Ultima modifica 10 Novembre 2015

 

Un esame del sangue in grado di predire il rischio di ammalarsi di Alzheimer. Questo il frutto dei ricercatori dell’Università Cattolica del Policlinico Gemelli, dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, e dell’Irccs Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia.

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L’analisi, pubblicata su Annals of Neurology, misura i livelli di rame nel sangue. Dalla ricerca che emerge che se questi livelli sono troppo elevati, il rischio di demenza arriva a triplicare. “Il risultato dei nostri studi – spiega il Prof. Paolo Maria Rossini  – sottolinea come una piccola frazione di rame, quello così detto libero, è in grado di superare il filtro tra sangue e cervello e penetrando proprio nel cervello facilita una serie di meccanismi che fanno produrre la beta-amiloide, la proteina che forma le placche caratteristiche della malattia di Alzheimer“.

La cosa interessante di questo studio – prosegue il professore – è che ci permette di lavorare su uno dei fattori che provoca l’Alzheimer, un fattore che non è genetico. L’eccesso di rame libero si può contrastare con una dieta povera di rame o si possono utilizzare degli integratori che abbassano il livello di rame fino ad arrivare ad avere dei veri e propri farmaci che legano il rame libero e ne riducono la quantità. Quindi – conclude l’esperto – la fase successiva è quella di cercare di trattare quei soggetti che sono a un livello eccessivamente alto di rame libero e di abbassare questi livelli e di seguire negli anni la loro situazione e verificare se questo intervento può modificare il rischio di ammalarsi“.

Bellissimo traguardo, tutto italiano.

Paola Lovera

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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