TASSE, imposte e ancora tasse

Ultima modifica 20 Aprile 2015

Il sottosegretario Fassina ha ribadito con parole diverse, ma dall’identico significato, un concetto caro a Berlusconi e che lui, quando era all’opposizione, aveva duramente contestato.

Ma il fatto di ritenere in qualche modo giustificato un certo tipo di evasione fiscale che lui ha definito di sopravvivenza  ha suscitato il solito vespaio tra i nostri dotti politicanti.

Il PDL ha preso atto, con ironia, della conversione fassiniana, mentre voci contrariate e di avviso diverso si sono levate non solo da esponenti dell’opposizione, ma anche tra le file diessine ella maggioranza.

Voci inquiete e dissonanti che hanno indotto il segretario del partito a chiarire che la sopravvivenza non giustificava, ma spiegava quel tipo di evasione.

Si, perché, purtroppo, l’imposizione fiscale è talmente elevata da rendere impossibile, per alcuni, il pagamento.

Ovviamente questa evasione è realizzata solo da coloro che non hanno ritenute alla fonte, perché, in questo caso, non è possibile neppure la più piccola ed insignificante delle evasioni.

È giocoforza, dicono tutti, abbassare le tasse, ma questo è un vecchio e stancante refrain, ripetuto fino all’esaurimento, mentre in realtà trovano sempre il sistema di aumentarle.

Usano la più sfrenata delle fantasie per scoprire nuovi e proficui cespiti da tassare e, ogni volta che annunciano una modifica con il dichiarato intento di operare riduzioni o di rendere comunque più equa l’imposizione, l’intervento si rivela nettamente peggiorativo per i poveretti costretti a pagare.

E che sia lo Stato oppure le Regioni od i Comuni ad aumentare le percentuali, poco importa, il problema, gravissimo, è che aumentano.

E a parte gli slogan, le battute, le preoccupazioni (solo a parole) nei fatti nulla viene migliorato, anzi si spreca solo tempo, si rimandano le decisioni, i pagamenti di alcune tasse o di aumenti delle stesse.

Si preannunciano soluzioni definitive, riordino delle imposizioni, del Catasto, delle spese dello Stato e degli altri Enti pubblici, la modifica della Costituzione nelle sue parti anacronistiche per ridurre il numero dei parlamentari e rendere, finalmente, funzionante il nostro Parlamento, reali spending review …….e chi più ne ha più ne metta ma a parole, solo a parole, affidate al vento. Parole dette, forse, solo per farci credere che loro pensano a noi, ai nostri problemi.

Ma sono parole, fin’ora, sprecate, inutili, perché nessuno nutre la benché minima fiducia, nessuno crede che quelle parole si trasformeranno in fatti.

Visto che, come sempre accaduto, sono in altre faccende affaccendati: a salvare la loro poltrona, per esempio, o intenti a appianare, non riuscendoci, alle beghe interne dei loro partiti, a salvaguardare i loro interessi……null’altro….

Nonna Lì

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