Bambini preziosi

Ultima modifica 29 Settembre 2016

C’è un’iniziativa in rete, lanciata dal blog www.50sfumaturedimamma.com denominata Comitato di Liberazione Nazionale , ideata con lo scopo di tirare fuori tutti i tabù che ruotano intorno alla maternità, di renderli umani, normali, comuni.  Nel mese che precede la Festa della mamma, il blog ha deciso di liberare le mamme dai cliché, dagli obblighi sociali, dando voce a tutte coloro che si sentono inadeguate, sole, disperate davanti ad un compito tanto arduo, alle nostre storie.

E leggendo tra i vari blog ho scoperto che alcune mamme si sentono mamme di serie “b” perché sono ricorse a parti medicalizzati, epidurali o parti cesarei. Molte donne, che hanno partorito con TC, ad esempio, raccontano con dolore la loro esperienza, come se l’intervento chirurgico le avesse defraudate dell’atto vitale più ancestrale del mondo. E ciò le spoglia di ricordi, le fa sentire diverse.

Ferma restando la mia personale opinione a riguardo, credo che bisogna rispettare la sensibilità di ognuna, perché diverse sono le persone e le storie e cercare di comprendere, perché quello che per una è un dettaglio, per un’altra può essere un fattore determinante, quello che sfugge, magari per un’altra donna è un trauma che può trasformarsi, lentamente, in un senso di disagio prima o in una solitudine, e in una depressione, poi.

Per molte donne che partoriscono, naturalmente, ce ne sono molte altre che ricorrono all’aiuto medico, ci sono donne che concepiscono naturalmente e altre che ricorrono alla scienza.

E’ forse diverso l’amore che provano verso i propri figli?

I bambini concepiti artificialmente sono definiti dalla letteratura scientifica anglosassone “Precious Babies”, bambini preziosi.
La prima volta che ho sentito usare questo aggettivo mi è venuto un po’ da ridere pensando a quanto si sarebbero arrabbiate le mamme dei bimbi concepiti in modo tradizionale. Che i loro figli siano meno preziosi degli altri? Certo che no, ovviamente.

E’ ovvio che la definizione “bimbi preziosi” si riferisce alle fatiche e alle peripezie del concepimento, come è altrettanto ovvio che i bimbi nati da una fecondazione medicalmente assistita sono esattamente uguali a quelli concepiti in modo naturale.

Sono preziosi perché desiderati, voluti, anelati, sognati.

Credo che i bambini siano preziosi tutti in egual misura, senza distinzione di provenienza, di pancia, di cuore, di fortuna, di miracolo. L’ho già detto. Sono le gravidanze a essere diverse. La preziosità di certe attese è connessa al fatto che per molte madri queste gravidanze sono “l’ultima spiaggia”. Per limiti di età, per limiti di sopportazione, perché altre fivet proprio non riuscirebbero a reggerle.

Il concetto contro cui si scaglia gran parte delle mamme che ha avuto bambini in modo naturale, non è tanto il concetto di “bambino prezioso” quanto il trattamento diverso riservato ai bambini, pur sempre preziosi, concepiti senza problemi. Molti medici ritengono infatti, che, essendo gravidanze di difficoltà, occorra evitare a priori qualunque possibile rischio in sala parto, preferendo un parto chirurgico e quindi consigliando il ricorso al taglio cesareo.

Ed è qui che vengono le dolenti note.
Ed è qui che sorge spontanea la domanda delle mamme non diversamente fertili: ma perché, se il taglio cesareo è davvero utile al feto, perché abbassando i rischi potenziali di qualunque parto naturale e le potenziali complicanze, non si usa questa “cautela” per tutte le gravidanze e per tutti i parti?

Mi sembra che sia impossibile dar loro torto.

Questo non significa che i medici trattano “meglio” alcuni e “peggio” altri bambini. Semplicemente significa che li trattano in modo diverso a parità di condizioni. E allora ci si chiede se sia giusto.

Giusto non tanto verso i bambini nati da fecondazione in vitro, che se ne hanno un giovamento è bene che a loro arrivi; ma verso gli altri per i quali, se quanto la letteratura riporta corrisponde al vero, hanno un trattamento diverso. Se si esegue un cesareo a una donna perché si pensa che il suo lutto in caso di un esito tragico sarebbe grande nel caso che non possa più aver figli, si pensa forse che chi ne possa avere altri avrebbe un lutto meno grave? Ovviamente no.

Molte delle mamme che hanno investito anni nella  ricerca del proprio figlio sono così stanche che il più delle volte, non hanno la forza di affrontare, anche un parto naturale.

Perché dunque, dopo tanto patire, voler infliggere anche l’ennesima incertezza a una coppia già provata e debilitata? Perché investirli anche di questo peso?

Posto che, nessuna mamma metterebbe mai in pericolo la vita del proprio figlio a meno che non soffra di particolari disturbi psichici, esponendolo a possibili rischi inutili e fermo restando che ci sono molte donne che ritengono che il parto cesareo tolga alla propria esperienza di madre qualcosa di ancestralmente magico, trovo futile ed estenuante entrare in certe diatribe.

L’ esperienza totalizzante, indimenticabile e infinita, di sentire il proprio figlio nella pancia è già una vittoria e una felicità indimenticabile, indipendentemente da come, poi, questo bimbo, prezioso esattamente come tutti gli altri bimbi, esca dalle nostre pance.

Raffaella Clementi

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