Vorrei i superpoteri….

Ultima modifica 4 Maggio 2018

Non mi interessa la vista a raggi X, che molti uomini desidererebbero 😉, e nemmeno poter volare come Superman, men che meno leggere la mente, come Professor X degli X-Men.

Mi basterebbe solo avere la capacità di punire istantaneamente tutte le persone che pronunciano frasi stupide e insensibili nei confronti di una donna con problemi di fertilità.
Non sarebbe un superpotere molto fico, però mi darebbe la capacità di teletrasporto e di ascoltare in tempo reale tutte le conversazioni che avvengono nel mondo. Ovunque ci fosse una donna diversamente fertile, vorrei esserci anche io.

Vorrei poter trasmettere una leggera scossa elettrica, tipo quelle usate sui topolini di laboratorio da alcuni psicologi del primo Novecento per indurre la riduzione di specifici comportamenti. Dici una stupidaggine? Bzz…scossa! Ne pronunci un’altra? Bzz…altra scossa! Io dico che prima o poi, a forza di scosse elettriche, smetterebbero di dare aria alla bocca e ascolterebbero di più.

Quali sono le frasi e i commenti insensibili di cui parlo?

Li dividerò in gruppi: il primo è un gruppo di frasi che include il “basta rilassarsi e arriva”, il “sii positiva” e relative variazioni sul tema.

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Il generico consiglio di essere positivi o di rilassarsi è apparentemente innocuo ma sottende un ragionamento sbagliato. Tutte queste frasi hanno infatti in comune un riferimento al mondo interiore, psicologico ed emotivo, e sono traducibili come: “Il problema è nella tua mente”.

Come ho scritto a suo tempo in “La mitologia del pensiero positivo”, sostengo che un’atteggiamento positivo e ottimista funzioni meglio di uno negativo, lamentoso e pessimista. Dirò di più, ritengo che questo sia valido in ogni aspetto della vita, dal lavoro alla famiglia, dalla salute alle relazioni interpersonali e affettive.

Come dice John Milton, “La mente nella sua propria dimora, di per se stessa, può fare dell’Inferno un paradiso e del Paradiso un inferno”.

La mente, unita alla capacità di controllare e plasmare le nostre emozioni, è la nostra arma più potente per essere felici, mentre la gratitudine (su My Way Blog un articolo meraviglioso a questo riguardo  rappresenta la quintessenza delle emozioni positive.

Allo stesso modo però io rivendico il diritto delle donne diversamente fertili di essere negative, sbagliate, di inca…arsi e di non vedere altro che la propria sofferenza. Abbiamo bisogno di poter esternare questi stati d’animo senza sentirci sempre dire che non dobbiamo essere negative e che è meglio pensare positivo.

Voglio NON essere grata della cose belle della vita e voglio INFISCHIARMENE del fatto che c’è di peggio nella vita che non riuscire ad avere figli.

Ci sono momenti che vanno onorati per come si presentano. Il risultato negativo di una FIVET, l’ennesimo test di gravidanza negativo, oppure un aborto spontaneo, sono tutte situazioni difficili da gestire.

Non sempre si può sorridere o rilassarsi al pensiero che il senso di oppressione al petto e quella sensazione di non poter respirare, o di essere incompleta, ci accompagneranno per tutta la vita.

A mio parere, sentirsi dire che dobbiamo essere positive è un pò come quando qualcuno dice che tua sorella è una stronza: lo sai che è vero, e per quel motivo ci litighi costantemente, eppure se è un estraneo a dirlo…in qualche modo scatta un istinto di protezione della famiglia e reagisci. Qualcosa di simile mi succede al sentir proferire le frasi di cui sopra, se lo dico io a me stessa è ok, ma se lo dici tu, allora non va bene.

C’è un tempo per soffrire e uno per gioire, uno per maledire la propria sorte ed uno per esserne grati. La vita è complessa, e il pensiero positivo a volte è un modo per ridurla semplicisticamente ai suoi aspetti superficiali.

Per amare e abbracciare la luce, bisogna anche saper attraversarne le ombre ed imparare a distinguerne le infinite nuance e sfumature. Perchè la luce senza l’ombra non esiste.

Per quanto riguarda le frasi che ruotano attorno al concetto di relax, non posso non dire un paio di cose sul suo contrario, lo stress.

Il termine stress oggi ha assunto un’accezione prevalentemente negativa, ma quando è stato introdotto, nella metà del Novecento dal medico Hans Selye, indicava anche il meccanismo di adattamento cui l’organismo va incontro tentando di riequilibrarsi a seguito di un evento o stressor positivo. Lo stress di per sè non è negativo, indica che l’organismo ha consapevolezza di un evento straordinario, esterno o interno che sia, e reagisce per ritornare allo stadio di equilibrio, all’omeostasi.

Senza stress non ci sarebbe cambiamento. Se fossimo sempre in grado rilassarci, non sopravviveremmo alle prove della vita. Io dico che il fatto che gli eventi della vita possano alterare il nostro comportamento, le nostre emozioni e i nostri pensieri, anche in senso negativo, è normale e perfettamente naturale.

Ecco, quindi, quando dite che dobbiamo essere positive, che dobbiamo rilassarci, io un bel bzz…, anche due, ve li lancerei. Se avessi i superpoteri…

Sulla falsariga delle frasi che ruotano attorno al tema del “rilassamento e affini”, c’è la famosa storia (secondo me qualcuno se l’è inventata di sana pianta, per poi farla girare di bocca in bocca con qualche variazione, giusto per far in….zzare noi) che l’amica di un’amica del cugino dello zio è riuscita a concepire:

  1. Dopo tot anni, proprio quando non ci pensavano più
  2. In vacanza (e quindi quando erano riusciti a rilassarsi)
  3. Dopo aver adottato (e dunque avevano smesso di cercare di rimanere incinti)
  4. Naturalmente, dopo aver tentato per anni con la FIVET (che vuol dire che era veramente tutto un problema mentale, altrimenti come altro si spiegherebbe?)

