barbie

Oggi ci riprova con lo spot di Barbie che vede i papà giocare con le bambole.

Un altro passo per stare dietro l’evoluzione della società?

Diciamo che se fino ad ora la ricerca della pari opportunità aveva sfornato donne che sapevano e volevano fare cose da uomini, i papà che giocano con le Barbie sicuramente è un’inversione di tendenza, che però porta nella stessa direzione.

Lo spot di Barbie recita: “Time spent in her imaginary world is an investment in her real world. Watch as real dads play Barbie with their daughters”

Il tempo speso nel mondo immaginario è un investimento per il suo mondo reale.

Durante la presentazione dello spot di Barbie la Mattel ha chiamato in causa una ricerca condotta dalla Dottoressa Nielsen della Wake Forest University.

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La ricerca ha evidenziato che le ragazze che nella loro infanzia hanno avuto un rapporto ludico con il padre, di confidenza e complicità, crescendo sono state meno soggette a cali di autostima.

In Italia uno studio condotto da Isabel Ferrer, EMEA Marketing Director del brand Barbie ha considerato 500 interviste a differenti papà con figlie minorenni.

E ha rivelato quali sono le 20 cose top nelle quali questi papà sono diventati più bravi passando del tempo con queste piccole donne.

1. Come farla sentire speciale
2. Sapere cos’è una piroetta
3. Come coccolare perfettamente
4. Come giocare con le bambole
5. Sapere quanto è importante l’abbinamento dei colori
6. Anche alle ragazze piace sporcarsi
7. Come danzare con lei sui tuoi piedi
8. Come fare le trecce ai capelli
9. Le paillettes possono finire dappertutto
10. Come ballare
11. Sapere quali sono gli oggetti che possono trasformarsi in un perfetto microfono da popstar
12. Pattinare
13. Come fare ogni cosa al meglio
14. Come fare la ruota
15. Come pattinare sul ghiaccio
16. Come fermare un incubo
17. Come dipingersi il viso
18. Anche le ragazze vogliono imparare come costruire un rifugio e arrampicarsi sugli alberi
19. Anche le ragazze giocano a calcio
20. Allacciare le scarpe da ballo

Lo studio ha evidenziato che il 73% dei papà sa bene che “essere gentili e coraggiose è più importante che essere belle”.
E che credere in loro stesse è la lezione più importante che possano insegnare loro.

In Italia qualcuno ha trovato da ridire riguardo a questa chiave di lettura.
In un articolo de Il Foglio infatti si racconta di un “lato oscuro” dello spot di Barbie.
L’articolo sostiene che lo spot di Barbie celi una sorta di messaggio, come i suoi predecessori. Ovvero che gli adulti cercano comunque di manipolare l’infanzia a loro immagine e somiglianza. Come piace di più ai grandi.

Se prima si voleva che i bambini individuassero dei ruoli specifici come il maschio che porta i soldi in casa e la mamma casalinga che accudisce i figli, adesso sono sempre i grandi a volere l’opposto.

Gli psicologi potranno anche dare ragione a questa versione.
Io ho visto lo spot di Barbie su Youtube e ci ho trovato un messaggio positivo.
In parte potrebbe essere vero che la presenza degli adulti nella vita dei bambini può influenzare e addirittura manipolare l’infanzia. Ma credo purtroppo che succeda con ogni pubblicità. Sono i grandi a voler influenzare i gusti dei piccoli a scopi commerciali.

Credo meno che uno spot di Barbie influenzi a tal punto le generazioni da poterle dirigere verso una diversa società.

E se anche fosse, non sarebbe questa società rappresentata nello spot di Barbie peggiore di quella nella quale viviamo adesso.

Certamente il compito di ogni genitore deve essere quello di assecondare le inclinazioni dei figli e non sostituirsi a loro.

Nel messaggio del Foglio ci vedo però un sottobosco di allusioni. Nessuno tocchi la famiglia tradizionale. Non sia mai che si insinui nei bambini, attraverso il gioco, che può esistere un modo diverso di intenderla.

Per me un papà che gioca alle bambole con la propria figlia è come la tata di mio figlio costretta a imparare tutta la formazione della sua squadra di calcio preferita.

Vedo un padre che invece di stare con gli occhi sul cellulare a leggere e commentare le notizie passa del tempo con la figlia a fare quello che vuole lei. Voglio vedere questo spot di Barbie come un invito a tutti i padri.

Spot di Barbie

Che sentendosi veri uomini impugnino una bambola e giochino con queste future donne.

E magari davvero insegnino loro che “Puoi fare ciò che vuoi”. You can be anything.
Puoi diventare un’astronauta, un’insegnante di Yoga, un medico.

Ma soprattutto facciano loro capire che “Io sono al tuo fianco in questo tuo progetto”

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