Ultima modifica 15 Marzo 2016
I primi contatti sociali hanno luogo ben prima della nascita, nell’utero materno. È quanto afferma uno studio condotto da ricercatori delle Università di Padova, Torino e Parma e pubblicato sulla rivista “PLoS ONE”. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Istituto Pediatrico Burlo Garolfo di Trieste, ha indagato i movimenti fetali in cinque coppie di feti gemelli utilizzando l’ecografia quadridimensionale, una tecnica a che permette di visualizzare i movimenti dei feti nel tempo. Già a 14 settimane di gestazione si osservano movimenti specificamente diretti verso il gemello. Lo sviluppo così precoce della socialità potrebbe diventare, in futuro, un elemento da prendere in considerazione nella valutazione dello sviluppo di un feto. Uno sviluppo cerebrale anomalo potrebbe infatti manifestarsi anche attraverso una riduzione di questa predisposizione.
“Per i feti singoli l’utero materno è un luogo solitario, in cui non esistono le condizioni per un’azione sociale rivolta verso un altro individuo. Per capire se una predisposizione all’azione sociale fosse presente anche prima della nascita, ci siamo quindi rivolti allo studio dei feti gemelli” spiega la dott.ssa Cristina Becchio dell’Università di Torino. Nei primi mesi di gravidanza, i feti sono troppo lontani per interagire. Con l’avanzare della gravidanza il contatto tra gemelli diventa tuttavia possibile e presto quasi inevitabile. A partire dalla 11° settimana, gli episodi di contatto si fanno più frequenti fino a diventare, tra la 15° e la 22° settimana, una caratteristica di tutte le gravidanze gemellari. “Quello che questo studio dimostra” spiega ancora la ricercatrice “è che il contatto tra feti non è il risultato accidentale della prossimità spaziale, ma deriva da una pianificazione motoria. A partire dalla 14° settimana di gestazione, i feti pianificano movimenti diretti verso il gemello. Questi movimenti hanno caratteristiche diverse rispetto ai movimenti diretti verso la parete uterina e verso se stessi e, tra la 14° e la 18° settimana, tendono a aumentare di frequenza.”
Questo legale continuerà tutta la vita, come ci dimostrano le notizie di questi giorni.
Jillian e Jenna Thistlethwaite sono nate pochi giorni fa, tenendosi per mano. Hanno condiviso un sacco amniotico e placenta, una rara condizione nota come la nascita monoamniotici.
In un ospedale spagnolo paramedici e dottori sono rimasti stupiti dopo aver visto i gemelli Maria e Daniel mano nella mano subito dopo la nascita. Un’infermiera commossa ha fotografato il momento.
Nati da pochissimo e ancora con gli occhi chiusi, si prendono tra le braccia intanto che sono lavati tentando di trovare quel legame che avevano nella pancia della madre. E’ il filmato pubblicato dall’infermiera francese Sonia Rochel che riprende il momento in cui lava i due neonati. Il video in pochi giorni ha superato i sei milioni di visualizzazioni. La tecnica si chiama “Thalasso Baby Bath” e ha come fine quello di far tranquillizzare i bebè in un ambiente similare al ventre materno e ai neonati piace tanto. Quello che intenerisce e commuove di più è l’abbraccio dei due gemellini.
E ancora: il gesto di solidarietà tra gemelle che fa il giro del mondo. Gli Stati Uniti si sono commossi vedendo la 13enne Claire Gruenke, portare sulle spalle la sorella Chloe durante una gara di corsa studentesca. La sorella gemella Chloe si era infortunata a 370 metri dal traguardo, così Claire non ci ha pensato su due volte: la presa sulle spalle e l’ha portata al traguardo. Nella gara sugli 800 metri sono arrivate ultime, ma hanno dato una lezione di umanità e generosità, che ha commosso prima gli spettatori dell’Illinois e adesso il mondo intero.
L’amore fra fratelli è una cosa meravigliosa.
Tra gemelli è qualcosa di più.
Paola Lovera