Se analizziamo bene ogni variante, scopriamo che l’idea di fondo è che, qualora di un fenomeno non se ne possa individuare la causa concreta, essa debba essere ricercata nella psicologia della persona.

Si tratta di aneddoti, sicuramente veri, però affatto rappresentativi o significativi statisticamente. Le probabilità che ciò avvenga a noi è infinitesimale. Abbiamo a che fare più con un miracolo che con una realtà.

Allora perchè non lasciare che rimanga tale, un miracolo, cioè un’inspiegabile e misteriosa coincidenza, invece di cercare di spiegarlo come l’effetto di una sola causa, la nostra psiche, considerandola, senza prova alcuna, cruciale e definitiva?

Inoltre, nel caso in cui l’infertilità sia sine causa non significa che essa sia esclusivamente di natura psicologica. La medicina non sempre arriva a sciogliere gli enigmi dei processi disfunzionali, ma ciò non dovrebbe immediatamente far saltare alla conclusione che la “guarigione” dipenda solo dalla psiche dell’individuo.

E poi il corpo cambia negli anni e un concepimento naturale a seguito di adozione o a seguito di diversi tentativi di FIVET non esclude che sia avvenuto un miglioramento spontaneo delle problematiche mediche degli apparati riproduttivi della coppia. Una possibilità su un milione, certo, ma sempre possibilità è. E non ha a che vedere SOLO con la nostra capacità di rilassarci o essere positivi.

Insomma, la capacità di prendere la vita con leggerezza, di essere positivi e grati alla vita è importante, ma suggerire implicitamente, come fanno queste frasi e storie, ad una donna con difficoltà a concepire che dipende TUTTO da lei è scorretto, sia dal punto di vista concettuale, come ho appena cercato di dimostrare, che dal punto di vista concreto, in quanto non aiuta la donna a sentirsi meglio rispetto a se stessa e al suo problema.

Un altro gruppo di frasi sconvenienti è quello rappresentato, da espressioni come “vuol dire che non è il momento giusto” oppure “non è destino”. Qui entriamo nell’area religioso-spirituale, dove ciò che non si spiega è una questione di fede, di destino, e perciò va accettato e non combattuto. All’interno di questo gruppo vanno considerati anche quei commenti che velatamente suggeriscono che la fecondazione artificiale è immorale.

Il concepimento di un figlio è connesso con il mistero della vita e della morte, quindi non stupisce che di fronte a una questione di tale valore vengano chiamate in causa la fede e le spiegazioni che fanno riferimento al divino o comunque all’esistenza di entità superiori.

Trovo però ipocrita che l’infertilità sia più facilmente considerata una questione di fede di altre problematiche mediche: hai un problema di cuore? Era destino, non incaponirti a volerlo curare. Tuo figlio ha problemi di udito? Era destino, forse dovresti aiutarlo a capire che è fortunato a non avere problemi peggiori. I tuoi reni non funzionano più e non trovi un donatore per il trapianto? C’è un momento per tutto, arriverà anche per te il momento giusto, e se non arriva vuol dire che non era destino.

Però, se hai problemi di fertilità allora devi rimetterti nelle mani di Dio o del destino.

Io credo che ogni evento della vita abbia un significato preciso, anche quando non lo comprendiamo, che ogni difficoltà sia un’occasione per crescere, e sono convinta che ci sia un tempo per tutto. Quando il momento verrà, sarà il momento giusto, e verremo ripagate della sofferenza e delle difficoltà. Sono anche dell’idea che si possa essere felici sempre, se lo si vuole. Bisogna lasciar andare tante cose mentali, aspettative, paure e idee preconcette sulla vita, ma si può fare.

Ma mi rimane difficile pensare che frasi come “vuol dire che non era il momento”, “forse non è destino”, possano avere una qualche funzione di conforto. Anche se per assurdo accettassi che tali frasi contengano un fondo di verità, rimarrei con un pugno di mosche, perchè le spiegazioni non hanno il potere di trasformare il senso di vuoto interiore e di vacuità della vita. La verità non serve, serve invece comprensione senza pietismo da parte delle persone che ci circondano.

Sapete, la mia insofferenza verso queste frasi e storie nasce dal fatto che, a causa del valore svalutante dell’esperienza di non avere figli, a volte mi sento in qualche modo realmente LA CAUSA della mia situazione. Mi lascio influenzare da queste stupidaggini perchè da qualche parte dentro di me credo che “loro” abbiano ragione. Che forse c’è qualcosa in me che non va, che sono “meno” delle donne normali, che non ho abbastanza forza, abbastanza determinazione, abbastanza fede. Che sono sbagliata perchè continuo a sperare invece di rassegnarmi.

E invece no. Non è così.

Le donne diversamente fertili come me sanno sopravvivere e anche vivere bene a dispetto delle avversità, ma ci devono arrivare con i loro tempi e le loro modalità, affiancate da persone che ascoltano senza voler dare consigli, che fanno complimenti per la loro tenacia e coraggio e che stanno loro vicini senza volerle cambiare.

Perchè noi siamo perfette, così come siamo. Con tutte le nostre emozioni e pensieri negativi, con la nostra (temporanea) incapacità di rilassarci e con tutta la sofferenza che proviamo.

E tu, non avere paura della nostra sofferenza, ma siediti e ascoltaci.
Bzz…scossa!!! Risposta sbagliata.

“Before you start to judge me, step into my shoes and walk the life I’m living and if you get as far as I am, just maybe you will see how strong I really am”

 Carmen

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