Selfie mania

Ultima modifica 10 Novembre 2015

È ormai sulla bocca di tutti, oltre a essere diventato il tormentone social mediatico degli ultimi anni. Mi riferisco al “selfie”, che l’Oxford Dictionary definisce letteralmente come la “fotografia fatta a se stessi, solitamente scattata con uno smartphone o una webcam e poi condivisa sui social network”.

worst-selfie
Declinato in vari modi – il vecchio autoscatto fatto tenendo la fotocamera in mano davanti al viso, quello nello specchietto retrovisore dell’auto, gli autoscatti al volante o alle proprie gambe abbronzate, il “papal selfie”, in compagnia di Papa Francesco, il selfie “after sex”, cioè post rapporto sessuale, etc. -, la moda del selfie ha conquistato tutti, personaggi famosi e comuni mortali, uomini e donne.

A essere più “contagiate” dalla mania dilagante siamo, soprattutto, noi donne, per le quali – a quanto pare – sono social network, autoscatti e immagini in rete a dettare i canoni della nostra bellezza, e non più le copertine patinate d’alta moda. Insomma, non sono più loro, nè tantomeno “lo specchio delle nostre brame”, a dirci “chi è la più bella del reame”, bensì il nostro cellulare. Si sceglie sempre più il proprio look attraverso il passaparola sociale della rete, si opta per una pettinatura piuttosto che per un’altra sulla base delle reazioni suscitate dai nostri selfie sui social network : più like riceviamo, più sono gli apprezzamenti, meno like o commenti, meno i gradimenti a nostro favore.

È chiaramente questa una radicalizzazione, che mi sento di dire essere più diffusa tra giovani adolescenti che tra donne mature, o almeno, lo spero. Sta di fatto che è emblema di una situazione generazionale dirompente, ovvero che tutto, ormai, passi dalla rete, percezione di noi stessi, in primis, e non solo per il nostro aspetto fisico.

Nell’epoca dei social network, dei selfie, delle immagini tanto ritoccate, pur da soddisfare i canoni tradizionali dilaganti in rete, c’è da chiedersi se tutto ciò faccia proprio bene all’autostima femminile e se sia giusto che l’opinione di ciò che è bello o brutto debba passare per forza attraverso i social media.
Per carità, nulla di male a voler essere belli/e e a curare il proprio aspetto, chi più, chi meno. E, del resto, i canoni estetici, maschili o femminili, ci sono sempre stati. Il problema è – a mio parere – quando una moda, di cui si sente estrema necessità, si trasforma in “patologia”, o – per essere meno estremi – in un chiodo fisso ostinato.La bufala dello studio USA e la ‘selfite’

A tal proposito, è circolata per giorni in rete l’annuncio di una sorta di malattia psichiatrica associata alla cosiddetta “selfite”, secondo cui chi ha la mania del selfie soffrirebbe di “mancanza di autostima e lacune nella propria intimità”. In realtà, si tratterrebbe solo di uno scherzo, ideato da un sito americano di satira.

Personalmente, e indipendentemente dalla veridicità della notizia, credo che, come in tutte le cose, ci debba essere una giusta misura, un che di morigerato, che non lasci il posto alla smania tanto in voga di eccedere. Intendo dire che nulla, ma proprio nulla, può funzionare, se basato sull’eccesso.

E, poi, ci sono selfie e selfie: quelli di gruppo, tra buoni amici e così spassosi, quelli di marketing, che
nascondono una qualche trovata pubblicitaria (un esempio tra tutti, quello fatto da Ellen DeGeneres nel corso della notte degli Oscar 2014, per volere di Samsung, al fine di pubblicizzare i suoi dispositivi), quelli dei vip sui propri profili social, finalizzati a far parlare di sé o a lanciare una nuova linea di vestiti, lingerie, etc. E in tutti questi non ci vedo nulla di male, l’importante – ripeto – è non abusarne.nomakupselfie

Anzi, a dirla tutta, la moda del selfie può incontrare anche una buona causa, anzi, buonissima, come quella lanciata, dall’istituto Cancer Research UK, dal titolo “No Makeup Selfie Campaign”. Lo scopo della campagna benefica? Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del cancro e raccogliere fondi da donare alla ricerca.

Moltissime sono le celebrities internazionali, che hanno partecipato all’iniziativa, mandando il loro autoscatto “acqua e sapone” e dando valore, al contempo, alla tendenza da tempo in voga nello star system di mostrarsi “nature”. Tutti, comunque, donne comuni, giovani e meno giovani, possono partecipare: basta immortalarsi con un autoscatto, in versione “senza trucco”, postare la foto in rete, contrassegnandola con l’hashtag #nomakeupselfie, e contribuire con una piccola donazione, da fare direttamente sul sito dell’Istituto di Ricerca inglese.

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