Ultima modifica 22 Febbraio 2021
E’ di questi giorni la notizia della protesta degli studenti in una scuola superiore in provincia di Savona per difendere un diritto alla privacy.
Bello sentire quando protestano. Quando ragionano su diritti e doveri, quando staccano dalle orecchie le cuffiette, gli occhi dallo schermo, le dita dai tastini e si relazionano con il mondo esterno, quello vero, non virtuale.
Peccato che la “generazione degli sdraiati”, come da un famoso libro da poco uscito, si risvegli dal torpore di vizi e facili accessi a tutto, solo per rivendicare diritti a “senso unico”.
Il diritto e la libertà sono tali, quando non ledono quelli altrui, e questo che loro chiamavano diritto, arrecava danno.
Nell’Istituto Ferraris Pancaldo di Savona, come in tante altre, era uso abituale e comune a molti, usare i bagni come luogo dove fumare, violando un divieto di legge che prevede sanzioni per chi fuma in locali pubblici. Violando il diritto di chi non fuma e che quindi è giusto abbia a disposizione un ambiente sano.
A questo punto il Preside è intervenuto con un ottimo gesto educativo e di responsabilità civica. Ha tolto le porte. Ha tolto la privacy che non è meritata, perchè i suoi studenti ne hanno abusato.
Così gli studenti dell’istituto invece che ragionare, sentirsi colpevoli per un atto non corretto e per avere arrecato danno anche a chi non era responsabile … si sono stizziti e mobilitati organizzando una protesta.
Sperando che tale decisione sia stata presa senza il consenso dei genitori, i ragazzi implicati dovrebbero capire che non è tutto dovuto.
La società si basa su regole che tutti devono rispettare senza scorciatoie, giustificazioni o superficialità.
Se protestano per un diritto che pensano gli sia stato negato, ma con questo che loro chiamano diritto, ne calpestano altri tre di chi gli vive intorno, qualcuno dovrebbe spiegare loro che quello che rivendicano non è un diritto, ma un puro egoismo.
Spesso hanno quindici anni ma pestano i piedi come dei poppanti a cui è stato negato il giochino.
Spesso si credono “fighi” perchè sono i leader di un gruppo che vuol far sentire la propria voce … ma non si accorgono che, al contrario, sono degli sfigati con mentalità ristrette solo al proprio comodo, senza un’idea di cosa sia il mondo intorno.
Alla loro età, senza andar troppo lontano nel tempo, le generazioni che li hanno preceduti già lavoravano, ma lavori duri, di quelli che ti tolgono la voglia di scherzare e ti insegnano il valore delle cose.
Allora sì che la sigaretta serviva.
Ma non per darsi un “tono”, ma solo per non addormentarsi in giornate dure e faticose o per affrontare la tensione di situazioni un po’ troppo grandi per l’età che avevano.
Diritti e doveri. Azione e reazione. Azioni e conseguenze.
I principi base del vivere insieme non si imparano su Ipad, Iphone, Xbox, Ps4.
Sono appena terminate le vacanze natalizie e sicuramente questi dispositivi ad alta tecnologia, ma di basso spessore, li hanno rintronati.
Le prossime vacanze, consiglierei ai genitori di pensare a trovare un’occupazione più salutare e realista per il tempo dei loro figli. Un lavoretto. Un contatto con la fatica. Pulire casa, aiutare una vicina, fare della beneficienza. Un contatto reale con l’esterno, tanto per evitare che si trasformino in alieni.
Tanto per evitare di allevare dei piccoli despoti ed un domani trovarsi a dire:- Non lo riconosco più!-.
GRAVISSIMO ABUSO LESIVO DELL’INTEGRITA’ PSICOFISICA
Ricordiamo che siamo noi adulti a dare a bambini e ragazzi ‘vizi e facili accessi a tutto’ fin da prima della nascita. Non è possibile poi (a 15 anni) riparare con una sanzione aggressiva e al limite della legalità, che colpisce lo spazio di confine essenziale per una serena maturazione. E’ molto sano che i ragazzi rispondano con ulteriore disagio e chiusura.
