Ammazzare per vedere l’effetto che fa

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Da genitore faresti di tutto, compreso andare in televisione a cercare di difendere tuo figlio che ha appena massacrato un giovane “per vedere che effetto faceva uccidere una persona”.
Da padre non sai nemmeno che tuo figlio si droga da molto tempo.
Non sai che ha speso 1500 euro in cocaina.
Non sai che fa periodicamente esami tossicologici ma credi che faccia solo quelli per l’uso di alcool.

RMIs0gk

Provo gran pena per questa situazione.
Mi intristisce la figura del padre che non sa, poi gli cade il mondo addosso e cerca di salvare la figura del figlio.
Lo convince a costituirsi.

L’altro assassino tenta il suicidio quando si rende conto di quello che ha combinato.
Ci vorrebbe un bravissimo psichiatra per capire, anche se forse nemmeno un luminare della psiche ci riuscirebbe.

È raccapricciante immaginare che un festino fra studenti (attempati), ricchi, universitari finisca in questo modo.
Quella povera vittima cosa avrà provato… cosa sta provando la sua famiglia?
Mi sconvolgono queste notizie perché alla base c’è il nulla. E il nulla è spaventoso.

Però io questo vuoto lo vedo ovunque.

Tutti i nostri vecchi valori stanno scomparendo, con tutta la forza possibile alcuni di noi cercano di trasmetterli ai propri figli. Noi che abbiamo avuto nonni che ci han raccontato di povertà, guerre, sofferenze.
Ma gli stessi nonni ci han raccontato di gioie semplici e immense. Noi seduti tutti insieme al tavolo con la gioia di stare insieme, giocare a carte, fare i piccoli viaggetti in auto coricati nel sedile di dietro a cantare canzoni a squarciagola.
Facevamo giochi semplici ma bellissimi. Avevamo un senso della famiglia e del rispetto grandissimo e profondo.
Non bisognava deludere mamma e papà. Bisognava essere come loro. Lavoratori, devoti, instancabili.
Quante sberle… Ma nessun trauma.
Oggi non sappiamo più che pesci prendere. Non abbiamo più ” il cortile”, la casa della nonna e della zia a fianco alla nostra, la vicina che ti fa da mamma quando la tua non c’è.
Eravamo liberi. C’era sentimento, grande sentimento .
C’era poco ma tutto aveva un grande valore.
Ogni piccola conquista era enorme.
C’era la campagna. C’erano i giochi nei prati. C’era l’orto.

Adesso ci sono molte tangenziali, molti centri commerciali, il tuo vicino non lo conosci, la nonna abita in un altro paese, la cultura è costosissima, i regali sono troppi, le sberle non ci sono più, nulla è nuovo per i nostri ragazzi.

Il nulla. Buio. Le menti cercano sempre appigli, emozioni nuove.
Intanto si aprono varchi incolmabili.
Ed ecco che in misura più o meno grave succedono anche queste cose. Dolori immensi da parte di tutti.
A due famiglie restano due figli segnati a vita, ad una famiglia non resta nemmeno più il figlio.
Penserete che questo articolo/riflessione sia eccessivamente tragico e che per fortuna qualcuno che si salva c’è. È vero. Per fortuna. Resto comunque convinta che si sia arrivati ad un punto di non ritorno.
Questo è il momento di lottare per cambiare il mondo e tornare indietro.
Investire tutto in maniera opposta. Ridateci i nostri vecchi valori. Ridateci la nostra vecchia, bellissima, vita.

Elisa Toscano

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