Après moi le deluge

Ultima modifica 20 Aprile 2015

Après moi le delugeCosì disse un antico despota, ma queste stesse parole qualcuno vuole metterle in bocca a Berlusconi, interessato, come molti dei suoi seguaci, solo agli interessi propri e non a quelli della nazione, e fosse l’unico!

Sin dalla sua discesa in campo c’è stata una guerra senza tregua, gli uni contro gli altri armati……solo di parole, perché nei fatti…..

Dicono che siamo stati sotto un regime, che chi ci governava aveva in pugno tutti i mezzi di informazione, ma non è vero semplicemente perché in questi ultimi vent’anni non siano stati sempre governati dalla destra, abbiamo avuto due complete legislature più un biennio nei quali la sinistra deteneva il potere.

Vi siete però accorti di molte differenze?

L’unica effettiva che io ricordi è che nei periodi in cui governava la destra uno solo era il leader, mentre la sinistra, non è riuscita a seguire un leader unico, anzi abbiamo avuto diversi governi con differenti primis inter pares, ma le politiche……

Oggi la destra ha un leader in sofferenza, dovuta ad una sentenza definitiva che implica la sua uscita dalla politica effettiva, la sua decadenza da senatore e si prospetta una sua ineleggibilità.

E vana e la ricerca di un valido successore, nessuno dei capi e capetti sembra avere una statura sufficiente a raccogliere consensi, nessuno ha un seguito degno di questo nome, nessuno è in grado di raccogliere l’eredità di un capo che, comunque la si pensi, è dotato di grande carisma.

E quindi?

Far saltare il governo, far dare le dimissioni a tutti gli eletti del suo partito e puntare ad elezioni immediate con l’attuale legge elettorale parrebbe essere una soluzione praticabile che forse potrebbe, se dovesse vincere, portare una sanatoria alle sue vicende giudiziarie….forse, ma la strada non è ne semplice ne sicura.

Dovrebbe vincere le elezioni, ma prima di tutto il Presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere le Camere ( lo farà? Lo farebbe?) e, comunque che Italia troverebbe il nuovo Presidente del Consiglio?

Un’ Italia ridotta peggio della Grecia, dalla quale chi può sarebbe già fuggito, una nazione derelitta senza più immagine.

E se non vincesse? Sarebbe la sua rovina totale, come politico, ma anche come uomo, perché difficilmente avrebbe amici intorno a se.

Continuare con l’appoggio all’attuale governo?

Come Grillo, al i fuori delle Camere, al di fuori di alcun potere effettivo?

Seguire le orme di Grillo, guidando dal di fuori un partito che ha fondato e, da allora, ha sempre fatto capo alla sua persona, perché, almeno finora, nessuno ha la capacità di essere ascoltato, anche se è solo la voce del capo, nessuno è rispettato e riconosciuto, nessuno, ad oggi, ha la statura del leader.

O, dando prova di una saggezza fin qui poco dimostrata, cercare, questa volta veramente, un capo, una figura abbastanza forte e carismatica che possa raccogliere la sua eredità, che dia voce, effettivamente, ai milioni di persone che hanno creduto alle sue promesse.

Delusi dalla gracilità organizzativa, dalla mancanza di un programma  concreto, dal carattere personalistico del partito, da molte tentazioni qualunquistiche, il tutto malcelato  dietro dichiarazioni di appartenenza al sentimento liberale, ma dando l’impressione di politica improvvisata, raccogliticcia, di mediocrità diffusa nei sui esponenti, molti si sono disinteressati e rifiutano anche il solo pensiero politico.

Forse, e per anni, quest’ Italia moderata ha delegato ad altri, si è impegnata nel quotidiano, soddisfatta, forse, del proprio stato e del proprio lavoro, non sognando di cambiare il mondo, lasciando ad altri, purtroppo spesso ai meno dotati, o a coloro che si sono spinti avanti con intrallazzi od altro, ai smodatamente ambiziosi, ai desiderosi di potere l’agone politico.

Poi è spuntato Berlusconi, un imprenditore affermato che è sceso in politica per difendere il proprio mondo, che pensava minacciato dalla poderosa macchina da guerra della sinistra.

Ora neppure questa sinistra esiste, infatti molti dei suoi leader appartengono, per militanza passata e per idee, ad un mondo scomparso ( per problemi giudiziari), quello della  antica DC.ide

Quello che manca, oggi,  è l’ideale, il retroterra culturale di un partito, non uno slogan o l’essere contro, ma l’essere, principalmente essere e pensare.

Come si vuole vivere, quali sono le basi del nostro stare insieme, le fondamenta della nostra cultura, il saper leggere e scrivere e riconoscere la libertà di tutti, senza prevaricazioni o imposizioni, esprimere il nostro pensiero e chiedere ascolto, ma ascoltando con intenzione di capire l’idea altrui: questo dovrebbe, per me, essere il fondamento di un partito di moderati, ma….

Illusione? Utopia? O anticaglie superate?

Ma …!!!!

Nonna Lì

 

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