Due chiacchiere con Natascia Ugliano, Illustratrice

Ultima modifica 17 Giugno 2023

“E Sara rise” è un libro per bambini che è uscito proprio da pochissimi giorni nelle librerie, edito da Giuntina. L’autrice si chiama Jacqueline Jules, è una scrittrice americana, e l’illustratrice del libro è invece italiana: Natascia Ugliano.

Natascia Ugliano – Il lavoro di illustratore

natascia ugliano

La casa editrice Giuntina è specializzata in libri sull’ebraismo, questo suo libro tratta infatti un personaggio biblico, che è affascinante, e in questo caso scritto in forma di fiaba per bambini.

Sara è la moglie di Abramo, antenato e capostipite di ebrei e islamici e naturalmente cristiani secondo la Bibbia.
Darà alla luce il suo discendente in tarda età, e la sua storia è davvero affascinante.

Noi oggi però vogliamo soffermarci non sulla storia, ma sulle illustrazioni realizzate con maestria da una nostra connazionale: Natascia Ugliano.

L’abbiamo raggiunta al telefono per farci raccontare come si diventa illustratori.

Natascia Ugliano è milanese, diplomata all’accademia di Brera. Ha lavorato come scenografa e costumista e ha successivamente fatto un corso presso la si è poi specializzata presso la Scuola Internazionale d’Illustrazione S. Zavrel di Sarmede, un’importante scuola in provincia di Treviso.

Abbiamo amabilmente chiacchierato con lei, e le abbiamo posto qualche domanda sul suo lavoro e su come è nato questo libro.

Natascia Ugliano – La parola all’Illustratrice

natascia ugliano

Come si diventa illustratori?
Ci sono diverse strade per diventare illustratori.
Oggi esistono un po’ in tutta Italia ottime scuole d’illustrazione, ma spesso succede che l’illustratore abbia già un suo percorso scolastico e lavorativo.
A volte diverso o vicino al mondo artistico per questo decide solo in una seconda fase della propria vita di accostarsi al mondo dell’illustrazione, che comprende diverse tipologie professionali, illustrazione per l’infanzia, illustrazione naturalistica, illustrazione scientifica etc.
Sicuramente un illustratore deve amare il disegno, disegnare è la base, osservare, sperimentare ed essere curiosi, sono le caratteristiche per affrontare questa professione.

Quando hai capito che volevi fare l’illustratrice?

Ho sempre disegnato, fin da bambina.

Finita l’Accademia di Belle Arti, ho iniziato subito a lavorare per il teatro, soprattutto per l’opera lirica. Ero assistente costumista e disegnavo bozzetti di costume, decorazioni, scarpe.
Tutto quello che serviva per iniziare la costruzione del costume vero e proprio in sartoria. Poco prima di diventare mamma, ho ri-niziato a disegnare personaggi delle fiabe classiche. Insegnavo pittura ai bambini e facevo laboratori artistici nelle scuole, spesso utilizzavo libri illustrati nel mio lavoro e casualmente un amico mi ha consigliato di andare alla Fiera Internazionale del libro per ragazzi di Bologna, che si svolge ogni anno.

E’ stata una scoperta, ho sempre amato i libri per bambini e quel giorno ho capito cosa volevo veramente fare.

Mi sono subito iscritta a Sarmede in Veneto alla Scuola Internazionale d’Illustrazione S. Zavrel e sono diventata Illustratrice. Il percorso è stato lungo e molto intenso.

Hai deciso tu o è stato un caso l’esserti specializzata in illustrazioni di libri per bambini?
Non è stato un caso scegliere d’illustrare libri per bambini, ma una scelta precisa.
Il libro per bambini ha dei codici, delle impostazioni chiare, per questo le scuole d’illustrazione e i corsi sono fondamentali per conoscere questo tipo d’illustrazione.

E Sara Rise – illustrazioni di Natascia Ugliano

Cosa succede quando un illustratore deve collaborare con un autore, e in questo caso, com’è stata la collaborazione con questa scrittrice?
Nel caso di “E Sara rise” uscito come prima pubblicazione nel 2008 negli USA, avevo già collaborato con Jaqueline Jules per un altro libro, con la stessa casa editrice.
Io e Jaquelin, non ci siamo mai conosciute personalmente, lei vive negli Stati Uniti io in Italia, ma abbiamo collaborato a quattro libri insieme, tutto è avvenuto tramite l’editrice.

Abbiamo solo scambiato qualche mail. E’ stato un rapporto molto professionale.
Lei era contenta delle mie illustrazioni e tutte le indicazioni riguardo al testo erano descritte nel layout, cioè una spiegazione cartacea nel formato definitivo del libro di ciò che deve essere inserito nella pagina.
Nella fase di realizzazione delle illustrazioni il riferimento è l’art director, la figura che curerà l’impaginazione fino alla fase della stampa del libro, dopo ovviamente l’approvazione definitiva dell’editore.
Altre volte, un autore contatta personalmente un illustratore che gli piace e insieme si prepara il progetto da presentare a diverse case editrici, sperando nella pubblicazione. Nasce una collaborazione diretta fra autore ed illustratore, questo metodo di lavoro è il mio preferito, ti fa conoscere direttamente tutte le fasi di creazione di un testo rendendo più stimolante l’interpretazione.

