Tra le notizie di oggi appare quella frustrante, triste e incomprensibile dei maltrattamenti ai bambini in un asilo nido di Roma. A Pistoia, a Gorizia … e ora a Roma. Che non se ne può più lo sappiamo tutti.

Sentiamo a pelle l’INGIUSTIZIA fatta a questi bambini che non possono difendersi e che non sanno spiegare la paura e il dolore.
Noi che lasciamo i nostri figli al mattino, a volte sovrappensiero mentre siamo in ritardo … confidando nella sicurezza di averli consegnati alla protezione delle maestre. Sembrano gesti e sensazioni scontati. Ma non lo sono affatto, a quanto pare.

Noi li lasciamo, ci chiudiamo dietro la porta e non sappiamo niente di ciò che accade, se non quello che ci dicono e ci fanno vedere le insegnanti e quello che traspare dai bambini.

Pochi giorni fa ho proprio detto ad un’amica che vorrei essere una mosca per vedere cosa accade e come si comporta mia figlia … ma per curiosità, non certo per paura.Non voglio pensare alla sensazione che le madri di quei bambini proveranno la prossima volta che lasceranno i loro figli. E magari vorranno essere delle mosche per paura, non per curiosità.  Come si sono permesse? Mi domando come…

La più banale delle cose che mi viene in testa è la follia o una qualsiasi frustrazione che dovessero sfogare. Ma qualunque sia la motivazione  non potrà  mai essere giustificabile o giustificata: contro dei bambini che non possono raccontare. .. che non si possono ribellare.
Se oggi le due (chiamarle donne non si può) sono state scoperte,  è esclusivamente per merito delle telecamere … ma penso a quanto tempo è passato prima che i bambini trovassero fine alle violenze. Ma quanto hanno dovuto sopportare?
Solo perché qualcuno ha sospettato e qualcuno ha avuto dei morsi alla coscienza, allora sono state installate  le telecamere. Ma si può lasciare che la soluzione arrivi aspettando che qualcuno si pulisca la coscienza? E se quelle persone non avessero denunciato? Ancora un altro giorno di tortura per quei bambini?

Forse si dovrebbe giocare d’anticipo. Forse le telecamere dovevano  esserci già. In fondo che privacy deve essere rispettata nei confronti di un insegnante che passa tutti il suo tempo con i bambini?

Se venisse filmato il lavoro, l’attenzione, la cura, le insegnanti avrebbero tutto da guadagnarci e niente da perdere.  Potrebbe solo venire fuori la misura della pazienza che si impegna ogni giorno.

Io sono a favore delle telecamere, in tutti i gradi di scuola, ma soprattutto negli asili nido, semplicemente per il fatto che i bambini sono troppo piccoli e non possono parlare, raccontare, denunciare.

Poi ognuno sa dove lascia il proprio figlio, conosce le insegnanti, passa la sua giornata lavorativa tranquillamente sapendolo al sicuro. Ma a questo punto non possiamo mettere la mano sul fuoco sul fatto che ogni realtà sia così. Se non si prenderanno provvedimenti seri in materia di prevenzione, tutti staremo con gli occhi strizzati aspettando il prossimo “scoppio”.

Io insegno e se mi dicessero “Da oggi avrai una telecamera puntata in classe” per me cambierebbe veramente poco, per non dire nulla. Lavoro già con la porta aperta e 2 finestre al piano terra che danno sulla strada.

 Proviamo a mettere su un piatto della bilancia la privacy  e sull’altro la sicurezza dei nostri figli.

Poi facciamo i nostri conti.

Ylenia Agostini

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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