Davvero pensiamo di riparare una relazione eliminando una porta, o forse dovremmo provare a scalfire altri muri? Ci vogliamo domandare come mai per esercitare il ruolo adulto (controllare?) abbiamo bisogno di tenere le porte aperte – come in casa – ?
Certamente ci sono altre soluzioni: dedicare tempo, dedicare spazio (sale fumatori?), al dialogo, alla negoziazione responsabilizzante, all’elaborazione di sanzioni diverse: economiche, disciplinari, valutative. Dove sono i bidelli, i professori? Io ho 33 anni e i miei compagni intossicavano i bagni, nessuno si preoccupava della deriva di chi già spacciava, ma non sarebbe stata risolutiva una manovra come questa. Anzi. Sono questi i problemi più seri della scuola e della crescita? Le norme sul fumo in luogo pubblico? I genitori degli adolescenti dove e cosa fumano? Rispettano il codice della strada? Pagano le tasse? Rispettano i docenti!?! I ragazzi non rispettano perchè non ricevono rispetto, è il contrario di quello che viene scritto.
Secondo me Michela ha perfettamente ragione. I fatti. Contano i fatti. Tanti non sanno che pesci prendere. Almeno qualcosa ha fatto questo preside. Quello che mi dispiace è che ci sarà chi non fuma e si vede lesa la sua privacy senza aver fatto nulla. Però si può sopravvivere.
Quando andavo a scuola io le 10 “pischelle” fumatrici (perché tanti beccavano qualche boccatone se fumavano e perché tanti non avevano i 100 € in tasca…manco 10€, forse 5.000 lire per la colazione comprensivo di paghetta…parlo di liceo) aprivano la finestra e fumavano lì. Anche chi non rispettava le regole tanto aveva sensibilità per l’altro. Le regole non sono un’imposizione. Sono l’unico modo per ricominciare a “campare” in questo mondo pieno di tante pietre rotanti, non persone.
Si Ylenia è vero che si può sopravvivere e credo che il preside sia arrivata a questa decisione per esasperazione però non ha tenuto conto, a mio avviso, di una conseguenza che sulla bilancia, sempre secondo me, pesa assai: ossia in presenza di leggi ben precise che ci sono e valgono per tutti questo provvedimento alternativo mette in discussione la validità di queste leggi e manda un messaggio che ci può essere un’altra via oltre a quella legale per gestire una ‘società’ e questo è davvero molto diseducativo.
Poi è chiaro che la bella teoria come dice anche Michela è una cosa e la pratica è ben altro…….
Paola
Sempre aperti ai vostri pareri. La teoria é una cosa stupenda, come i trattati di psicologia. Purtroppo nelle scuole italiane é difficile avere anche solo un commesso per piano, i prof si godono 10 minuti di meritata pausa o devono spostarsi in altri istituti o classi,quindi è impossibile che facciano da sentinelle nei bagni… che comunque sarebbe imbarazzante.
La porta in questione é quella di accesso al bagno, non agli urinatoi x intenderci. È una soluzione pratica non ideale certo ma non ne vedo altra pratica e realistica. “È proprio il contrario di quanto viene scritto” cito l’ultimo pezzo dell’intervento, sembra una veritá assoluta calata dal cielo..ma qui siamo in terra e dobbiamo combattere con pochissimi mezzi cercando di intervenire su comportamenti scorretti anche a tutela degli stessi trasgressori con tutto il bene del mondo chiaramente.
La redattrice dell’articolo
Michela Cortesi
Siamo in democrazia. Ognuno puo’ esprimere quelle che pensa. Commento piu’ che motivato nell’articolo. Si tratta di essere anche pratici, con i pochi mezzi a disposizione delle scuole. Facile pontificare da seduti… Non fumare, fa male!! 😉
Come al solito in Italia invece di punire i responsabili (chi fuma e i bidelli che non controllano(tanto hanno il posto fisso)) è più facile punire tutti, diseducativo al massimo. Come cittadini facciamo schifo, ci riempiamo la bocca con ore e ore di lezioni di Educazione Civica e non abbiamo neppure il coraggio di mostrare ai nostri figli che quelli da bastonare sono quelli che sbagliano e non tutti indiscriminatamente.