Come nasce questo libro?

Ho amato molto questo libro.

Ho illustrato diversi libri religiosi e pur essendo atea ho imparato a conoscere la Bibbia e ad apprezzare molte cose in essa contenute.
A parte questo, qui si parlava di una donna, di una figura meravigliosa, forte, sorridente, disponibile con gli altri.
Sara è nata subito dalla mia matita, non ho avuto dubbi quando l’ho disegnata, certo sono seguite piccole variazioni, ma il suo volto è stato quello fin dall’inizio.

Volevo che trasparisse la sua bellezza anche dalla scelta dei colori, i blu e gli azzurri, colori intensi e spirituali. Ricordo che era estate mentre lavoravo a questo libro.
Anch’io ero incinta del mio secondo figlio.
Mi stancavo molto a restare troppo a lungo seduta, preparavo gli schizzi sdraiata e i colori prendevano forma piano piano… è stato un libro davvero un po’ speciale!!!

Hai un tuo lavoro preferito?

E’ difficile scegliere un proprio lavoro preferito. In ognuno di essi c’è un ricordo speciale.

Sicuramente i libri che ho realizzato per la Kar-Ben Publishing sono tra i più belli che ho illustrato, soprattutto “Abraham’s search for God” il primo, e l’ultimo che ho sentito molto come storia “Netta and her plant”.
Naturalmente quello che in questo momento mi rappresenta di più è “A spasso con l’Orso” scritto da Cristina Marsi, il mio ultimo.

Cosa succede a Sarmede durante la mostra?
Puoi raccontarlo a chi come me non sa nulla di questo mondo?
Sarmede è davvero un luogo un po’ magico, io ci sono stata tanti anni fa ormai, ma la Scuola Internazionale d’Illustrazione S. Zavrel è meravigliosa.
Ci sono corsi tutto l’anno, con illustratori internazionali bravissimi che lavorano e insegnano tecniche diverse.
Sarmede è un paesino fra le colline venete, ricordo giornate intere a disegnare all’aperto o in classe tutti insieme, con un entusiasmo incredibile.
La condivisione di giorno della passione per l’illustrazione e di sera lo scambio dei dubbi, delle perplessità, delle scoperte avvenute durante la giornata.
Poi c’è la mostra “Le Immagini della Fantasia” che ospita illustratori bravissimi, inaugura a Sarmede e poi successivamente allestita in diverse città.

Sei mamma? Posso chiederti quanti bimbi hai,  quanti anni hanno, e cosa dicono dei tuoi disegni?
Sono mamma di una ragazza di 13 anni e di un bimbo di 7 anni, loro sono fonte continua d’ispirazione nel mio lavoro e sempre i primi a vedere le mie illustrazioni.
Spesso apprezzano, a volte mi danno consigli, ma sono anche critici puntigliosi e questo mi serve in alcuni casi.
I punti di vista diversi in questa professione sono importantissimi. Soprattutto quelli dei bimbi e dei ragazzi!!!

Cosa raccomandi a chi volesse intraprendere questa strada?
Come dicevo prima, per fare l’illustratore si deve amare il disegno, disegnare è la base e bisogna farlo sempre, continuamente.

Essere curiosi, non arrendersi di fronte ai no, avere sempre la voglia di sperimentare.

Cercare di creare un proprio stile riconoscibile, che non vuol dire usare un’unica tecnica pittorica per forza. Significa creare un proprio modo d’interpretare utilizzando anche tecniche diverse, dall’acrilico, alla stampa, al computer, poi si può scegliere di utilizzarne una preferita, ma la conoscenza delle tecniche pittoriche è per quanto mi riguarda, importantissima.

Ci dai qualche indicazione di scuole di disegno o di accademie?
Esistono diverse ottime scuole, da Sarmede, alla scuola ARS Infabula, Scuola d’Illustrazione di Macerata, con corsi e master d’Illustrazione, Le Accademie di Belle Arti di Urbino e Bologna, La scuola d’illustrazione del Castello Sforzesco a Milano.
Sono davvero tante le proposte, partirei con un buon Liceo Artistico, dove imparare a disegnare: copia dal vero di oggetti, della figura umana e conoscenza delle tecniche pittoriche.

In Italia che possibilità ha chi vuole fare il tuo mestiere?

Ci sono diverse possibilità di lavoro come illustratore in questo paese.

Non è facile, bisogna essere pronti ai no, insistere e preparare seriamente un portfolio che ci rappresenti. E’ una strada lunga e non sempre arrivano le giuste gratificazioni.
Ma vorrei consigliare ad un giovane illustratore di considerare un’esperienza professionale all’estero, confrontarsi con il mercato internazionale, che offre sicuramente più sbocchi e che ritengo per vari motivi fondamentale ed arricchente.

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